“L’ultima relazione della Dia al Parlamento che conferma l’aggressivita’ dei poteri mafiosi anche all’interno dei confini regionali rafforza l’iniziativa di Italia dei Valori attraverso il disegno di legge per la vendita dei beni confiscati alla mafia: 80 miliardi, 1700 aziende e titoli di Stato che possono essere messi a disposizione della collettività, destinando questi soldi ad imprenditori onesti, al rafforzamento delle forze dell’ordine e per le bonifiche dei territori degradati dalle ecomafie”. E’ il commento di Carmine Ferrone, componente della segreteria regionale Idv ed assessore al Comune di Bella. “La fotografia della Basilicata contenuta nell’ultima relazione della Direzione investigativa antimafia al Parlamento, dedicata al secondo semestre del 2013 – aggiunge – non consente sottovalutazioni come la Commissione Bindi in visita nella nostra regione ha potuto constatare sopratutto in relazione agli incendi ad aziende agricole ed imprese del Metapontino, al fenomeno dell’usura e al settore del gioco d’azzardo”.
Secondo i dati dell’Agenzia nazionale, che si riferiscono all’inizio dell’anno in corso, in Basilicata i beni confiscati in via definitiva sul nostro territorio sono 14 di cui 11 immobili e 3 aziende su un totale di 12.946 beni (11.238 immobili e 1.708 aziende). Degli 11 immobili 2 sono già dati in gestione, 7 sono destinati a consegna, 2 non ancora consegnati; delle tre aziende, invece, due sono in gestione ed una è uscita dalla fase di affidamento in gestione. L’ultimo sequestro in Basilicata di beni alla mafia risale al 25 gennaio scorso, riguarda una sala ricevimenti di Venosa che apparteneva alla cosca dei Mangione-Matera-Gigante, già sottoposta ad arresti a raffica alla fine delle indagini della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari e in attività anche in Basilicata.
Anche se l’insieme di immobili ed aziende confiscati in Basilicata rappresenta solo lo 0,11% del totale complessivo – afferma il dirigente lucano di Idv – non si deve abbassare mai la guardia nel contrasto alla criminalità organizzata e tanto meno si può rinviare ulteriormente la riforma dell’Agenzia per i beni confiscati alla mafia attraverso un suo potenziamento che è il primo e decisivo passo per rilanciare il tema della confisca. Inoltre il neo Provveditorato Puglia-Basilicata-Calabria per l’Amministrazione Penitenziaria, con la soppressione di quello regionale lucano, che dovrebbe gestire ben 26 istituti penitenziari distribuiti su un territorio impervio e difficile anche sotto il profilo dei collegamenti non aiuta certamente nella lotta alla mafia e alla criminalità organizzata in generale”.
Ago 11