Vincenzo Santochirico, presidente dell’associzione Medeura, esprime alcune riflessioni sull’emergenza coronavirus, che ha bloccato anche il tessuto imprenditoriale e la vocazione turistica della città di Matera. Di seguito la nota integrale.
La situazione che viviamo é inedita ed eccezionale, perciò richiede soluzioni altrettanto straordinarie e coraggiose.
Ciò é ancor più vero per la Basilicata (piccola demograficamente) e soprattutto per Matera, che da una decina di anni ha imboccato la strada dello sviluppo culturale e turistico, i due settori più penalizzati dalla pandemia, micidiale mina per investimenti, competenze, prospettiva.
Dopo la tutela della salute, la consegna all’isolamento, il potenziamento di alcuni presidi sanitari, bisogna reagire tempestivamente pensando all’oggi e al domani.
La città ha rispettato il lockdown, ma contemporaneamente, in crescendo, ha già cominciato a pensare al dopo; organizzazioni imprenditoriali, Consorzio albergatori, associazioni B&B, sindacati, alcune istituzioni (Apt), si interrogano su cosa fare, quali provvedimenti adottare, quale direzione prendere.
Si conferma il nuovo e positivo atteggiamento già emerso negli anni scorsi: l’intraprendenza e azione anziché lamento e attesa.
Sia chiaro: sono indispensabili interventi urgenti di sostegno.
C’é un già ampio elenco di indicazioni (misure fiscali, contributi, facilitazioni, liquidità e accesso al credito, ecc.) che devono ricevere risposte tempestive, coordinate e efficaci. L’avvio del confronto anche a livello regionale si spera sia fruttuoso.
Ma va pensato e trovato il modo perché il trend della città prosegua anche e già in questa fase di transizione, prevedibilmente non breve, che ci accompagnerà fino alla scoperta e alla somministrazione del vaccino anti Codiv-19.
Se non si riavviano le attività, non ci saranno aiuti ed esenzioni che tengano.
Si ritiene che il turismo internazionale tarderà a riprendersi e si dovrà puntare ora su quello di prossimità o comunque nazionale. Si vedrà in quale misura ciò sarà vero.
Ma la domanda é: come tornare a vincere, oggi, la sfida, la competizione in questa nuova fase? Come ricreare fiducia, affidamento, empatia, attrazione nei potenziali ospiti?
Il timore del contagio e la domiciliazione forzata hanno assegnato un valore enorme, e finora inimmaginabile, alla sicurezza.
Non basta che Matera venga vista come una città unica, millenaria, magica, sorprendente, ammaliante. Deve essere vista anche, e in questo momento forse soprattutto, come una città sicura. Non la sicurezza di cui già aveva il primato per il basso tasso di criminalità, ma in termini di città che ha ridotto al minimo se non a zero il rischio di contagio.
Fortunatamente, si parte già dalla percentuale bassissima di contagi e ricoveri, ma occorre qualcosa di più.
Innanzitutto, sarebbe necessaria una campagna di massa, la più estesa possibile, di test sierologici veloci (quelli ampiamente praticati già in Veneto, annunciati In Toscana e pretesi ora da Sala a Milano) che servono, soprattutto se seguiti da tamponi, ad attribuire la patente di immunità , già proposta nei giorni scorsi da Volt Matera.
In proposito i passi del governo nazionale e anche delle istituzioni locali sono lentissimi. Occorrerebbe che dalla città partisse una domanda ed una pressione fortissime (qualche comune lucano si sta muovendo), pensando anche al coinvolgimento delle strutture private, visto che quelle pubbliche non ce la fanno.
Più é alta la percentuale della popolazione che si vede assegnata questa patente, più appare sicura la città.
Sicuramente tutto il personale degli esercizi pubblici, delle strutture ricettive, delle istituzioni culturali e dei servizi della filiera turistico-culturale ne dovrebbe essere munito.
In secondo luogo, tutti gli spazi sopra elencati dovrebbero avere una forma di garanzia di sicurezza relativa alle condizioni ambientali secondo criteri predeterminati e verificabili.
I servizi al pubblico dovrebbero essere anch’essi organizzati e certificati come rispondenti a tali requisiti
Contributi pubblici per tali adeguamenti dovrebbero essere immediati e prioritari.
La più celere e diffusa applicazione del contact tracking, cioè del tracciamento della popolazione, garantirebbe ulteriormente dal rischio di entrare in contatto con persone in grado di contagiare.
Matera si candidi subito a città pilota.
In prospettiva, si potrebbero immaginare App o congegni di riconoscimento della patente di immunità anche presso i luoghi aperti al pubblico per disciplinarne l’accesso.
E forme di precauzione e garanzie potrebbero essere richieste a tale scopo anche a chi viene da fuori.
Ovviamente tocca agli esperti fornire specifiche e soluzioni tecniche, ma all’opinione pubblica e alla responsabilità politica indicare il senso di marcia.
Queste considerazioni mirano a dare una risposta al tema centrale: come riavviare il flusso turistico a breve, nel mentre si elabora e approva un piano a medio e lungo termine, di cui si avverte l’assoluta necessità.
E come comunicare al mondo che Matera é di nuovo pronta ad accogliere, per far vivere le emozioni di sempre nel tempo nuovo e incerto, essendo riuscita a coniugare bellezza, salute e sicurezza.
Matera può continuare a essere laboratorio.