Sull’emergenza Coronavirus pubblichiamo la nota inviata alla nostra redazione dal cittadino bernaldese Pinuccio Rinaldi.
Di seguito la nota integrale.
Coronavirus, Pinuccio Rinaldi: “La lunga guerra dei poteri”
La democrazia esiste e vive quando i poteri che in essa agiscono sono in perfetto equilibrio. Questa condizione “virtuosa” di equilibrio, può però generare conflitti fra i poteri quando questi poteri rispondono alla logica della preminenza.
Concettualmente parlando, qualsiasi sistema per essere perfettamente funzionante, necessita che al proprio interno le forze interagenti siano perfettamente definite nei propri valori e nella condizione di preminenza nel sistema, tanto da concorrere a generare un sistema funzionalmente armonioso.
Anche nei sistemi democratici, quindi, questa regola deve trovare la sua applicazione perché una nazione governata democraticamente sia armoniosa nella sua funzionalità.
Purtroppo in Italia questo non avviene, infatti, il potere legislativo e quello esecutivo che rappresentano delle forze interagenti del sistema, sono in conflitto da lungo tempo generando di conseguenza un cattivo funzionamento dell’intero sistema.
A conferma di ciò e senza andare indietro nel tempo, è sufficiente guardare quanto avvenuto in questa settimana.
La magistratura e la politica si scontrano pubblicamente, la prima rappresentata dal magistrato Di Matteo e la seconda dal ministro Bonafede. Tralasciando ogni considerazione sul merito della vicenda, resta l’osservazione che la politica critica l’attività della magistratura e la magistratura che di rimando critica la politica.
Questa condizione è la situazione tipica di un sistema in cui le forze interagenti non sono perfettamente definite sia in termini di valori sia di preminenza nel sistema.
Valori e preminenza che benché definiti dalla carta costituzionale, trovano difficoltà di applicazione in una nazione nella quale i poteri hanno smarrito gli ambiti del proprio agire, infatti, la magistratura invade il campo dell’etica e della morale e la politica quello del diritto, ed entrambi i poteri non accettano di essere giudicati.
Infatti, se tenessero conto del giudizio che a loro viene dato, la magistratura avrebbe cambiato il tempo e la qualità del servizio offerto ai cittadini e la politica avrebbe moralizzato i suoi apparati ed efficientati i suoi servizi.
La reputazione dell’Italia nel mondo è frutto anche di questa condizione.