Deputato Cillis (M5s) risponde a Consiglieri regionali Braia e Polese: Per la Banca Popolare di Bari un salvataggio intelligente ben diverso dal “regalo” che fece il governo Renzi. Di seguito la nota integrale.
Come MoVimento 5 Stelle abbiamo sempre detto che il salvataggio di una banca è accettabile solo ad alcune precise condizioni: 1) azzerare il management responsabile del
declino della banca; 2) evitare il bail-in e tutelare integralmente i correntisti e i risparmiatori coinvolti, a partire dagli obbligazionisti; 3) garantire la gestione pubblica della banca salvata senza cederla a prezzo di saldo ad altre banche private.
Martedì, alla Camera dei Deputati, abbiamo votato la conversione in legge del decreto Banca Popolare di Bari (BPB) proprio perché per questa banca (così come per Carige), sono state rispettate tutte e tre le “nostre” condizioni.
Questi sono i fatti. Ciò nonostante, ieri i consiglieri regionali di Italia Viva Basilicata, Luca Braia e Mario Polese, in un comunicato stampa scrivono “Nessuno dimentica gli attacchi violenti, volgari e falsi durante la legislatura precedente da parte dei grillini ma per Italia viva conta solo il bene dei cittadini”. Cari consiglieri regionali, volutamente smemorati, il governo Renzi – azzerando i risparmiatori – accollò allo Stato la parte “cattiva” di Veneto Banca e della Popolare di Vicenza e ne regalò la parte “buona” – per 1€ e con anche un contributo cospicuo di ben 12 miliardi – ad una delle più grandi banche private italiane.
La pugliese BPB invece, sarà gestita dallo stato attraverso MCC ed Invitalia, e neanche verrà salvata a spese dei risparmiatori, come successe nel 2015 per le quattro banche popolari.
Il decreto votato martedì, però, va anche ben oltre rispetto al precedente “regalo” del governo Renzi: prevede infatti che MCC venga divisa in due tronconi, uno dei quali deterrà tutte le partecipazioni acquisite, a partire dalle quote di Banca Popolare di Bari. È così che si andrà a istituire quella Banca pubblica di investimenti che il MoVimento 5 Stelle aveva promesso prima delle elezioni del 4 marzo 2018, un istituto che attraverso partecipazioni pubbliche strategiche, potrà sostenere l’economia e il credito alle imprese, eventualmente a condizioni agevolate.
Infine, con il decreto che stiamo convertendo, non solo proteggiamo migliaia di risparmiatori, ma gettiamo anche le basi per un intervento diretto nell’economia italiana a sostegno della crescita e dell’occupazione.