Il materano Francesco Paolo Francione in una nota esprime alcune riflessioni sulla situazione politica che riguarda l’Amministrazione Comunale guidata dal sindaco pentastellato Bennardi, coinvolta in una crisi che ha bloccato il governo cittadino e la mette in relazione alle vicende amministrative del Comune di Roma, guidato dalla sindaca pentastellata Virginia Raggi.
Di seguito la nota integrale.
Matera come Roma.
“L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.
La sovranità viene espressa attraverso le elezioni politiche e amministrative: in quelle politiche non sempre è agevole interpretare la volontà degli elettori, ma nell’ elezione del sindaco, con il ballottaggio, essa è chiara.
Il principio vigente della “maggioranza” complica talvolta l’interpretazione della volontà popolare, perché ne mortifica una parte cospicua che potrebbe essere anche del 49% degli elettori; per non dire, poi, del problema costituito dalla percentuale sempre più alta di coloro che, per vari motivi, non votano e, di fatto, abdicano alla loro sovranità. Questa, perciò, sembrerebbe più pienamente espressa e rappresentata da governi di unità nazionale o di unità cittadina in cui, una sana e ingegnosa dialettica politica potrebbe portare a sintesi efficace i contributi delle varie formazioni politiche, secondo le percentuali di consenso da esse acquisite.
A Roma, per l’elezione del sindaco, si è votato nel giugno del 2016 e, al ballottaggio, con una affluenza superiore al 50%, i risultati sono strati i seguenti:
Virginia Raggi :67,15% (voti 770. 564; seggi 29)
Roberto Giachetti 32,85% (voti 376.935, 7 seggi)
A Matera si è votato, con ballottaggio, il 5 ottobre 2020, con una affluenza del 55%. Risultati:
Domenico Bennardi : 67,54%, con 18.830 voti ; seggi della coalizione 20;
Rocco Luigi Sassone: 32,46% con 9050 voti; seggi della coalizione 6.
Raramente la volontà popolare viene espressa con tanta chiarezza e sarebbe stato segno di spirito democratico maturo tributarle un fair play rispettoso, riconoscendo i ruoli fondamentali del governo e dell’opposizione. Anche perché, a chiunque guardi con occhio disincantato, la città appare come quella bestia che fa tremare le vene e i polsi per l’immane lavoro che richiede, dal più ordinariointervento per l’igiene e la pulizia, ai più complessi progetti per una duratura riqualificazione urbanistica.
Contro gli eletti si scatena, invece, un devastante tsunami, (ma già prima delle elezioni, saggi previdenti avevano suonato l’allarme!): il sistema d’informazione presenta quotidianicahiers de dolèances; dà ampia risonanza al fuoco amico, a quelli che, con pretesti vari, abbandonano la coalizione vincente per fondare gruppi diversi che logorano la compattezza dell’Amministrazione; fioccano denunce e si svolgono processi; vengono disseminati insulti e volgarità; gelosie di varia natura vengono mascherate con pseudo argomentazioni politiche. Si ingigantiscono le buche delle strade, s’ intravedono montagne di rifiuti e mandrie di cinghiali; autobus s’ incendiano; si fermano treni, ascensori e scale mobili. Né può escludersi qualche forma di sabotaggio in settori chiave della vita cittadina.
Si grida allo scandalo della città dis-amministrata da giovani inesperti ignoranti incompetenti. Ed è buffo constatare che quanto più è scarsa la percentuale dei consensi ricevuti alle elezioni, tanto più è straziante il grido di dolore per le infauste sorti della città. Qualcuno invoca nuove elezioni immediate, nella certezza che il popolo amareggiato, stordito e pentito, torni a votare e, questa volta, lo faccia con più giudizio.
In compenso,viene quasi sottaciuto l’impegno coraggioso profuso dagli eletti per impedire le infiltrazioni malavitose nei gangli dell’amministrazione e per smantellare forme diffuse di sottocultura razzista e di criminalità organizzata.
Ma a Roma tra qualche giorno il popolo sovrano manifesterà nuovamente la sua volontà: il Campidoglio continua a splendere nella sua bellezza, difeso dagli assalti di orde bene quipaggiate grazie, anche questa volta, allo starnazzare di oche vigilanti.
Virginia Raggi potrebbe tornare a fare l’avvocata oppure essere riconfermata nel governo della città arricchita di esperienza e competenza. (Sono gli scherzi e i rischi della democrazia!) E, se così fosse,tutti coloro che osteggiarono e confliggono ancora con la sua coalizione, dovranno farsene una ragione e renderle i dovuti onori.
Questa occasione prossima, le nuove elezioni nel Comune di Roma, induce a fare un appello per Matera, ingenuo ma sincero:
al Sindaco Domenico Bennardi, perché adoperi pazienza e intelligenza per ricompattare la coalizione, rinnovare, mediare, correggere, e tutto, possibilmente alla luce del sole;
agli assessori e ai consiglieri della coalizione vincente, perché coltivino la virtù desueta della fedeltà alla parola data nel tacito patto con gli elettori e con il sindaco candidato; perché antepongano ad ogni interesse particolare, la stabilità del governo e il bene comune della città che da esso deriva;
ai consiglieri di opposizione, perché arricchiscano la dialettica politica con contributi apprezzabili e rispondenti alle richieste dei cittadini che, quando sarà il momento, potranno sceglierli come nuovi amministratori.
Ma, oggi, di grazia, per il buon governo della città, di nessuna forza politica vengano sprecate energie preziose in diatribe che non migliorano la qualità della politica.
Francesco Paolo Francione.
Di seguito le riflessioni di Vincenzo Viti sull’intervento di Francescco Paolo Francione
Intervento apprezzabile! Incardinato in un modello che richiama ad un ruolo ricostruttivo della politica. In più,attento al valore della regola democratica.
Per soffermarci su Matera (Roma vive la sindrome di una crisi generale che parte da lontano) il problema vero sta sia nella coalizione vincente che con tutta evidenza riproduce i vizi delle precedenti poiché sotto mutate spoglie sopravvivono spezzoni di vecchia politica,sia nella povertà ed estenuazione dei partiti o di quel che di essi sopravvive in asfissia.
Non a caso,da cittadino che deve molto alla sua città, sto prospettando la idea di un patto istituzionale ( impegnativo per tutti) che ripensi per Matera le regole e le grandi priorità sociali per la stagione invernale post pandemica e post celebrativa. Un patto che guardi alle nuove generazionie ,che non produca trasformismi, anzi impegni la coalizione vincente alla condivisione di una autentica cornice progettuale in attesa che la cosiddetta società civile produca gli anticorpi di una autentica rigenerazione. Non credo si possa fare altro nella conduzione data. Se non immaginare una ripresa della riflessione su Matera. Un pensiero che rimetta in moto energie sommerse o in sonno.
Vincenzo Viti
Nella foto i sindaci di Roma e Matera, Raggi e Bennardi
solite manie di grandezza proprie di chi abita a Matera. Roma è difficile da gestire ma è una metropoli con le sue borgate e tanto altro, Matera è una cittadina da 60 mila abitanti. Basta intervenire e fare dei correttivi e la cosa va avanti.