“Considerare la responsabilità politica come una forma di servizio nobile e impegnativa perché si prende carico delle persone; promuovere la prossimità, i legami, i rapporti e in particolare l’ascolto; praticare la solidarietà non solo nelle feste di Natale: sono questi gli atteggiamenti che si richiedono alla politica lucana per rispondere agli appelli di Mons. Superbo e Mons. Ligorio per questo Natale”. E’ il commento del segretario regionale della DC-Libertas Basilicata Giuseppe Potenza per il quale “il terremoto sociale di cui parla Mons. Superbo, specie per l’assenza di lavoro esige, come accadde con il terremoto del 1980, una responsabilità solidale che rimetta al centro dell’agire quotidiano il bene comune. Senza quello sforzo corale di politica, istituzioni, meravigliosi volontari non avremmo conosciuto la ricostruzione e la rinascita. Dunque nel territorio vanno valorizzate le risorse che abbiamo, dal pubblico, alla chiesa, alle associazioni. Il disagio e la povertà sono presenti in maniera seria, hanno manifestazioni che non erano usuali da noi. Non dobbiamo cadere nel rischio che i poveri diventino invisibili agli occhi di chi sta bene, come dice Papa Francesco, questa è la strada sbagliata».
Per il segretario della DC “risentiamo innanzitutto del clima generale di smarrimento, che ha liquidato i sogni della “affluent society” e l’ingenuità perfino irresponsabile di chi dava al mercato un’assoluta affidabilità, come se bastasse favorire il liberalismo economico più ampio per vedere fiorire il benessere di tutti. La sfiducia è anche il prezzo amaro pagato da chi ha creduto nelle promesse dell’economia virtuale della finanza, fatta passare per economia reale, quasi che i giochi speculativi di alcuni fossero capaci di produrre di per sé ricchezza, sempre più distaccandosi dalla realtà della produzione e dello scambio dei beni. La sfiducia è quella che si esprime nella disaffezione dall’impegno politico di base, come dalla militanza vissuta con passione per cause di giustizia, di pace e di promozione umana. Senza fiducia, però, non si va da nessuna parte: Natale richiama credenti e non credenti, figli e protagonisti di questa società segnata da secoli di cristianesimo, a ritrovare le ragioni della speranza. Papa Francesco parla dei principi “per avanzare in questa costruzione di un popolo in pace, giustizia e fraternità”. Questi principi orientano “lo sviluppo della convivenza sociale e la costruzione di un popolo in cui le differenze si armonizzino all’interno di un progetto comune”. Per Papa Francesco la loro applicazione “può rappresentare un’autentica via verso la pace all’interno di ciascuna nazione e nel mondo intero”.
Per ultimo – dice Potenza . accenno alla “tristezza individualista” che caratterizza l’attuale momento storico, una tristezza che si può vincere con la politica strumento di servizio. Il grande rischio del mondo attuale è una tristezza individualista che scaturisce dal cuore comodo e avaro, dalla ricerca malata di piaceri superficiali, dalla coscienza isolata. “Quando la vita interiore si chiude nei propri interessi – sono parole di Papa Francesco – non vi è più spazio per gli altri, non entrano più i poveri, non si ascolta più la voce di Dio, non si gode più della dolce gioia del suo amore, non palpita l’entusiasmo di fare il bene”. Per “non lasciarsi rubare la speranza”, è necessario però riscoprire le ragioni della solidarietà: dalla crisi non si uscirà se non insieme e con l’impegno di tutti verso gli ultimi.La nostra sollecitazione rivolta al Presidente Pittella di rilanciare la propria azione sui valori della solidarietà, della giustizia sociale, della tutela dei più deboli, valori tradizionali e sempre attuali dei cattolici. L’occasione ravvicinata è la manovra finanziaria: si realizzi sotto il segno della solidarietà e per determinare prime opportunità di lavoro a capifamiglia e giovani e per bloccare l’emorragia dei licenziamenti”.