Giuseppe Digilio, Coordinatore Regionale dei Verdi – Europa Verde, in una nota sottolinea la necessità del partito di costruire un’alternativa ai due schieramenti politici di centrodestra e centrosinistra. Di seguito la nota integrale.
Se Walter Veltroni auspica la nascita di una “Cosa Verde” o di un nuovo partito verde in grado di interfacciarsi con il centrosinistra e in particolare con il PD, come ha dichiarato a Repubblica a margine di un’intervista rilasciata a tutto campo, evidentemente, ha capito che nel partito che ha contributo a fondare, il PD, stranamente, sono spariti i temi dell’ambiente e dell’ecologia o almeno sembrano essere stati poco rilevanti rispetto a quelli sostenuti dalle lobby delle energie, del cemento e dell’inquinamento industriale a cui il PD ha risposto – quando è stato al Governo – legiferando in loro favore. Oppure ha perso la memoria giacché, all’occorrenza pensò bene di fare un accordo esclusivo con gli ex Api di Francesco Rutelli (confluiti in Centro Democratico contenitore politico di centro inventato a poche settimane dal voto) e i Radicali, lasciando fuori dalla coalizione di centrosinistra e quindi dal parlamento, proprio i Verdi. Movimento politico da sempre alleato con il centrosinistra che, per responsabilità politica nei confronti degli alleati, ha pagato spesso a caro prezzo le scelte di coalizione.
La suggestione della cosa Verde nasce dalla certezza che nel paese qualcosa sta cambiando e che la generazione del Friday for Future che nel 2006, quando l’ex leader del PD pose fine all’esperienza del centrosinistra di governo (con Prodi presidente) provando a far correre da solo il suo partito contro il centrodestra di Berlusconi, Bossi-Salvini, Fini ecc., ancora non aveva diritto al voto. Da allora, i Verdi, grazie ad Angelo Bonelli e ai pochi volontari coraggiosi che hanno tenuto in piedi un movimento ridotto all’osso da problemi economici, ma soprattutto da problemi di visibilità (visto l’esclusione da tutti i palinsesti tv, radio e giornali), tentano di rifondare un movimento politico che la storia dimostra essere indispensabile nel panorama politico e culturale Italiano.
La questione nasce in Emilia Romagna dove il presidente Stefano Bonaccini, in corsa per il secondo mandato, immagina una coalizione con una componente Verde. Una “cosa verde” che però sia formata da persone che non trovando spazi sotto altri simboli, potranno indossare, all’ultimo minuto, esclusivamente per il periodo di campagna elettorale, una maglia color verde oppure, giacché vanno di moda, una felpa verde con scritta bianca: “prima il verde”.
E’ la solita storia vissuta anche in Basilicata. Una storia politica da archiviare come esperienza negativa da non ripetere.
Il movimento dei Verdi, con la Costituente Ecologista ed Europa Verde, deve riappropriarsi del ruolo propositivo comune ai movimenti ecologisti europei il cui consenso cresce sistematicamente nonostante i populisti e i sovranisti. Il pianeta Terra, ha bisogno di un sostegno e i Verdi Italiani hanno il dovere di garantire un’alternativa alle improvvisazioni e all’egemonia di alcune forze politiche mettendo in campo una propria visione del futuro, in primis per l’ambiente, da cui tutto parte, e poi dalla questione sociale, la sicurezza, i diritti civili, il lavoro, le diseguaglianze e la lotta senza confini alla corruzione dilagante, madre di ogni male sociale ed economico.
I Verdi di Basilicata devono farsi carico di un ruolo centrale, intorno al quale costruire nuove alleanze con associazioni e reti civiche, lontano dai partiti tradizionali interessati esclusivamente a rendite di potere, promuovendo e valorizzando la generazione Friday for Future, unica speranza per salvare le nostre città, la regione e il pianeta.
Giuseppe Digilio, Coordinatore Regionale dei Verdi – Europa Verde