Di seguito la nota inviata dal Gerardo Mariani, referente lucano della Confederazione Pmi Italia, sull’emergenza idrica.
Il commento di Gerardo Mariani (Confederazione Pmi Italia) sulla soluzione temporaneadella carenza idrica
“Solo un inutile spreco di risorse pubbliche che non porterà alcun beneficio alla regione, né a brevené a lungo termine». Gerardo Mariani, referente regionale della Confederazione Pmi Italia, interviene inmerito ai lavori attraverso i quali Regione e Acquedotto lucano cercano di dare risposte ai comuni delPotentino serviti dall’impianto del Camastra (ora quasi vuoto), prelevando acqua dal Basento.
Come si può risolvere il problema idrico? Non certo con l’acqua del Basento, secondo Mariani. «Si stannospendendo milioni per realizzare un’opera inutile, dal momento che (ammesso mai che inizi a funzionare),resterà in attività per quanto tempo? Quando la diga della Camastra sarà pulita e rimessa incondizioni di riempirsi, l’opera non servirà più. Mi chiedo: si possono spendere tutti quei milioni per un’opera che nel giro di qualche anno sarà abbandonata?».
Uno spreco di risorse pubbliche quindi. Ma non è l’unico problema cui sta andando incontro il commissarioregionale all’emergenza, Vito Bardi.
«L’acqua del Basento ha due grandi difetti – sottolinea Mariani – e il primo è indubbiamente legato allepessime condizioni igieniche delle acque. In quel fiume sono stati riversati negli anni troppi agenti inquinanti. E questo porta alsecondo problema: i timori dei cittadini che temono di ammalarsi bevendo quell’acqua. E sedovesse succedere davvero? Il presidente Bardi ha messo in conto che anche un mal di pancia o un malore qualunque potrebbero essere poi attribuiti all’acqua bevuta? Sarà il caos, perché c’è unfattore psicologico che la Regione e Acquedotto non stanno considerando».
Come si esce da questa situazione? Facile criticare, «ma bisogna anche fare proposte e – suggerisceil referente della Confederazione Pmi Italia – basterebbe rileggersi la legge sull’Acquedotto lucano. Lo spirito era quello di mettere insiemetutti i Comuni per ridurre le spese di gestione degli acquedotti comunali, per far sì che grazie afinanziamenti regionali e nazionali si potessero rifare tutte le reti idriche e fognarie della Basilicata. Quindi,in precedenza, c’erano comunque delle reti, ma erano previste anche nuove captazioni e ricerca di sorgentiin modo tale da rendere autonomi i Comuni. Oggi che si potrebbe fare? Per esempio si potrebbe ricorrere all’acqua del Sele, servire Potenza e i comuni senz’acqua, fare nuove captazioni per le sorgenti e poi pulire ivecchi serbatoi da decenni non utilizzati. Così i Comuni si rendono autonomi, la Camastra viene ripulita epuò tornare alla normalità senza urgenza. Tutto senza spendere milioni per opere che poi tra un anno nonserviranno più a nulla. Insomma, prima dell’Acquedotto lucano questi Comuni avevano l’acqua o no? Ecome facevano? Nell’area del Marmo-Platano i Comuni non hanno problemi di acqua: perché? Perché loschema è stato progettato proprio per prevenire i disagi che oggi affliggono il capoluogo e i Comuni servitidalla diga della Camastra».
La verità – secondo Mariani – è che questa situazione era stata ipotizzata, era prevedibile che si arrivasseall’attuale disastro. Per questo c’era stata una progettazione in passato, pensata per prevenirle questecondizioni. Ma, come spesso accade, non c’è stata visione.
«La Regione Basilicata – ricorda Mariani – con la Legge Obiettivo 2001, ha avuto a disposizione 200 milioniper il cosiddetto Distretto G, che prevedeva il collegamento con le dighe di Genzano e Acerenza. In talmodo, lo svuotamento del Camastra (anche per periodiche manutenzioni o pulizia) non avrebbecomportato disagi, l’acqua sarebbe comunque normalmente arrivata ai rubinetti dei cittadini. La gestionefu data ai Consorzi di Bonifica ma, con l’avvento dei nuovi commissari, tutta questa progettazione è andataa monte. Ora tutto è in mano all’Acquedotto Lucano, al quale era stato assegnato il compito di realizzare loSchema Idrico Basento–Bradano- Marascione, che doveva sostituire temporaneamente la Camastra. Oraquello che si ipotizzava potesse succedere è successo ma, nel frattempo, nulla è stato fatto per prevenire legravi conseguenze che comporta lo svuotamento dell’impianto del Camastra. Se, al contrario, fossero statispesi quei famosi 200 milioni previsti per il Distretto G e il Marascione – conclude Mariani – oggi nonsaremmo in questa condizione».