Eustachio Nicoletti, Segretario Generale Cgil di Matera, in una nota esprime alcune valutazioni sulla crisi che ha travolto l’Amministrazione Comunale di Matera, con ripercussioni negative anche sulle prospettive di sviluppo socio-economico che dovrebbe garantire il successo di Matera 2019. Di seguito la nota integrale.
A distanza di due mesi dall’iniziativa pubblica “cultura al lavoro – Le opportunità di Matera 2019 per la Basilicata ed il Sud” organizzata dalla Cgil di Matera, Regionale e Nazionale con l’obiettivo di denunciare pubblicamente i ritardi della gestione operativa del prestigioso evento e l’inadeguato coordinamento tra i livelli istituzionali comunali, regionali e nazionali, la condizione generale risulta ulteriormente aggravata dalla precaria situazione politico – amministrativa del Comune di Matera che potrebbe mettere definitivamente a repentaglio le aspettative e le potenzialità di rilancio dello sviluppo socio – economico di Matera e della Basilicata.
Sembra che a nulla sia servita la discussione e l’allarme scaturito dalla Tavola Rotonda tra rappresentanti sindacali (provinciali, regionali e nazionali) e istituzionali (Comune, Regione, Ministero, Università, Fondazione):
• sull’importanza e l’irrinunciabile necessità di sinergie tra i diversi livelli amministrativi e politici per affrontare adeguatamente l’occasione unica di Matera 2019;
• sulla necessità di elaborare strategie che focalizzino l’obiettivo sulla città di Matera per rispondere alle aspettative nazionali e internazionali e per essere in grado di trainare virtuosamente tutta la Basilicata ed il Sud in un processo che valorizzi i beni ambientali, archeologici, monumentali e paesaggistici;
• sulla costruzione di approcci e momenti di condivisione partecipata con le parti sociali, le associazioni datoriali e culturali sulla programmazione e sulle scelte affinché queste possano essere strutturate per un successo di lungo periodo che consenta di superare la crisi del sistema produttivo e industriale in declino riconvertendolo verso modelli di sviluppo fortemente interconnessi all’economia della cultura;
• sull’indispensabile recupero di una rappresentanza politico – amministrativa all’altezza delle aspettative e delle potenzialità attraverso l’autorevolezza, l’autonomia e l’ancoraggio al territorio;
• sull’opportunità da parte della politica di mantenere Matera, Capitale europea della Cultura 2019, fuori dal terreno di scontro legato alle appartenenze, configurandolo al contrario come luogo di confronto, anche serrato, sulle questioni di merito, sulle scelte, sulla programmazione per sostenere la realizzazione dei processi applicativi del dossier;
• sulla necessità che l’Amministrazione comunale ponesse rimedio alla debolezza e alle incertezze manifestate nel primo anno di governo intervenendo anche sull’efficienza della macchina comunale perché non diventasse ostacolo all’evento eccezionale ormai imminente.
La crisi dell’Amministrazione della città di Matera, determinatasi dopo i ripetuti rimpasti della Giunta e le dimissioni di quattro assessori, offre invece la rappresentazione di una condizione di ritardo generalizzato su tutti i programmi che potrebbero far crescere lo sviluppo socio – economico di Matera e della Basilicata ancora gravato da percentuali rilevanti di reddito medio, disoccupazione, povertà, spopolamento ed emigrazione intellettuale purtroppo strutturali rispetto a quelle dei paesi europei, ma anche del territorio nazionale e per alcuni versi meridionale.
La grave e perdurante situazione politica del Comune di Matera risulta peggiorata anche dall’approccio politico utilizzato per uscire da una crisi ormai strutturale che si svolge all’interno del Palazzo.
Riteniamo che lo stallo politico venutosi a creare sia frutto anche dell’incapacità e della mancata volontà di coinvolgere le parti sociali, le associazioni datoriali e culturali sulla programmazione e sulle scelte che, se condivise, avrebbero risposto a obiettivi strutturali e di lungo periodo che necessariamente si connettono all’economia della cultura.
Sembrerebbe, inoltre, la grande partecipazione democratica degli italiani, dei lucani e soprattutto dei materani al referendum sulla modifica costituzionale non abbia scosso il Comune di Matera che continua a fare i conti con equilibri di Palazzo che non paiono rispecchiare gli umori della società materana emersi dalle urne.
Una straordinaria mobilitazione democratica ha portato a votare il 68,15 % nella provincia e addirittura il 68,25% nel comune di Matera certificando di fatto un dato da cui far ripartire il dibattito sui problemi concreti dei cittadini lucani e materani.
Dalla tornata elettorale emerge una forte voglia di partecipazione e di cambiamento dei cittadini alla vita politica e sociale che, come Cgil, avevamo già denunciato e rilevato nelle assemblee, non prive di confronto anche acceso, svolte sul territorio comunale e provinciale che hanno visto il coinvolgimento di giovani, lavoratori e pensionati.
Come Cgil abbiamo sostenuto una scelta autonoma e di merito contro una riforma costituzionale sbagliata che aveva come obiettivo finale una verticalizzazione della politica e un restringimento degli spazi democratici, con grave vulnus dell’esercizio della rappresentanza. La vittoria del NO ci ha dato ragione.
Lo scenario attuale, a livello nazionale e locale, dovrebbe allora indurre un cambiamento politico nella gestione delle istituzioni e delle scelte programmatiche di fondo legate allo sviluppo dei nostri territori, a partire dalla soluzione della crisi del Comune di Matera e dalle scelte della Regione Basilicata adeguate ai bisogni ed alle necessità territoriali.
Non è più il tempo dell’occupazione delle istituzioni, è il tempo di dare risposte, scevre da narrazioni disallineate dal paese reale: reddito di inserimento, istruzione, mezzogiorno, sviluppo, per rilanciare il Paese e creare opportunità di lavoro ricostruendo quel sistema di solidarietà proprio di un welfare ormai deflagrato dalla riforma del lavoro.
Anche l’Amministrazione comunale dovrebbe dunque rispondere a queste istanze di cambiamento valutando complessivamente ed obiettivamente se ci sono ancora le condizioni politiche ed amministrative in grado di garantire una governante del programma che:
• utilizzi la rete di partnership tra settore pubblico, privato e no-profit in grado di posizionare la cultura al centro di un’agenda trasversale di interventi pubblici;
• abbia il sostegno del Governo attraverso l’introduzione dello stesso all’interno di processi nazionali e internazionali e di programmazione infrastrutturale che risolvano definitivamente e compiutamente le difficoltà della mobilità collegandola con le direttrici nazionali e internazionali di comunicazione;
• ponga le basi per la costruzione di un distretto culturale avanzato in cui la cultura intesa nell’accezione più ampia che comprende la libertà degli individui, l’innovazione, la creatività, la qualità della vita, oltre che gli aspetti immateriali propri dei paesi caratterizzate dalle economie di tipo post – industriale, rappresenti un mezzo per coniugarne lo sviluppo con la dimensione del lavoro.
Eustachio Nicoletti, Segretario Generale Cgil di Matera