“Dalle stazioni al regolamento urbanistico per pensare Matera 2030”. E’ il tema del convegno promosso nel pomeriggio di martedì 2 dicembre dalla Lega di Basilicata nell’hotel San Domenico.
Al dibattito hanno partecipato gli ex sindaci di Matera, Saverio Acito, Nicola Buccico e Angelo Minieri, Michele Vizziello per l’Associazione Matera Ferrovia Nazionale, mentre hanno rinunciato all’incontro Pantaleo De Finis, presidente Ordine degli Architetti e Giuseppe Sicolo, presidente Ordine degli Ingegneri perché a loro avviso gli ordini professionali devo essere sempre super partes rispetto ai dibattiti politici.
Di seguito la relazione sul tema dell’ex sindaco Saverio Acito
Saverio Acito: “Piazza delle due stazioni, già piazza della Visitazione”.
Da circa 90 anni, come è stato detto in un recente convegno, questo grande spazio centrale della città, aspettava di essere sistemato.
La città storica finiva alla ferrovia e con l’interramento dei binari, avvenuto negli anni ’70, si sancì la connessione con la nuova espansione della città. Ma questa connessione doveva essere progettata adeguatamente e in modo organico soprattutto dopo la visita di Papa Giovanni Paolo II nel 1991, evento da cui il nome Piazza della Visitazione.
Il Concorso bandito dall’Amministrazione nel 1993 chiedeva proprio questo: ridisegnare la saldatura con la città storica,proponendo nuovi spazi funzionali alle necessità della città contemporanea. E dunque la piazza, i parcheggi, i percorsi pedonali e il verde di collegamento, la sala consiliare, le fermate temporanee dei bus, i nuovi uffici per i vigili urbani, il teatro; questi erano i temi su cui lavorare, e non dunque sulla realizzazione di una seconda stazione.
Voglio ricordare che lo stesso De Ruggieri in un Consiglio Comunale del 1992, chiese che nel Concorso si tenesse conto della necessità di realizzare la sala consiliare, e in un suo opuscoletto dal titolo “Il Guerrieri a Matera” invocava la realizzazione di un nuovo teatro oltremodo innovativo nell’architettura e nella funzionalità una moderna “macchinascenica”
Successivamente con l’Amministrazione Buccicoci fu un altro Concorso questa volta ad inviti.Vinse un progetto che prevedeva un grande teatro semi ipogeo e tanto verde intorno. Se si fosse almeno dato seguito a questo progetto, oggi Matera avrebbe quantomeno un grande e moderno luogo di cultura.
Nulla di tutto questo è stato fatto. E’stata invece realizzata, o meglio “fatta realizzare” dalle FAL,una seconda e inutile stazione,accanto alla vecchia realizzata nel primo novecento.
Già allora 8 ex sindaci avevano mostrato contrarietà al modo di procedere dell’Amministrazione, non si poteva rinunciare al Piano attuativo dell’intero ambito e meno che mai, delegare le FAL a ridisegnare il luogo più importante della città per una operazione che invece andava controllata millimetricamente.
L’Amministrazione avrebbe dovuto quanto meno segnalare al progettista le invarianti di cui tener conto e cioè-l’ingombro e la dimensione della piazza davanti al Municipio, – l’ingombro e la dimensione dello spazio per la sala consiliare, la centralità della stazione esistente (quella citata da Levi, per intenderci) –e la necessità dei parcheggi e del verde.
Oggi ci sentiamo dire che la stazione di Boeri è la prima e unica stazione che nasce in un parco, come se questa cosa fosse in sé un primato e migliorasse la situazione: intanto il Parco non c’è e non potrà mai essere realizzato in un luogo con il sottosuolo così cementato e asfaltato: al massimo avremo giardini.
Poi c’è da definire una volta per tutte cosa si intende con la parola “intergenerazionale”, come se,per esempio, la Villa Comunale non lo fosse già.E’una vita che lì anziani e bambini interagiscono, in una dimensione, appunto, intergenerazionale.
Per quanto riguarda il tema dei temuti volumi va innanzitutto sgombrato il campo da un equivoco:
tutte le volte che si parla di volumi in quest’area si fa sempre riferimento a possibili volumi pubblici e solo marginalmente privati per la sopravvivenza di alcune preesistenze: dunque non c’è un problema di speculazione edilizia, come si vuolsubdolamente far intendere.
Piuttosto la stazione di Boeri, cos’altro è se non un volume, di 2.000 mc?
Ecos’altro è la pensilina che racchiude un volume virtuale di altri ben 30.000 mc?
E non è forse un volume l’ex edificio postale (peesistenza), oggi Bonà, che andava eliminato o delocalizzatocosì come previsto in tutti i Concorsi e invece è ancora lì?
E dirò di più: il R.U. ancora in discussione, prevede addirittura una premialità volumetrica per questo edificio di 570mc.
Quando il Sindaco parla di 53.000 mc che lui avrebbe neutralizzato, parla, sperando di colpire l’immaginazione di orecchie scollegate dal cervello.
Piuttosto il R.U., in fase di approvazione, prevede già 20.000 mc di nuova volumetria in tutta l’area, da cui però è stata stralciata l’area di proprietà della Provincia di fianco al Tribunale che invece nei precedenti Concorsi ricadeva all’interno del perimetro dell’area cosiddetta Piazza della Visitazione (ora piazza delle due stazioni e dell’unica mezza ferrovia a scartamento ridotto, questo sì un primato …mondiale).
Il R.U. indica per quest’area un’ulteriore previsione volumetrica di circa 8.000 mc.
Dunque, se si sommano questi volumi siamo a circa 29.000 mc che questa Amministrazione potrebbe realisticamente realizzare su quest’area oltre i volumi della stazione già realizzati.
Intanto:
– è nostra convinzione che l’operazione Boeri sia stata predeterminata già prima dell’operazione FAL;
– è nostra convinzione che il Comune non avrebbe potuto dare l’incarico direttamente al professionista e che, dunque si è aggirato l’ostacolo attraverso l’intervento ardito, diretto delle FAL (soggetto pubblico o privato?);
– ènostra convinzione cheil progettista è ricorso a modalità di progettazione piuttosto affrettate, imponendoci modelli non originali: una pensilina come tante (Marsiglia o Milano) e un volume di servizi come altri già realizzati e con uguali rivestimenti (?);
– è nostra convinzione che la stazione poteva essere tutta ipogea, (l’avevamo chiesto con il primo documento), per poter avere libero lo spazio da destinare a Piazza;
– è nostra convinzione che Matera non aveva assoluto bisogno di unNON ORIGINALE Landmark urbano imposto da … presuntuosi colonizzatori: Matera ha già i Sassi, Landmark naturale e, QUESTO Sì UNICO EDORIGINALE;
– è nostra convinzione che con i soldi spesi per l’inutile “mausoleo” sottratti quindi a ben altri utili interventi, si poteva adeguatamente sistemare l’intera area.
Voglio ricordare, poi, che i progetti del primo e secondo Concorso prevedevano fino a 500 posti auto in un’area a cavallo del Centro storico, tutti comodamente interrati. Finora non abbiamo visto un solo posto auto anzi, con il riconoscimento alle FAL del cuore della Piazza delle due stazioni, i posti auto, ora a disposizione, sono considerevolmente ridotti.
Ultima veloce annotazione. Tutta la pianificazione urbanistica dovrebbe essere elaborata su tavole non catastali,quindi a prescindere dalla titolarità delle aree e così non interferiva e non interferisce minimamente sulle scelte e la qualità di esse la circostanza che il Comune solo di recente è divenuto proprietario delle aree, residuali rispetto alle privilegiate delle FAL! Non sempre il fascino lessicale può snaturare fatti e procedure.
La fotogallery del convegno (foto www.SassiLive.it)