Trasporto pubblico locale, in Basilicata, Lacorazza (PD): ““Impegni non mantenuti e schizofrenia del governo Bardi”. Di seguito la nota integrale.
Il Presidente Bardi non è ‘frusc r scopa nova”, da sei anni è alla guida della Regione ed è semplice dimostrare, atti alla mano, i pasticci (consapevoli?) che di fatto portano a trasferire decine di milioni di euro a privati, senza gara e con scarsa qualità del servizio.
Se, quando e come si arriverà alla conclusione di questa vicenda qualcuno chiederà pure l’applauso?
Queste sono le parole dell’Assessore regionale Pasquale Pepe rese in Consiglio regionale a dicembre:
“…Noi in gennaio, come da impegno, verremo in Consiglio regionale a esporre quelli che sono i nostri intendimenti rispetto alla futura gara…”.
Queste parole sono state pronunciate a seguito di un confronto che ha esplicitato la richiesta di una centralità del Consiglio regionale rispetto a scelte che riteniamo siano fondamentali per il futuro della Basilicata. L’Assessore Pepe ricorderà che su una mia interrogazione specifica sul punto mi chiese di soprassedere perché non era maturo un orientamento e perché mi sembrava corretto che il confronto non si chiudesse tra l’interrogante e l’interrogato. Accadeva ad ottobre.
Si è evitato il Consiglio regionale perché con la delibera di Giunta regionale approvata ieri si è dato impulso alla Stazione Unica Appaltante di andare avanti con la gara.
L’impegno non è stato mantenuto, anche perché, e qui subentra la schizofrenia, si revoca la D.G.R. n.168/2024 che aveva fatto proprio l’orientamento (pre elettorale?) del Consiglio regionale che, con delibera n.667/2024, aveva approvato la Mozione di “Modifica al Piano di Bacino Regionale del Trasporto Pubblico”. E leggere la sequenza degli atti è davvero imbarazzante.
Aggiungo che si tratta sempre di un governo a guida Bardi, prima e dopo, la campagna elettorale, a cavallo tra la XI e l’attuale XII legislatura.
Ci chiediamo inoltre, se non sarebbe opportuno, un confronto nell’Osservatorio regionale sui trasporti, appositamente istituto, con art.20 della L.R. n.22/98, con il compito di monitorare la mobilità regionale, la qualità e il livello dei servizi, la sicurezza e l’impatto del sistema dei trasporti sul territorio e sull’ambiente.
Insomma ci paiono argomenti solidi per esprimere un primo giudizio sul metodo che, appunto, si alimenta di impegni non mantenuti e di una schizofrenia evidente e in alcuni casi anche “inspiegabilmente” tortuosa sula piano amministrativo.
Sottolineo, siamo al metodo.
Il ruolo del Consiglio regionale, su un passaggio delicato come questo, non può essere mortificato dopo l’espressione di orientamenti e di solenni dichiarazioni.
Noi avevamo chiesto un confronto a partire da una rinnovata o aggiornata pianificazione ritenendo che questo metodo sarebbe stato utile anche per la maggioranza e per lo stesso governo regionale che legittimamente si sarebbe dovuto comunque assumere la responsabilità della scelta.