Egidio Digilio, coordinatore regionale Fli, già senatore, chiede in una nota di convocare gli Stati Generali della destra lucana. Di seguito la nota integrale.
La destra in Basilicata non deve scomparire o fare la fine degli ex laburisti nel Pd. Oppure, come sta accadendo con le primarie del centrosinistra, confluire in un partito unico suddiviso da capi-corrente e con piccoli alleati subalterni tenuti insieme per motivi di sottogoverno e potere. Inoltre, è l’accelerazione impressa dal gruppo dirigente nazionale del Pdl a ricostituire Forza Italia, che vedrà con le regionali di metà novembre il ritorno del simbolo di Fi sulla scheda elettorale, ad imporci di accelerare la definizione di un progetto e di un cartello di destra, ripartendo da un dato: alle politiche di febbraio tra i 14 e i 15 mila lucani (alla Camera) hanno scelto un partito di destra (tra il 4-5% dell’elettorato), secondo la frantumazione di presenza. Per questo, per affrontare la nuova fase politica e raccogliere la domanda di partecipazione dei cittadini che è emersa prepotentemente con forme di voto del tutto inedite nella storia della Repubblica (il fenomeno di Grillo) ritengo attuale la convocazione degli “Stati generali della Destra”. Un’assemblea generale non solo di forze politiche e movimenti ma di quanti, singolarmente, si richiamano alla cultura di destra e vogliono rompere gli schemi di partito ampiamente superati e bocciati dagli elettori, che credono nell’impegno civile e non nel populismo. Dunque una nuova destra radicata nella comunità e nel territorio, fondata soprattutto su una visione radicalmente alternativa all’idea di consenso che il centrodestra ha elaborato in questi anni: consenso come adesione a un progetto di cambiamento e non alle virtù taumaturgiche del leader, come espressione di cittadinanza attiva e partecipazione.
Non possiamo certamente aspettarci che sia Eugenio Scalfari su la Repubblica a darci istruzioni per fondare un nuovo partito per la destra italiana. Piuttosto per superare la sindrome della sconfitta e pensare ad una nuova squadra che guardi al futuro e al dopo leader che ha segnato la storia contemporanea della destra italiana non dobbiamo più indugiare nelle recriminazioni sulle responsabilità della diaspora ma lavorare con pari dignità e passione alla ricostruzione di un soggetto unitario con progetti, valori, proposte per guardare avanti (non più indietro) e con idee chiare. Ma il compito del fronte di alternatività e di diversità non può essere quello di limitarsi a costruire un cartello “tutti contro il Pd-centrosinistra” semmai di offrire idee sostanzialmente alternative per il modello di Basilicata 2013-2018 e nel metodo di gestione. Per questo non basta una “trincea di destra“. Dobbiamo ricercare le alleanze per partecipare alle regionali con la convinzione di vincere e non di arrivare secondi. Il compito che ci attende è quindi di recuperare i voti che l’elettorato di destra ha “parcheggiato” al centro in attesa di una proposta politica che risponda ai valori culturali e agli ideali che appartengono da sempre a quei cittadini che non hanno mai creduto nella favola della conversione degli ex democristiani ed ex comunisti.
Egidio Digilio, coordinatore regionale Fli, già senatore