Si è conclusa oggi con un aggiornamento al 24 febbraio 2015 l’udienza preliminare (giudice Giuseppe Losardo) per l’esame dell’esposto presentato dal Comitato Nazionale degli iscritti della DC 1992-93 che chiama direttamente in causa Pierferdinando Casini, Rocco Buttiglione, Gerardo Bianco, Angelino Alfano, e tanti altri che continuano ad usare il simbolo storico della DC. L’aggiornamento è motivato da problemi procedurali per l’ulteriore notifica agli interessati. Intanto si sono costituiti l’Udc (rappresentata da avvocati Galoppi e partner Roma) e il Movimento politico Libertas (rappresentato dallo studio avv. Morani Roma) mentre il Ministro dell’Interno Angelino Alfano, in qualità di segretario del Ncd, ha rinunciato alla costituzione.
L’avv. Rosanna Faraone, che rappresenta il Comitato Nazionale degli iscritti DC 1992-93, ha ribadito le motivazioni dell’esposto sottolineando che dalle sentenza del 15/09/2006 n. 19381 del Tribunale di Roma, Terza Sezione Civile (in persona del Giudice Dott. Francesco Manzo), della Corte di Appello di Roma n. 1305/09; e Corte di Cassazione a Sezioni Unite n. 25999/2010; Ordinanza cautelare del 21/03/2013, pronunciata dal Tribunale di Roma Sezione 3° Civile – Giudice Dott. Scerrato (nel procedimento N: 79518/2012 R.G), si evince che nel corso degli anni più persone pur richiamandosi ai valori posti alla base dell’attività politica della Democrazia Cristiana di Sturzo e De Gasperi, ritenendosi, in modo inesatto, erede e tutrice, in verità non avevano la rappresentanza giuridica. Con le stesse sentenze – afferma l’avv. Faraone – si metteva fine alle dispute tra le diverse formazioni politiche, durate per 19 anni, che, come statuito chiaramente dalle sentenze, si richiamavano ai valori e alla formazione politica della D.C., ma non avevano la legittimazione giuridica del simbolo scudo crociato con la scritta Libertas e del nome Democrazia Cristiana. Al Tribunale di Potenza – ha spiegato l’avv. Faraone – chiediamo prioritariamente e quindi prima di entrare nel merito di inibire l’uso del simbolo della Dc e di farlo in tempi rapidissimi tenuto conto che nella primavera 2015 sono in calendario nuove elezioni amministrative e quindi sarà necessario stabilire la titolarità del simbolo.
Per il presidente del Comitato nazionale DC Giuseppe Potenza “i problemi procedurali riscontrati che riguardano la difficoltà di notifica ad alcuni soggetti politici interessati tra i quali il Cdu e la Dc di Angelo Sandri confermano la necessità di definire prima in forma giuridica e successivamente politica la rappresentanza della DC. Dal 1992 è accaduto infatti che in tanti si sono autonominati rappresentanti della DC o comunque hanno usato impropriamente il simbolo dello scudo crociato, individuando sedi solo formali e promuovendo iniziative sporadiche. Per questa ragione, come gli unici rappresentanti della DC perché iscritti al 1992-93 ci siamo posti il preciso obiettivo di riorganizzare il Partito, eleggendo gli organi nazionali, regionali, provinciali e locali, applicando fedelmente lo Statuto della D.C., ovviamente senza discostarci da quanto dettato dalle Sentenze che hanno contraddistinto la fine dell’iter giudiziario. Vi è l’esigenza quindi, di tutelare l’interesse pubblico sia nell’esercizio del diritto permanente di partecipazione (art. 49 Costituzione), sia la salvaguardia dei diritti ideali, politici, patrimoniali, degli associati al partito (art. 36 c.c.) che si sono visti privati illegittimamente delle loro prerogative”.