Giuseppe Potenza, segretario regionale DC-Libertas, commenta “lo scontro tra Marcello Pittella e il resto del PD”, in una nota che riportiamo integralmente: “E’ tempo di pacificazione politica”.
Tra falchi, colombe e piccioni (gli equidistanti spesso per convenienza) è tempo di pacificazione politica. Comunque si concluda lo scontro tra Marcello Pittella e il resto del Pd, qualunque sia l’esito delle mediazioni nel centrosinistra vecchio e nuovo, quello che ci preoccupa di più è la pacificazione tra l’elettorato lucano, che va oltre a quello delle Primarie. In molti in questi giorni hanno sottolineato che, come accade nel calcio, gli “ultras” sono i peggiori nemici della serenità del confronto. Provare per credere: un “ultras” juventino non ammetterà mai che oggi la Roma è da scudetto come un elettore ultras di Lacorazza che Pittella è governatore nella pienezza dei poteri. Tutto questo accade in Basilicata mentre il vero valore aggiunto del Governo Letta è la sua capacità di mediazione tra i due grossi blocchi sociali. Solo con questa maggioranza possiamo immaginare le grandi riforme che servono per cambiare il Paese. Invece, in Basilicata, senza per questo evocare la stagione, da noi improponibile, della grandi intese è “tutti contro tutti”. Ma ciò che si sottovaluta di più è che agli attuali spezzoni di programmi sentiti sinora sembra mancare l’idealità, i valori ed principi etici e morali; dunque, una coalizione di schieramenti senza forti ideologie per ottenere un potere senza alcun controllore, e restare vincolati solo ad una promessa di programma. Per avere il voto dei cattolici è un pò poco, vero?
Questo modello di politica senza “anima” ha dimostrato di generare deserto, ovvero la fine di ogni tipo di coltura benefica e produttiva, che ha sempre avuto in sé, oltre al frutto, anche il seme della speranza per le future generazioni. Oggi, quindi, un deserto che uccide e sul quale bisogna
intervenire dando alla politica l’anima e l’acqua viva della sorgente, dalla quale sgorgano le più alte idealità: le sole in grado di dare consiglio e forza al buon governo.
L’ideologia cristiana, con i suoi valori ed i suoi principi, è in grado di generare un’infinità di programmi e di progetti tesi al governo della giustizia. Essa è anche una fonte di sapienza alla quale i suoi ambasciatori ed amministratori potranno sempre attingere, evitando così le cisterne malsane degli arrivismi personali. La stessa è anche un’attenta vigilatrice dei suoi collaboratori, affinchè nessuno esca dagli impegni assunti, principalmente nessuno dei suoi eletti tradisca i valori e i principi del cristianesimo, per svolgere il mandato di servizio sociale, che la nostra ideologia chiede ancor prima della nostra Costituzione.
Penso, in sintesi, che gli uomini possono ritardare il processo della politica, ma il loro destino è inevitabile: come in Spagna anche in Italia nascerà una grande forza politica che rappresenterà il cattolicesimo europeo. E’ la legge dei democristiani “sparsi” come la chiama Cirino Pomicino. Quei politici che in questi mesi hanno appoggiato il governo Letta, a destra, a sinistra e al centro; quelli che magari non lo hanno sostenuto ma che non si sono poi così messi di traverso, ritrovandosi spesso a citare Nino Andreatta, Alcide De Gasperi, Carlo Donat Cattin o Aldo Moro (persino il giorno della fiducia proprio all’esecutivo di larghe intese); quelli che spesso hanno avuto un passato democristiano o buone entrature in Vaticano; e quelli che stanno aspettando la “fine” politica di Silvio Berlusconi. Insomma tutti quelli che, dopo questo governo di larghe intese, potrebbero presto ritrovarsi assieme, in una grande ammucchiata di moderati, portandosi dietro tutto il loro bagaglio di “poteri” politici, religiosi, economici, bancari e finanziari.
Il leit motiv è noto: «Moriremo democristiani». Non lo auguriamo a Pittella di cui conosciamo benissimo l’appartenenza alla cultura socialista. A lui invece rinnoviamo l’appello di tenere sempre aperta la porta del dialogo con i cattolici e l’area moderata che sono elementi essenziali per quella svolta promessa e di valorizzarne ogni idea specie rivolta al benessere sociale delle nostre comunità, mettendo gli “ultimi” al primo posto del suo agire.