Riscontriamo che la crisi idrica dello scorso anno non è servita a chi avendo delle responsabilità doveva agire e trovare soluzioni al problema.
Con la presente nota si intende rinnovare, a distanza di appena pochi giorni dalla precedente, a chi di dovere, nuovamente e con maggiore energia, le domande, e chiederne le risoluzioni, rispetto alle problematiche evidenziate, che ormai da più anni attanagliano il comparto agricolo lucano e nello specifico la triste condizione dei consorziati del Consorzio di Bonifica di Basilicata del distretto Ofanto.
Al momento del primo comunicato, che ahi noi, ci tocca tristemente e sconsolatamente constatare, non ha ancora ricevuto alcuna risposta (!), il gruppo che sta dando voce alle richieste inoltrate era nutrito e armato di pazienza, ebbene, a distanza di solo pochi giorni ci preme informarVi che le “schiere dei giusti” ora per ora si stanno infoltendo coinvolgendo non solo gli addetti ai lavori, ma anche singoli cittadini che hanno a cuore le sorti non solo del mondo agricolo, ma di tutta la comunità che a breve verrà investita di una crisi devastante e dalla portata molto impattante negativamente. Come agricoltori e soprattutto come cittadini abbiamo bisogno e pretendiamo risposte certe e nel più breve tempo possibile!
È ben nota la crisi delle nostre Aziende Agricole attive nella Valle dell’Ofanto nei territori di Lavello, Melfi e Montemilone (e comuni limitrofi) causata dalla forte siccità verificatasi nella scorsa stagione 2024 ed è ancora più palese il forte disagio che la carenza idrica ha generato nell’intero settore, coinvolgendo non solo la parte agricola, ma anche l’intero indotto asservito al nostro settore.
Le nostre comunità si reggono principalmente su due settori lavorativi fondamentali: l’area industriale di San Nicola di Melfi e il Settore Agricolo fortemente vocato e altamente specializzato; mentre il primo è in piena crisi da più anni, il secondo riusciva ancora a generare lavoro e benessere per l’intera comunità, cosa che nell’imminente non sarà più possibile, precipitando tutti i cittadini in uno scenario di crisi efferata dalla portata enorme e piena di danni incommensurabili.
Le cause sono sì da imputare alla scarsità di precipitazioni, ma non bisogna nascondersi dietro questa scusa e far finta che buona parte dei danni subiti soprattutto nei settori cerealicolo, ortofrutticolo e zootecnico (quelli maggiormente specializzati e generatori di maggior profitto) siano anche e soprattutto conseguenza di una gestione della risorsa idrica disponibile per l’agricoltura mal programmata ad inizio stagione 2024 e peggio gestita durante lo svolgimento della stessa e ci preme sottolineare e constatare che la programmazione per la nuova stagione stia ancora a zero e che soprattutto non si abbia idea di dove andare a trovare la risorsa necessaria, cioè l’acqua, per soddisfare non le nostre esigenze, ma un nostro sacrosanto diritto, il diritto, di poter lavorare liberamente e nel pieno della nostra autonomia decisionale, facoltà garantitaci dalla Costituzione che viene calpestata da anni di disattenta gestione.
Purtroppo la storia del nostro bacino di utenza è lunga e piena di tanti aneddoti negativi ben noti a tutti, non solo agli scriventi, ma soprattutto a chi avrebbe dovuto ben amministrare e gestire le due risorse strategiche per la zona: l’acqua innanzitutto e l’intera platea sociale dei Consorziati.
Consorziati che negli ultimi anni sono stati trattati alla stregua dei peggiori criminali o come degli allocchi da buggerare. Siamo stanchi di questa situazione e chiediamo a gran voce di essere finalmente ascoltati e soddisfatti nelle nostre richieste. Si sa, l’agricoltore ha tanta pazienza, ma siamo agli sgoccioli…
Siamo perfettamente a conoscenza del fatto che non sia affatto facile gestire la nostra risorsa principale, l’acqua, quando non si è “proprietari” della stessa e non si ha capacità di accumularla nei mesi invernali per farne riserva da erogare al momento opportuno e per questo ci chiediamo come sia possibile programmare il nostro lavoro su questi presupposti, ma con ancora più forza Ci e Vi chiediamo, a distanza di un anno e più, come sia possibile affidare un intero comparto nelle mani di chi non si dimostra capace di gestire e progettare il suo e l’altrui lavoro. È vero, l’acqua disponibile è scarsa, ma in questi anni cosa si è fatto per trovare una alternativa?
Tutto questo ha generato una perdita dei profitti enorme, costringendo le nostre aziende a chiudere i bilanci in forte passivo senza sapere dove prendere le risorse per far fronte alla debitoria passata e soprattutto senza sapere se nei prossimi anni potremo ancora programmare il nostro lavoro e di conseguenza il futuro delle nostre famiglie.
E siamo di nuovo qui, con la perseveranza che ci ha sempre contraddistinto a inoltrarVi nuovi e vecchi quesiti finora rimasti senza alcuna risposta:
Dichiarazione di emergenza idrica in Basilicata, ma soprattutto nel nostro areale;
Nomina di un commissario ad acta nella persona del Presidente della Giunta Regionale per i provvedimenti urgenti riguardanti: a) Campagna irrigua imminente, con autorizzazione ad invasare nella Diga del Rendina un quantitativo di acqua sufficiente; b) cantierizzazione immediata dei lavori di ristrutturazione della Diga del Rendina;
Acquisire con urgenza e certezza le disponibilità idriche usufruibili dal bacino idrografico dell’Ofanto;
Conoscere con immediatezza come il Consorzio di Bonifica della Basilicata intenda ripartire tali disponibilità;
Completamento del riordino delle infrastrutture consortili irrigue nel comprensorio dell’Ofanto;
Revisione immediata degli accordi Puglia-Basilicata riguardo alla gestione della risorsa idrica;
Revisione della legge di bonifica, dello statuto e del regolamento irriguo, ripensando alle gestioni territoriali.