Un’organizzazione scolastica che sia in grado di offrire la migliore didattica possibile, con criteri e parametri di dimensionamento che non si limitino a tamponare la situazione esistente, ma che guardino ad una prospettiva di medio periodo: è questo l’obiettivo delle linee guida per il dimensionamento scolastico predisposte dalla Giunta regionale, che l’assessore Cifarelli ha chiesto, insieme ai presidenti delle Province di Potenza e Matera, Valluzzi e De Giacomo, fossero preliminarmente illustrate nella quarta Commissione permanente per condividere gli indirizzi da adottare.
In questo quadro l’organismo presieduto da Vito Giuzio (Pd) ha ascoltato ieri sera la dirigente dell’Ufficio Scuola della Regione Anna Pedio, che ha confermato innanzitutto come “in Basilicata la criticità più rilevante è la diminuzione della popolazione che si ripercuote inevitabilmente sulla popolazione scolastica”. Rispetto al 2015, anno nel quale è stato approvato il piano di dimensionamento vigente, si riscontra una diminuzione di 3938 alunni (3.092 in provincia di Potenza e 846 in provincia di Matera), di cui 3.311 nel primo ciclo, con il conseguente sottodimensionamento di 19 istituti scolastici, a cui si aggiungerà, visto il trend negativo, il sottodimensionamento di ulteriori 14 istituti dall’anno scolastico 2019/2020. “E’ quindi necessario – ha detto Pedio – adottare gli interventi indispensabili per assicurare il miglior servizio scolastico possibile, finalizzato alla lotta contro la dispersione scolastica, al miglioramento delle competenze degli studenti, al superamento del modello delle pluriclassi, a proporre un’offerta formativa per il secondo grado di alto livello, a sostenere la costituzione degli Its e a strutturare legami sinergici fra il mondo della scuola e quello del lavoro”.
Istituzioni scolastiche con un minimo di 600 alunni (400 nei Comuni montani); riduzione delle pluriclassi, soprattutto dalla scuola secondaria di primo grado in poi; accorpamento degli istituti con un numero di studenti inferiori ai minimi indicati, con l’ubicazione della presidenza nel Comune aggregatore dove vi è maggiore popolazione scolastica; istituti omnicomprensivi solo nelle località caratterizzate da particolare isolamento; garantire la presenza di licei, istituti tecnici e professionali in tutti e cinque gli ambiti territoriali, bloccando però il proliferare di indirizzi all’interno dell’istituzione scolastica per evitare la frammentazione dell’offerta formativa: questi, in estrema sintesi, i criteri pervisti dalla Giunta per la predisposizione del piano di dimensionamento.
Parametri riconfermati rispetto alle vecchie linee guida, come ha spiegato il presidente della Provincia di Potenza Nicola Valluzzi che ha sottolineato la necessità “di una azione tesa a ridurre al minimo le pluriclassi, fenomeno diventato una patologia, a detrimento della qualità dell’istruzione”, e di introdurre “elementi di novitànelle azioni di accorpamento, valorizzando sempre di più i centri di aggregazione, cioè i Comuni dove c’è già una scuola secondaria superiore, che hanno già il servizio di trasporto pubblico. Per le scuole dell’infanzia vanno mantenute le pluriclassi, ma a 11 anni è più opportuno vivere la propria vicenda scolastica in una classe dimensionata”. In provincia di Potenza sono 13 gli istituti sottodimensionali, a cui se ne aggiungeranno altri 8 dall’anno scolastico 2019/2020, mentre in provincia di Matera sono 6 gli istituti sotto soglia, a cui se ne aggiungeranno altri 6 dall’anno scolastico 2019/2020. “Le criticità riguardano soprattutto l’entroterra”, ha spiegato il presidente della Provincia di Matera Francesco De Giacomo, che ha esortato tutti “a trovare una sintesi insieme. Bisogna essere oggettivi, serve una visione di prospettiva che vada oltre i due anni per non avere problemi in futuro. Bisogna inoltre verificare gli indirizzi, facendo la cernita di quelli che attraggono, da ubicare dove non c’è ne sono già altri”.
I presidenti delle due Province hanno risposto ad alcune domande di Napoli, Romaniello e Perrino, mentre il presidente Giuzio ha assicurato che la Commissione esaminerà la documentazione prodotta dalle Province con l’obiettivo di condividere le responsabilità per arrivare alla migliore soluzione possibile.
Successivamente Pedio ha brevemente illustrato il disegno di legge della Giunta su “Diritto allo studio e sostegno all’apprendimento permanente nel corso della vita attiva”, che tende a raggruppare in un unica legge tutti gli intenti relativi all’istruzione. “Il provvedimento – ha detto Pedio – mette al centro l’individuo che ha diritto a poter accedere agli interventi formativi, tenendo conto della situazione personale, familiare e reddituale e rimuovendo gli ostacoli che non permettono di accedere al diritto all’istruzione. Si raggruppano gli interventi per l’infanzia, l’obbligo scolastico, le qualifiche professionali, gli interventi di formazione professionale, l’apprendimento da parte degli adulti per l’acquisizione di competenze generali e in particolare in materia digitale, Prevista la programmazione regionale, con un piano triennale degli interventi, che definisce le risorse statali e comunitarie, le priorità e i criteri di riparto delle risorse e gli interventi da attuare, ed un Piano annuale attuativo con le linee programmatiche e le politiche di monitoraggio da attuare attraverso l’istituzione di un Osservatorio per il diritto allo studio”. Pedio ha risposto inoltre ad alcune domande di Romaniello e Perrino.
Il consigliere Romaniello ha infine illustrato la sua proposta di legge sugli “Incentivi alle nascite, alla prima infanzia e alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro”, che, ha spiegato, “risale a due anni fa, quando in Italia si è sviluppata una discussione sulla riduzione delle nascite, che molti hanno attribuito alle mutate condizioni sociali. Fare un figlio senza prospettive di stabilità di lavoro diventa a volte difficile, a ciò si aggiunge il fatto che i bambini da 1 a 3 anni hanno servizi inadeguati, come pure sono insufficienti i servizi per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. La proposta prevede un contributo, in base al reddito Isee, ma alla luce delle norme nazionali nel frattempo intervenute e delle altre proposte di legge dei consiglieri Pace e Mollica, va fatto un approfondimento. In ogni caso se si deciderà di approvare una norma su questo tema a mio parere bisogna tenere conto della condizione sociale delle famiglie, con interventi mirati a mettere tutti in una condizione di parità, altrimenti si finisce nella logica dell’una tantum”.
Oltre al presidente della Commissione Giuzio (Pd) hanno partecipato ai lavori i consiglieri Lacorazza (Pd), Rosa (Lb-Fdi), Napoli (Pdl-Fi), Perrino (M5s), Bochicchio (Psi), Soranno (Pp) e Romaniello (Gm).