Non abbiamo alcun bisogno di richiami del simpatico Oscar Giannino per rilanciare la mobilitazione popolare sulle royalties del petrolio. Anzi, non può essere certamente qualcuno che solo ora “scopre l’acqua calda”, o che si autoproclama moderno Masaniello, a darci consigli su cosa fare e tanto meno a poter rappresentare la nostra indignazione. E’ il commento del presidente del Csail-Indignati Lucani, Filippo Massaro, che ha tenuto un’assemblea di aderenti e simpatizzanti al Comitato popolare per una discussione sulla nuova fase di impegno che li attende. Vogliamo in proposito rassicurare il leader del movimentino-partitino – aggiunge – che noi lucani sappiamo bene cosa fare per fermare il declino della Basilicata, un declino che coincide in buona parte con la gestione sprecata delle royalties sia quelle incamerate da Regione e Comuni che quelle che potrebbero arrivare. Come conosciamo l’incapacità della classe dirigente della Regione e dei nostri parlamentari a difendere gli interessi del “popolo lucano del petrolio” e a subire una contrattazione con l’Eni e Total che ci vede fortemente svantaggiati persino in rapporto a regioni e Paesi dell’Africa dove la percentuale di royalties sono di gran lunga superiore al nostro misero 10% (card idrocarburi, ricaricata da qualche settimana e già esaurita, compresa). Anche la lettera di quei parlamentari lucani del Pdl che avrebbero dovuto, in cinque anni di permanenza a Palazzo Montecitorio e Palazzo Madama almeno tentare di fare qualcosa, lettera inviata al loro segretario Alfano, è francamente “fuori tempo massimo” proprio come la precedente promessa elettorale fatta da Berlusconi di portare le royalties del petrolio estratto in Val d’Agri al 20%. Entrambi i casi sono tentativi non credibili con l’unico obiettivo di strappare voti, perché in tanti anni di governo Pdl c’era tutto il tempo e c’erano soprattutto gli strumenti per farlo. Berlusconi ha doppiamente tradito la nostra fiducia ed è pertanto in debito di credito nei confronti della gente della Val d’Agri che non ha mai visitato in vita sua proprio per rendersi conto di cosa significa la convivenza con il Centro Olio Eni di Viggiano e i pozzi e quali sono le condizioni di vita dei valligiani come dei residenti del Sauro. E sempre il leader del Pdl continua a difendere gli interessi delle compagnie petrolifere schierandosi apertamente per l’incremento della ricerca e dell’estrazione.
Il Csail-Indignati Lucani – riferisce Massaro – durante l’incontro ha esaminato le proposte e i programmi di coalizioni e candidati per le politiche per dare continuità all’indignazione popolare con un voto utile alla “causa del popolo del petrolio” invitando i valligiani a non sprecare il proprio voto, sopratutto perché il prossimo Parlamento risulterà decisivo nella battaglia delle royalties. Ci risulta una sola proposta credibile, quella contenuta nel programma del consigliere regionale Nicola Benedetto (Cd) di istituire una società specifica, denominata “Petrolucana” per ottimizzare al massimo – come il Csail-Indignati rivendica da sempre – i profitti, i benefici fiscali, le ricadute imprenditoriali ed occupazionali indirette e dirette dell’estrazione del petrolio e del gas di derivazione dai pozzi, e contestualmente per garantire il massimo della tutela di ambiente, territorio e salute dei cittadini, elemento che – evidenzia Massaro – ci sta particolarmente a cuore. La proposta trova fondamento nella strategia del Csail e presuppone uno strumento essenziale e pregiudiziale che è quello dell’installazione dei cosiddetti “contatori” del greggio estratto in Val d’Agri e che attraverso il Centro Oli Eni di Viggiano viene trasferito a Taranto per essere imbarcato in navi-cisterna e fare un lungo viaggio prima di tornare, parzialmente, nel nostro Paese. Senza la quantificazione esatta del petrolio lucano, che registra controlli formali dell’Unmig, l’ufficio competente del Ministero dello Sviluppo Economico, e in sostanza si basa sulla “buona parola” delle cifre fornite dall’Eni, ogni calcolo di royalties riconosciute a Regione e Comuni non ha alcun senso. Per questo, l’idea di una public company controllata direttamente dalla Regione, secondo la proposta di Nicola Benedetto, trova il nostro più convinto sostegno, specie dopo le delusioni provocate dalla nascita di SEL (Società Energertica Lucana) che pure avrebbe dovuto assolvere, sulla carta, a funzioni e compiti di garanzia degli intereressi delle nostre comunità ed invece si è rivelata come l’ennesimo carrozzone di sottopotere politico. Siamo convinti da tempo che né il Memorandum né qualche punto percentuale di royalties in più potranno migliorare la situazione dei cittadini del comprensorio petrolifero tra i più poveri del Paese. Anche in questi ultimi giorni di campagna elettorale – sottolinea Massaro – ancora una volta i politici saranno in giro per la valle e per la regione a promettere quella svolta nell’utilizzo delle royalties del petrolio che non arriva mai e continua ad essere motivo di propaganda utile a recuperare voti. Ma chi ha fatto questi calcoli si sbaglia di grosso. Come Indignati Lucani siamo convinti che i cittadini non ricadranno nella trappola e quindi non sprecheranno il proprio voto.
Feb 18