“Dopo i vescovi e l’impegno a superare il disagio sociale delle famiglie l’incontro di venerdì 20 dicembre del Governatore Pittella a Balvano ha un altro significato politico e civile che è quello di definire una nuova strategia di intervento per le Aree Interne (di cui la comunità balvanese è un simbolo) che rappresentano una parte ampia della nostra regione – circa tre quinti del territorio e poco meno di un terzo della popolazione – assai diversificata al proprio interno, distante da grandi centri di agglomerazione e di servizio e con traiettorie di sviluppo instabili ma tuttavia dotata di risorse che mancano alle aree centrali. Intervenire in modo deciso è un impegno politico, a un tempo doveroso e sfidante. Richiede visione d’insieme, azione coordinata, mobilitazione di “comunità”. E’ il commento del segretario regionale della DC-Libertas Giuseppe Potenza per il quale “nell’agenda del programma dei primi 100 giorni di governo regionale è questa una sicura priorità legata alla nuova programmazione 2014-2020 dei fondi comunitari. Il punto centrale riguarda il “come spendere” le risorse dell’Ue. L’innovazione metodologica principale consiste nel fatto che per aspirare a trasformare la realtà attraverso l’azione pubblica è necessario che i risultati cui si intende pervenire siano definiti in modo circostanziato e immediatamente percepibile, sia da coloro che sono responsabili dell’attuazione, sia da coloro che ne dovrebbero beneficiare al fine di dare vita a una vera e propria valutazione pubblica aperta. L’individuazione dei risultati desiderati deve essere effettuata prima di scegliere quali azioni finanziare e mettere in pratica. Si tratta di un requisito ovvio, eppure nella pratica comune quasi mai rispettato”.
Secondo il segretario della Dc “esiste un crescente consenso nell’interpretare le “trappole del non-sviluppo” quale risultato di scelte consapevoli delle classi dirigenti locali e nazionali. Tali scelte sono dettate
dalla convenienza a estrarre un beneficio certo dalla conservazione dell’esistente – giovani non istruiti,
accessibilità inadeguate, imprese inefficienti assistite, barriere amministrative all’entrata, ambiente non
tutelato, bandi di gara e progetti mal fatti – anziché competere per un beneficio incerto in un contesto
innovativo e in crescita – dove i giovani sono competenti, l’accessibilità buona, le imprese inefficienti
acquisite da quelle efficienti, l’entrata è facile, l’ambiente è tutelato, bandi di gara competitivi e progetti
ben fatti attraggono l’offerta dei migliori. In altri termini, l’azione pubblica è di cattiva qualità non per
l’incapacità delle classi dirigenti che ne sono responsabili, ma per la loro espressa volontà.
Se così stanno le cose, l’azione pubblica per la coesione, nel mirare a creare per tutti i cittadini opportunità di vita, lavoro e impresa che dipendano il meno possibile dalle condizioni e luogo di nascita, deve destabilizzare queste trappole del non-sviluppo, evitando di fare affluire i fondi nelle mani di chi è responsabile dell’arretratezza e della conservazione. Aprendo invece varchi per gli innovatori sia nei beni pubblici che produce, sia nel modo in cui li produce. Intanto – conclude Potenza – le prime idee annunciate da Pittella per ripensare le istituzioni locali delle aree interne, vale a dire le Aree Programma che hanno sostituito le Comunità Montane, è sicuramente un buon primo passo per “bonificare” la giungla di enti e strutture che invece di sviluppo nelle nostre zone svantaggiate hanno solo “succhiato” denaro pubblico”.
Dic 21