Di Giacomo (S.PP.): al sottosegretario Delmastro il “primato” di proposte fantasiose. Di seguito la nota integrale.
“La “scomparsa” dell’uomo di Lavello, con problemi psichici, dalla comunità protetta di Taranto a cui era stato affidato dai magistrati, è la conferma che non si può procedere con idee estemporanee non sapendo casa fare per la detenzione di persone con problemi psichici e per tossicodipendenti. In questa estate fortemente segnata dalla “bandiera bianca” ammainata in carcere dallo Stato, che ha manifestato l’assoluta incapacità di controllo, siamo stati abituati alle proposte più fantasiose di esponenti di Governo e politici ma, credo, il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro abbia superato tutti. Le ultime sue “perle” riguardano i detenuti tossicodipendenti da affidare (indistintamente) alle comunità terapeutiche e i detenuti immigrati da rispedire nei Paesi di provenienza. Belle proposte che cozzano contro una realtà che evidentemente Delmastro non conosce o finge di non conoscere”. Ad affermarlo è il segretario generale del SPP (Sindacato Polizia Penitenziaria) Aldo Di Giacomo, sottolineando che resta ai livelli più alti degli ultimi 15 anni la presenza di detenuti definiti “tossicodipendenti”: sarebbero circa 18mila, poco meno del 30% del totale. Altri 6mila in associazione con l’art. 74 (associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope, 9%), un migliaio esclusivamente per l’art. 74 (1,5%). È una presenza, che resta maggiore anche rispetto al picco post applicazione della Fini-Giovanardi (27,57% nel 2007), alimentata dal continuo ingresso in carcere di persone indicate come “tossicodipendenti”. E si badi che il costo della sola carcerazione per droghe è oltre 1 miliardo di euro l’anno. Come per i detenuti con problemi psichici, anch’essi numerosi dopo la chiusura delle Carceri psichiatriche e l’avvio delle Rems, è semplicemente impensabile affrontare il problema -aggiunge Di Giacomo – ipotizzando di metterli tutti fuori e di affidarli a comunità terapeutiche intanto per il diffuso rifiuto degli stessi di andare in comunità e poi perché non ci sono alcune migliaia di posti disponibili in comunità e perché, come accaduto per l’uomo di Lavello, in tanti fanno perdere le proprie tracce. Sfugge a Delmastro che diventerebbe comunque necessario spostare alcune migliaia di agenti penitenziari (come se gli attuali organici lo permettano) nelle comunità per assicurare i servizi di vigilanza. È arrivato il momento, piuttosto– afferma Di Giacomo – che la questione “detenuti tossicodipendenti” e “psichiatrici” si affronti nei modi e con gli strumenti più idonei, che per gli “psichiatrici” sono strutture specifiche e specializzate. Quanto all’annuncio del sottosegretario che il Governo sta lavorando nell’ambito del cosiddetto ‘piano Mattei’ per ridurre i detenuti stranieri facendo eseguire le sentenze di condanna nei Paesi di origine – afferma il segretario S.PP. – intanto dovrebbe sapere bene che in assenza di accordi in tal senso non è possibile trasferire nessun nigeriano in Nigeria o algerino in Algeria. Siamo stati tra i primi a proporlo ma se resta propaganda – non ci risulti che il Piano Mattei contenga alcun riferimento- non si farà alcun passo in avanti”.