“Uniformare celermente il testo del disegno di legge sugli Usi civici in base alle numerose indicazioni emerse nel corso della seduta della Commissione, con la riscrittura di alcuni emendamenti concordati con le parti, per arrivare a licenziare il testo quanto prima”.
E’ quanto ha dichiarato il presidente della terza Commissione consiliare (Attività produttive – Territorio – Ambiente) Vincenzo Robortella (Pd), a conclusione dei lavori della seduta dell’organismo consiliare interamente dedicata al disegno di legge su “Usi civici e loro gestione ex legge n. 1766/1927 e Regio Decreto 332/1928 che abroga la l.r. 57/2000 e ss.mm.ii.”.
Il disegno di legge nasce dalla necessità di porre un punto fermo per quanto riguarda la gestione delle terre gravate da uso civico, fornendo precise indicazioni soprattutto per dirimere possibili contenziosi tra amministrazioni e cittadini e definire tutti gli strumenti utili per operare una corretta pianificazione territoriale.
“Su questo argomento – ha detto il notaio Zotta – non possiamo non partire dal 1806 e dall’abolizione della feudalità. Non basta rifarsi alla sola legge del 1927, che del resto aveva come scopo quello di dare lavoro ai reduci della guerra del 1915-1918. Per mia esperienza, quasi in nessun caso viene indicato se si tratta di casi previsti da leggi precedenti al 1927 in materia di usi civici, nel momento in cui i Comuni si rivolgono ai periti per la definizione di terreno demaniale. Se non esiste una specifica legge in materia di imposizione del canone da parte dei Comuni, non è possibile procedere e da ciò l’urgenza di intervenire su questa materia. Tra le cose da segnalare, ci sono problemi di natura prettamente fiscale, nello specifico l’articolo 16, dal momento che la Regione non ha competenza in merito. C’è inoltre un problema di aggiornamento del testo alle ultime novità normative a livello nazionale ed è importante esaminare le altre leggi regionali”.
“Si tratta di una materia complessa e articolata – ha esordito il sindaco di Pietragalla e rappresentante dell’Anci, Nicola Sabina – e sono soprattutto i Comuni che si ritrovano tra l’incudine ed il martello. Parliamo infatti di numerose vicende con problemi legati alle riscossioni dei canoni da un lato e a contenziosi davanti il giudice ordinario dall’altro. Serve per questo un punto fermo per dare indicazioni ai sindaci su come muoversi. L’Anci manifesta – ha aggiunto – la necessità urgente di fare un’estrema chiarezza sugli obblighi a carico degli amministratori”.
Per il docente dell’Università di Salerno, Giuseppe Di Genio “è necessario tenere in considerazione quanto si sta facendo a livello nazionale. E’ infatti in corso di promulgazione una nuova legge sui domini collettivi, che avrà ricadute anche a livello regionale. Questo testo di legge ci darà un quadro generale ulteriore su cui lavorare in sede di normativa regionale. Tra l’altro, sarebbe opportuno verificare se la legge regionale 23/1997 sulle Comunità montane sia ancora in vigore ed, eventualmente, definire i corretti collegamenti tra le due leggi”.
“La legge nazionale in materia – ha detto Francesco Muscio, del Collegio dei Periti agrari di Potenza – parla di gestione all’interno di un quadro chiaro. La nostra realtà è invece che siamo ancora all’alba su questa materia, ovvero stiamo ancora facendo gli accertamenti su cosa dobbiamo gestire. Ci ritroviamo invece ancora a parlare di antichi livelli da esentare”.
Dopo gli interventi introduttivi, il presidente Robortella ha invitato i presenti all’analisi del testo, articolo per articolo. Le attenzioni principali si sono concentrate sull’articolo 1, in materia di privatizzazione e processi di allodializzazione e sulla natura civica delle terre comunali, sull’articolo 5, per la parte riguardante l’interesse generale della popolazione e la sua possibile interpretazione e sulla differenza per quanto riguarda i termini di “sclassificazione” e “sdemanializzazione”, alla luce della norma approvata in Sardegna e dell’esperienza maturata dalla Regione Lazio. Ulteriori annotazioni hanno riguardato il comma 4 dell’articolo 5, in materia di autorizzazione per il rilascio di sanatorie edilizie e il rapporto tra periti, Comuni e Regione.
Nel corso del dibattito sono intervenuti i consiglieri Romaniello (Gm) e Perrino (M5s) che hanno posto domande per quanto riguarda le sanatorie delle aree annesse ai fabbricati e la necessità di avere maggiori informazioni per quanto riguarda i singoli emendamenti che sono stati presentati al disegno di legge.
Al termine dei lavori è stato stabilito il calendario delle prossime attività, con la stesura del testo completo con gli emendamenti, che sarà riportato nella prossima seduta, per arrivare alla definitiva approvazione in Aula entro il prossimo 21 novembre.
Hanno preso parte ai lavori, oltre al presidente Vincenzo Robortella (Pd), i consiglieri Giannino Romaniello e Aurelio Pace (Gm), Antonio Bochicchio (Psi), Giovanni Perrino (M5s), Carmine Miranda Castelgrande, Vito Giuzio e Vito Santarsiero (Pd).