La Regione Basilicata affronta la preoccupante crisi idrica con un tavolo che coinvolge tutti gli attori istituzionali competenti. È sicuramente un’azione da salutare con favore.
Non dobbiamo nasconderci però che la gestione della risorsa ‘acqua’ è stata abbandonata a se stessa per troppi anni. Basta qui ricordare che l’accordo quadro che stabilisce le modalità di gestione risale al 2016.
Oggi, siamo all’emergenza ed è giusto rispondere con azioni rapide e decise. Tuttavia non dobbiamo dimenticare che, per non dover correre sempre ai ripari, sono necessarie azioni di programmazione e pianificazione.
L’acqua è gestita da più Enti che operano a diversi livelli e spesso questo comporta lungaggini e scarsa prontezza di risposte; tutto ciò può essere evitato con un maggiore coordinamento.
Non sfugge, inoltre, come sia essenziale ai fini di una gestione sostenibile dell’acqua che le infrastrutture lucane siano adeguate. Occorre porre rimedio alla obsolescenza infrastrutturale e al degrado funzionale delle opere di regolazione degli apparati elettromeccanico e sistemi di controllo; nonchè all’elevato tasso di dispersione idrica e, soprattutto, al mancato collaudo degli invasi lucani che non consente di aumentare le riserve di acqua pur essendocene la possibilità.
La Basilicata è esportatore netto di acqua in favore delle Regioni limitrofe ed è essenziale che i finanziamenti per le infrastrutture idriche siano messi a terra nel più breve tempo possibile. In caso contrario a risentirne non sarà il solo territorio lucano.
Auspico, dunque, che tutte le Istituzioni coinvolte vogliano cogliere l’occasione data dall’emergenza di questo periodo per affrontare definitivamente i problemi, nello spirito di leale collaborazione che deve ispirare la tutela del nostro ‘oro blu’ e che in tante occasioni fino ad oggi è mancato.