La manifestazione centrale a Foggia e quella regionale a Sarconi, paese scelto come “simbolo” delle emergenze ambientali della Val d’Agri e del rapporto sempre più difficile, anche sul piano della legalità, tra petrolio e comunità lucane – per la 23/ma « Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie», con la forte partecipazione popolare sono la testimonianza dell’impegno soprattutto delle giovani e giovanissime generazioni nella lotta ad ogni tipo di mafia e criminalità e per l’affermazione dei valori della legalità e della democrazia. A sostenerlo è Carmine Ferrone dirigente di Liberi e Uguali per il Marmo-Melandro per il quale il disegno di legge annunciato dal Presidente del Senato Pietro Grasso per la istituzione da parte del nuovo Parlamento di una Commissione di inchiesta su tutte le stragi che non hanno avuto una soluzione completa sotto il profilo della verità è sicuramente una proposta concreta che allontana ogni riferimento celebrativo.
Ferrone evidenzia che secondo gli ultimi atti dell’Agenzia che si occupa della destinazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata in Basilicata, al mese di febbraio scorso, ci sono 10 immobili e 3 aziende da riconsegnare ai cittadini, numeri comunque ridotti rispetto al fenomeno denunciato dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia per i quali in Basilicata si assiste all’”ormai evidente infiltrazione nel territorio di ben più agguerrite associazioni criminali provenienti dalle confinanti regioni della Puglia, Campania e, soprattutto, Calabria”.Lo dice bene da tempo don Luigi Ciotti – prosegue l’esponente di Leu – la memoria senza impegno, purtroppo, è esercizio sterile. Che non muta in nulla la condizione di una società infestata dalle consorterie criminali, cui la violenza della crisi ha restituito vigore e quello che ci preoccupa di più sono le migliaia di giovani disposti a fare da esercito, in particolare nelle periferie e nei sobborghi delle nostre città, dove più forte si avverte la mancanza dei capisaldi di una società sana: il lavoro, la scuola, lo Stato.
Credo che la manifestazione di Sarconi non poteva scegliere simbolo migliore di quello di Mimmo Beneventano, medico e consigliere comunale, originario di Sasso di Castalda, ucciso a 32 anni ad Ottaviano dalla camorra cutoliana per la sua attività politico-istituzionale e di militante della sinistra. Come è capitato alle tante, troppe vittime che le mafie hanno fatto nel nostro Paese, da nord a sud, non risparmiando uomini di Stato, politici, sindacalisti, sacerdoti, persone comuni.
La battaglia contro le mafie non si vince solo ed esclusivamente con gli apparati dello Stato. La si vince con la forza della socialità, con la cultura, con le risorse investite in servizi sociali, in lavoro, in scuola. Coinvolgere le nuove generazioni nel percorso della memoria è la base indispensabile per costruire una società diversa, più responsabile e consapevole.
Infine va sottolineata la scelta ad opera di Libera della Val d’Agri: il Centro Oli della Val d’Agri è stato oggetto di un numero imprecisato di malfunzionamenti e di diverse inchieste che hanno messo in evidenza corruzione e presunti traffici illeciti di rifiuti.
Mar 21