Decreto Ministro Bianchi su modalità di accesso laureati e docenti precari ai ruoli della scuola pubblica per l’insegnamento, intervento Leonardo Giordano (Componente Dipartimento Nazionale “Pubblica Istruzione” di Fratelli d’Italia).
Leonardo Giordano, reduce dalla Conferenza Programmatica di Fratelli d’Italia, tenuta a Milano tra il 29 aprile ed il 1 maggio, avendo partecipato ai lavori del tavolo tematico “Cultura e Libertà” per quel che afferisce alle problematiche della scuola e dell’istruzione, ha così commentato il recente decreto del Ministro Bianchi sulle modalità di accesso dei laureati e dei docenti precari ai ruoli della scuola pubblica per l’insegnamento: “In questo campo Bianchi e Draghi stanno portando avanti l’opera della distruzione della scuola italiana che ha visto nei Ministeri Valeri, Fioramonti ed Azzolina dei punti apicali. Un giovane laureato che voglia insegnare, secondo il nuovo sistema ideato da Bianchi e da Draghi, dovrebbe aggiungere ai 24 crediti conseguiti durante gli studi universitari altri 36 , per un totale di 60; in pratica si tratterebbe di allungare di un anno il suo percorso universitario e ciò stride fortemente con il contemporaneo accorciamento degli studi liceali che vorrebbero portare da cinque anni a quattro anni. Insomma si accorciano gli studi per la formazione e l’istruzione di base, si allungano quelli di una presunta specializzazione. Si è passati dal disastroso sistema di lauree berlingueriano del 3 + 2, al sistema 3+2+1. Sembra quasi si parli di un modulo calcistico.
I precari con un triennio di insegnamento alle spalle dovrebbero comunque aggiungere ai 24 crediti già conseguiti gli altri 30. Poverini hanno avuto uno sconticino di 4 crediti! Ma i 30 crediti devono conseguirli con un lavoro part-time. Immaginiamo giovani iscritti nelle graduatorie del Nord, essi dovranno chiedere soldi in prestito alle famiglie per vitto e alloggio perché la retribuzione part- time non potrà mai essere sufficiente. Precari e neolaureati devono comunque fare il concorso a cattedra con quiz. Si pretendono dai giovani laureati e dai precari ulteriori studi di approfondimento e specializzazione e poi l’efficacia di questi studi dovrà essere valutata con i quiz da “Rischiatutto”, alla faccia di tanti sproloqui degli ex sessantottini, come Bianchi & Co. contro il sapere nozionistico. Vinto il concorso dovranno poi superare la prova finale dell’anno di formazione, cioè un secondo “concorsino”.
Fratelli d’Italia, con la responsabile del Dipartimento Nazionale “Istruzione, on. Paola Frassinetti, propone il metodo che da sempre ha funzionato bene nella scuola italiana e che fu abbandonato da Berlinguer in poi: concorsi a cattedre abilitanti ogni due anni, con prove serie che valutino saperi ed attitudini e competenze pedagogiche per l’insegnamento, non i quiz; immissione dei precari in ruolo previo corso-concorso. Questo sistema ripartì dopo anni di accumulo del precariato nel 1982 e fino al 2000 il precariato era quasi del tutto scomparso. Le commissioni di concorso dovranno essere serie e rigorosamente preparate. Un tempo erano docenti universitari a presiedere le commissioni.Avevamo ipotizzato che il governo dei “Migliori” furbescamente avrebbe utilizzato il PNRR – Scuola per una sorta di riforma strisciante imposta dall’alto. Sentiamo di malumori tra i sindacatiche minacciano uno sciopero generale del mondo della scuola. Vorremmo sperare che il loro non sia, come è accaduto con l’Azzolina e suoi più recenti predecessori, un “armiamoci e partite”. A dare sostegno alle nostre tesi in materia di declino della scuola, a Milano, alla conferenza programmatica, ha partecipato da ospite Luca Ricolfi, il sociologo che di recente, insieme alla scrittrice Paola Mastrocola, sul tema, ha pubblicato un ottimo saggio”.