Crisi idrica Basilicata, Federcosumatori: “Dalla conta dei danni appena cominciata è possibile programmare gli interventi strutturali sulla rete idrica piuttosto che bonus estemporanei”. Di seguito la nota integrale.
In una regione in cui la grande quantità di risorsa idrica ha permesso la costruzione fin dagli anni ’50 di grandi opere idrauliche (invasi, traverse, opere di captazione di sorgenti e falde, reti di adduzione e distribuzione, impianti di sollevamento e potabilizzazione), in una regione di poco più di 500.000 abitanti che “disseta” una di quasi 4 milioni di abitanti, in una regione dove tra 2019 e 2023 la tariffa idrica è stata incrementata del 16,5% (seconda in Italia, dove l’incremento nazionale medio è stato dell’11,7% – Fonte IlSole24Ore: https://www.ilsole24ore.com/art/acqua-italia-bassa-tariffa-limita-investimenti-AF7oFCqB?refresh_ce=1), non è accettabile che nel capoluogo di regione e in altri 28 comuni sia sospesa l’erogazione idrica ormai quotidianamente.
Non è accettabile, altresì, se si pensa che ad aprile 2023 è stato sottoscritto l’accordo tra la Regione Basilicata e la Regione Puglia in merito ai debiti che quest’ultima aveva contratto per l’acqua ricevuta nel corso degli anni e che, di fatto, a fronte di un enorme consumo di acqua lucana da parte della Puglia, la Basilicata non ha neanche ricevuto tutte le somme dovute, con l’aggravante che un grande consumo è attribuibile anche all’ex Ilva, che ha pagato solo un decimo dei milioni di euro spettanti ai lucani!
Non è accettabile che una crisi climatica che sta interessando tutta la Basilicata e tutto il Mezzogiorno, debba lasciare a secco il capoluogo di regione più alto d’Italia e le zone montuose circostanti e non zone più aride e meno popolate!
I cittadini e gli operatori economici sono indignati.
Altro che bonus gas e bonus acqua! Qui si è di fronte ad un servizio essenziale che il sistema pubblico regionale non riesce a garantire! Qui ci sono anni di scarsa manutenzione, di scarsa programmazione, di assenza di visione, che ha portato ad avere ormai infrastrutture vetuste dove la dispersione di acqua si aggira attorno al 62%, ben oltre la media nazionale (Fonte Eurispes: https://eurispes.eu/news/un-sistema-che-fa-acqua-lo-stato-delle-acque-in-italia/#:~:text=A%20livello%20regionale%2C%20infatti%2C%20le,idriche%20superiori%20alla%20media%20nazionale) .
Se solo gli enti coinvolti a vario titolo (Regione Basilicata, Acquedotto Lucano, Egrib, Eipli, ora anche Acque del Sud, ecc.) avessero pulito costantemente i corsi d’acqua, dragato le dighe (in questo caso la Camastra), manutenuto e ammodernato le reti e gli impianti, non saremmo al punto che oggi sono necessari interventi che inevitabilmente recano e recheranno danni ai cittadini.
Se solo gli enti coinvolgessero costantemente nei Tavoli tecnici i cosiddetti stakeholders, tra cui le associazioni di consumatori, forse ci sarebbe una visione più realistica delle esigenze della popolazione e delle possibili soluzioni alle problematiche prima che le stesse diventino emergenze.
E’ di oggi la notizia che la Regione Basilicata ha emanato un bando per la pulizia dei fiumi, in particolare per il ripristino del flusso nei corsi d’acqua Ofanto, Basento, Agri, Sinni, Bradano, Cavone e Noce e loro affluenti.
E’ di oggi la notizia che il Comune di Potenza chiude alle 17 gli impianti sportivi comunali, con grave danno per la salute dei cittadini.
Notizie che fanno indignare ancor di più i cittadini, che oltre al danno subiscono anche la beffa di una miopia istituzionale che vuole accecare la popolazione con bonus e bandi emergenziali.
E nel frattempo ci sono asili che chiedono ai genitori di portare casse d’acqua a scuola perché non è più utilizzabile quella dei rubinetti, ormai piena di residui.
E questi residui non arrecano danno agli elettrodomestici e agli stessi impianti, che già presentano rumori metallici?
Tali residui non rischiano di provocare una nuova emergenza, ancor più grave, di tipo igienico-sanitaria?
Negli ospedali e nelle strutture dove l’acqua è essenziale per la salute della persona quali sono le condizioni attuali e quali i rischi?
Come fanno gli anziani e i disabili che vivono da soli a riempire costantemente secchi e secchi di acqua e movimentare continuamente questi carichi?
E siamo sicuri che gli accumuli di acqua che ormai tutti i cittadini hanno nelle proprie abitazioni non siano un ulteriore spreco della risorsa idrica, con il danno che sono sempre i cittadini a dover pagare quell’acqua in bolletta?
E ancora, con le temperature che stanno calando, come si potranno riscaldare i cittadini proprio nelle ore più fredde senza acqua per gli impianti di riscaldamento?
Quali riflessi ci sono e ci saranno per l’economia locale se le attività non possono utilizzare l’acqua e se i cittadini sono indirettamente costretti a tornare a casa prima delle 18:30 (e il sabato prima delle 23) come se avessero un coprifuoco? Bar, ristoranti e locali serali ormai sono sempre più vuoti!
L’impatto politico e sociale di tale emergenza è già enorme e la mobilitazione della società civile con i ricorsi per danni contro il gestore del servizio idrico Acquedotto lucano sono ormai dietro l’angolo.
Quale sarà il reale costo di questa emergenza per le casse pubbliche regionali e per la salute e le tasche dei cittadini?
I cittadini aspettano risposte certe e immediate e non che questa emergenza, una volta risolta da Giove Pluvio, diventi “acqua passata”!.