Riportiamo di seguito la nota di Giuseppe Potenza, presidente Comitato Nazione iscritti DC 1992-93 relativa agli impegni che dovranno interessare i cattolici nel 2015. Di seguito la nota integrale.
Quanti cattolici hanno ascoltato in questi giorni di feste le parole del Papa e quanti si sono chiesti se quelle parole erano dirette a loro? Comodamente seduti davanti a tavole imbandite, in case rassicuranti e ben riscaldate, le parole del Papa forse sono scivolate su coscienze impigrite. Per noi l’anno che comincia, dopo quello appena finito tra delusioni, declino e speranza, riparte da un obiettivo : Politica è mettersi assieme per un progetto. Il gran «dovere» politico dei cattolici: immischiarsi e ricostruire. Sono le ragioni di un impegno che ci vedranno di nuovo in Tribunale a Potenza il 24 febbraio prossimo nell’udienza preliminare (giudice Giuseppe Losardo) per l’esame dell’esposto presentato dal Comitato Nazionale degli iscritti della DC 1992-93 che chiama direttamente in causa Pierferdinando Casini, Rocco Buttiglione, Gerardo Bianco, Angelino Alfano, e tanti altri che continuano ad usare il simbolo storico della DC. Al Tribunale di Potenza chiediamo prioritariamente e quindi prima di entrare nel merito di inibire l’uso del simbolo della Dc e di farlo in tempi rapidissimi tenuto conto che nella primavera prossima sono in calendario nuove elezioni amministrative e quindi sarà necessario stabilire la titolarità del simbolo. Dal 1992 è accaduto infatti che in tanti si sono autonominati rappresentanti della DC o comunque hanno usato impropriamente il simbolo dello scudo crociato, individuando sedi solo formali e promuovendo iniziative sporadiche. Per questa ragione, come gli unici rappresentanti della DC perché iscritti al 1992-93 ci siamo posti il preciso obiettivo di riorganizzare il Partito, eleggendo gli organi nazionali, regionali, provinciali e locali, applicando fedelmente lo Statuto della D.C., ovviamente senza discostarci da quanto dettato dalle Sentenze che hanno contraddistinto la fine dell’iter giudiziario. Vi è l’esigenza quindi, di tutelare l’interesse pubblico sia nell’esercizio del diritto permanente di partecipazione (art. 49 Costituzione), sia la salvaguardia dei diritti ideali, politici, patrimoniali, degli associati al partito (art. 36 c.c.) che si sono visti privati illegittimamente delle loro prerogative”. Don Luigi Sturzo non rivelò mai perché scelse lo scudo bianco, crociato in rosso, per il suo Partito popolare. Era il 1919. Le ipotesi sono tutte buone: il richiamo alle Crociate, ai Comuni della Lega lombarda, la battaglia di Legnano contro Barbarossa. Quel simbolo, lo scudo crociato e la parola «Libertas» sul segmento corto della croce latina, ha vissuto onte e glorie della Dc per cinquant’anni, si è celato nell’era di Tangentopoli, ed è giunto, senza scomparire mai del tutto, fino ai giorni nostri. Nella vicenda della rappresentanza politica e giuridica della Democrazia Cristiana che si trascina da troppi anni siamo finalmente ad una svolta: solo gli ultimi iscritti alla Democrazia Cristiana nel periodo 1992-1993 hanno il diritto di riprendere l’attività politica del partito, interrotta improvvisamente per l’“abbandono“, sia dei rappresentanti degli organi dirigenziali nazionali, che dei parlamentari di Camera e Senato. La verità è che chiunque voglia fare i conti con Renzi, superando l’attuale carenza democratica, e costruire un’ipotesi di alternativa, ha assunto consapevolezza che senza i cattolici moderati non ha alcuna chance. Dunque il processo di nuovo protagonismo dei cattolici in politica va avanti, ma è indispensabile per i cattolici individuare il contenitore della buona politica. Più che un atteggiamento, un cattolico con responsabilità nelle istituzioni deve spendersi per un progetto di vita. E’ tornato il tempo in cui i cattolici hanno l’obbligo morale di uscire dalle sacrestie e invadere il mondo seminando testimonianze di vita verace. E’ giunto il tempo in cui tutelare gli interessi di tutti e gestire la cosa pubblica con onestà e trasparenza deve essere sinonimo di preghiera. Una preghiera fatta non solo di parole sia pure belle, ma di gesti concreti perchè la politica ritorni servizio delle nostre comunità.
Ignazio Messina, segretario nazionale Italia dei Valori: “L’anno che verrà con Italia dei Valori”.
E’ tempo di bilanci e l’anno che è appena passato è stato pesante sul piano sociale, politico e istituzionale. L’anno che inizia deve essere diverso e migliore, per il nostro grande Paese perchè ha sofferto le conseguenze di una gravissima crisi. Una crisi dalla quale si dovrà uscire se si porterà fino in fondo un’azione comune per il rilancio della crescita economica e dell’occupazione. Gli Italiani hanno grandi riserve di volontà costruttiva e di coraggio su cui contare ma sono stremati, davvero stremati dal peso dei disagi,del malessere diffuso al quale va data risposta qui ed ora, nel 2015, e noi dell’ Idv lavoreremo in pari tempo a un disegno di sviluppo nazionale e di giustizia sociale da proiettare in un orizzonte più lungo. Abbiamo lottato per i nostri valori, gli ideali e le idee giuste mantenendo saldi i principi irrinunciabili che caratterizzano la linea politica di questa nuova Italia dei Valori, che con gli iscritti e gli amici simpatizzanti abbiamo portato avanti. Ci siamo dimostrati uniti in molte delle scelte condivise e sostenute, con partecipazione, senso critico e responsabilità, senza mai abdicare alla nostra coscienza. La riforma Fornero, il gioco d’azzardo, i beni confiscati, il femminicidio, la corruzione, la legalità, il lavoro, il rientro in Parlamento, sono solo alcuni dei pezzi di un puzzle al quale, ogni giorno, se ne aggiungono di nuovi. Siamo ridiventati interlocutori politici credibili. Noi dell’Idv a Sansepolcro, un momento straordinario e carico di aspettative, abbiamo dato grande prova di unione e qualità, che sono certo, non si logoreranno mai. Alle persone che soffrono, a quanti lavorano per garantire la nostra sicurezza, a tutti coloro che non possono festeggiare, mi sento di rivolgere un augurio particolare, mi sento di chiedere forza, coraggio e speranza per l’anno che si apre. A testa alta, camminiamo insieme, c’è solo da andare avanti e crederci.
Buon 2015