Antonio Papaleo, coordinatore del movimento culturale Lavoro e Sviluppo per la Basilicata, Console regionale Maestri del Lavoro di Basilicata e già segretario generale Cisl Basilciata e console Gen.le CISL Basilicata in una nota presenta alcune proposte per ripartire dopo l’emergenza Coronavirus. Di seguto la nota integrale.
“Partire dai Valori per negoziare il Futuro“, lo slogan con cui si tenne nel lontano 1997 il Congresso della Cisl.
A distanza di oltre 20 anni ritorna forte questo monito che si rivolge al mondo intero e, per quanto ci riguarda all’Italia, particolarmente, alla nostra realtà regionale, specie a fronte della grave congiuntura che siamo chiamati a vivere per effetto della pandemia conseguente al Coronavirus.
Ebbene, sono proprio i valori che questo blocco imposto al frenetico andazzo cui si era abituati, per la vita movimentata e, spesso, caotica cui eravamo abituati, ci ha costretto a riscoprire, facendoci altresì interrogare su : chi siamo, cosa siamo chiamati a fare e come riusciamo a farlo, partendo dal Valore primario della Famiglia.
Famiglia che in Basilicata, un tempo ritenuta informata da uno pseudo “sentimento amorale“, stante le logiche di chiusura e patriarcali che la contraddistinguevano; oggi, purtroppo, costretta alla “frantumazione“, a causa delle diverse e quasi inesistenti opportunità che vengono offerte ai figli, sempre più obbligati a portarsi fuori regione, se non proprio all’estero, spesso anche per semplici motivi di studio, senza alcuna prospettiva di ritorno (fuga dei cervelli), ma principalmente in cerca di occasioni lavorative e per un futuro degno da vivere, con l’aggravante della desertificazione del territorio, in quanto costretti a formare altrove la propria famiglia.
Si potrebbe obiettare che l’esodo migratorio c’è sempre stato, in quanto anche ieri si partiva in cerca di lavoro; ma, come ricordiamo noi anziani, emigravano “i muscoli, le braccia“, lasciando in loco le rispettive famiglie, ivi comprese le cosiddette “ vedove bianche “, provvedendo al loro sostentamento attraverso le “rimesse economiche“, frutto del lavoro da emigrante ed in attesa di ricompattamento della famiglia, quantomeno in occasione del pensionamento; oggi, come si diceva non esiste alcuna possibilità di ritorno.
A tutto quanto, si è aggiunto la lenta ed inesorabile “ spoliazione “ di Organismi e Strutture, sia pubbliche che private, con l’aggravante dell’isolamento infrastrutturale sia materiale (sistema viario e trasportistico) che immateriale (sistema bancario e formativo, come si evince anche dall’inerzia dimostrata dagli Organismi competenti nella istituzione della Facoltà di Medicina, presso la Unibas); una infrastruttura, quest’ultima, che avrebbe potuto, in questo frangente di sanità pubblica, assumere una utile ed importante rilevanza.
Uno spaccato che, mi auguro, possa chiamare a riflettere le Autorità preposte e l’insieme dei Segmenti Organizzati della società lucana perchè sollecitamente si riprenda una reale e positiva “concertazione “, semmai ripristinando il CREL (Consiglio Regionale Economia e Lavoro) per una riflessione, già a partire dalla Fase 2 del Covid 19, per dare a questa Regione un futuro di concretezza e di lungimiranza.