Acquedotto Lucano (SpA) gestisce l’insieme di servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione di acqua a usi civili, industriali e agricoli, oltre a quelli inerenti le fognature e la depurazione delle acque reflue (il c.d. S.I.I. Servizio idrico integrato). Prima della sua costituzione, risalente al 2002, il servizio idrico era affidato per 64 comuni su 131 complessivi, ad Acquedotto Pugliese S.p.A., mentre nei restanti 67 comuni il servizio era gestito direttamente in autonomia dalle restanti amministrazioni. Dopo oltre un ventennio di gestione delle risorse idriche di Acquedotto Lucano, il giudizio non può che essere negativo, soprattutto se agli ingenti investimenti disposti dal 2003 al 2024, proprio per aggiornare la rete colabrodo ereditata da Acquedotto Pugliese, le perdite non solo non sono regredite ma sono addirittura aumentate. Si tratterebbe addirittura di dispersioni per un buon 70%. Con i cambiamenti climatici in atto, l’innalzamento delle temperature, i costanti periodi di siccità la regione Basilicata che vanta, rispetto alle altre regioni del Mezzogiorno, un grande patrimonio di risorse idriche, non può essere ostaggio di una politica regionale dimostratasi da decenni non all’altezza nell’affrontare e risolvere il problema della distribuzione idrica. Gli enti regionali che dovrebbero offrire servizi ai cittadini e alle imprese, non vengono più intesi come strumenti ideati per tali scopi quanto piuttosto quali postazioni da occupare per accrescere il potere di singoli o delle maggioranze di turno che governano la regione. Agricoltori senz’acqua per irrigare, comuni senz’acqua potabile in una regione ricca di oro blu più di altre: un vero paradosso. Quanto ha pesato sulle ultime crisi idriche la cattiva gestione di più di 20 anni di vita di Acquedotto Lucano? Qual è lo stato di salute economica e finanziaria della suddetta società per azioni? Il governo nazionale, come e quando intende intervenire sulla crisi idrica lucana? Tutti quesiti inseriti nell’apposita interrogazione parlamentare a prima firma Lomuti (M5S) depositata all’indirizzo del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini. Secondo le recentissime statistiche, i volumi d’acqua invasati nelle principali dighe lucane sono scesi a 288 milioni di metri cubi: circa 200 milioni in meno rispetto allo stesso periodo del 2023. Si tratta di uno dei livelli più bassi registrati negli ultimi 15 anni.
Set 12