Dati Fondazione Gimbe: mobilità sanitaria in Basilicata sta crescendo. Intervento Consigliere regionale Leggieri.
Sono sempre tantissimi i cittadini del meridione, e soprattutto i lucani, che fuggono verso il nord per farsi curare. La Fondazione Gimbe rende noto che la mobilità sanitaria in Basilicata sta crescendo e che ciò dipende dalle liste di attesa sempre più lunghe e dalla carenza di personale medico e paramedico che, in quest’ultimi anni, è andato in pensione.
I dati sono allarmanti: nel 2025 in Basilicata il numero dei medici di medicina generale diminuirà di ulteriori 36 unità rispetto al 2021 e siamo tra le prime tre regioni, dopo la Calabria e la Campania, che subiranno una riduzione maggiore.Non solo medici di base, ma anche carenza di personale infermieristico, con il rischio che le comunitàpiù piccole ed interne sarannoprive del presidio medico.
Nonostante le ultime assunzioni sbandierate dall’assessore Fanelli, la mediadi infermieri per posto letto presso l’Azienda Ospedaliera regionale San Carlo di Potenza è al di sotto dell’1,5 per cento.
Un servizio sanitarioridotto a brandelli, e per questo dobbiamo ‘ringraziare’ sia il ministro Calderoli che il presidente Bardi; quest’ultimo rispetto al disegno di legge sull’autonomia differenziata (approvata ieri in Senato)non ha tentato alcuna difesa per evitare tale sfacelo. Una posizione autolesionistica che dimostra come il presidente Bardi abbia pensato al suo interesse personale, alla sua probabile prossima candidatura e non agli interessi della popolazione.
Secondo i recenti dati Gimbe, la Basilicata detiene il ‘primato’ in Italia per la spesa pro-capite più elevata dovuta alla migrazione sanitaria: oltre 220 euro a lucano. I debiti della nostra Regione nei confronti delle Regioni dove sono localizzate le strutture che accolgono i nostri cittadini ammontano a 128,3 milioni di euro.
Il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, ha spiegato che,con l’approvazione del ddl sull’autonomia differenziata,il divario sanitario nord-sud è destinato ad aggravarsi.
Una situazione complessa e delicata che andrà a compromettere seriamente il diritto alla salute di tutti noi lucani e delle nostre comunità, accrescendo il divario con le regioni del nord e dando così ‘il colpo di grazia’ finale al nostro sistema sanitario regionale,già compromesso.