“Soddisfazione per la sentenza della Corte Costituzionale sulla legge elettorale cosiddetta Italicum” viene espressa da Vincenzo Folino.
Il Deputato di Sinistra Italiana commenta la decisione della Corte “che ha annullato il ballottaggio che poteva assegnare la maggioranza dei seggi della Camera dei Deputati ad una esigua minoranza, ma purtroppo non ha annullato la parte relativa ai capilista bloccati, che avrebbe restituito pienamente agli elettori la scelta dei propri rappresentanti al Parlamento per tutte le forze politiche”.
“La decisione di non cancellare le candidature plurime, ancorandone però l’opzione ad un successivo sorteggio (rendendole sostanzialmente impraticabili) – aggiunge – toglie un po’ di potere ai capi partito a vantaggio dei territori”.
Folino inoltre ringrazia l’avvocato Besostri e tutti coloro che hanno sostenuto il ricorso presso la Consulta e che precedentemente avevano presentato i ricorsi in numerosi tribunali italiani, sottolineando che anche in Basilicata il coordinamento per la Democrazia Costituzionale (a firma dell’ Avvocato Felice Belisario, dell’On.le Folino e del Sen. Petrocelli) aveva presentato un analogo ricorso al tribunale di Potenza agli inizi di novembre 2015 (purtroppo senza ottenere la pronuncia e l’invio alla Corte a causa di un atteggiamento Pilatesco del tribunale medesimo).
“La sentenza della Corte Costituzionale riforma l’Italicum dichiarandolo in gran parte incostituzionale. Una legge elettorale imposta con voto di fiducia al Parlamento dal Premier Matteo Renzi, che la definì grottescamente la migliore del mondo, e il grande risultato del Referendum popolare del 4 dicembre scorso che ha cassato una riforma costituzionale altrettanto pasticciata, segnano una sconfitta fortissima di chi ha voluto governare con superficialità, arroganza e sprezzo della partecipazione e della democrazia”.
“Mi auguro – conclude Folino – che il PD comprenda la lezione e aiuti il Paese ad uscire da una crisi gravissima che rischia di essere non solo economica e sociale ma anche politica e delle istituzioni democratiche, costruendo un dialogo con le forze politiche per armonizzare i sistemi elettorali tra Camera e Senato con la più ampia maggioranza e nel rispetto della sentenza della Corte, con un sistema di voto proporzionale che garantisca la giusta rappresentatività. Il tema della governabilità, che la Consulta non ha cassato ritenendo sufficiente la previsione della soglia del 40% per il premio al primo Partito (senza ballottaggi) molto difficilmente raggiungibile, rimanda alla funzione della politica ed alla sua capacità di ricostruire relazioni e condivisione tra le forze politiche e parlamentari sulla base della compatibilità, anche parziale, dei programmi che si presentano agli elettori. Passata la sbornia delle forzature bi-partitiche (in un paese tripolare) e dell’uomo solo al comando è un dovere per tutte le forze di sinistra contribuire a dare rappresentanza ai tanti elettori sfiduciati che disertano le urne e a costruire processi di ricomposizione e condivisione delle forze progressiste per provare a non consegnare il Paese alla Destra o al Movimento Cinque Stelle”.