Il Consiglio Provinciale di Potenza, all’unanimità dei presenti (i consiglieri della maggioranza) , al termine di un lungo ed artIcolato dibattito aperto dalle relazioni del Presidente Christian Giordano e dal Presidente della Commissione Istruzione Enzo Bufano, ha approvato una delibera con la quale si decide:
1) di esprimere netta contrarietà all’applicazione del coefficiente di 900 studenti previsto dal comma 557 dell’art.1 della Legge di bilancio 2023 n.557 del 29/12/20212;
2) dichiarare non applicabile per la provincia di Potenza il coefficiente di 900, in quanto , gli Istituti scolastici sono ubicati in comuni montani o svantaggiati, che, pertanto, devono essere salvarguardati cosi come disposto dal citato comma 557;
3) di chiedere alla Regione Basilicata:
a) di opporsi in tutte le sedi a quanto previsto dalla norma;
b) di impegnarsi in sede di Conferenza unificata per l’applicazione, nelle regioni con scarsa densità
demografica, con la quasi totalità di comuni montani e svantaggiati e con calo demografico, del coefficiente di 600 studenti per determinare il contigente dei DS e dei DSGA e del numero minimo di 400 studenti per la determinazione dell’autonomia scolastica;
c) di proporre al MIE, anche per il tramite della Regione Basilicata, la rimodulazione sostanziale del numero minimo degli studenti occorrrenti per la formazione delle classi in territori montani/svantaggiati;
d) di prevedere adeguate risorse, al fine di programmare l’offerta scolastica, con necessari servizi (mensa, trasporto scolastico etc), su caposaldi urbani onde garantire il diritto allo studio agli studenti residenti nei piccoli comuni le cui scuole sono a rischio di chiusura.
4) di inviare il presente atto: al Presidente ed all’assessore allo sviluppo economico e lavoro della Regione Basilicata; al MIE ed all’USR di Basilicata; all’Unione delle Province d’Italia, all’Anci di Basilicata.
Nella sua dichiarazione finale, il Presidente Giordano ha evidenziato come “Occorrerebbe avere il coraggio di investire di più sulla scuola e sull’istruzione; assistiamo, invece, all’ennesimo taglio. La nuova disciplina di cui trattasi ha una ratio che non possiamo accettare: si tratta di una norma basata su un mero approccio ragionieristico che punta essenzialmente al risparmio. Sulla scuola, sull’istruzione bisogna investire non bisogna tagliare. L’istruzione – ha concluso – non può vivere o morire in base ad un mero calcolo matematico”.
Al dibattito, dinanzi ad una sala piena di dirigenti scolastici, rappresentanti dei consigli di istituto e degli studenti ed amministratori locali, sono anche intervenuti: Infante, Rizzo, Cifarelli, Pappalardo, Pedota, Ferrone, Rubino, Sabato, Lettieri, Gravante, Sinisgalli, Cervellino, Malinconico, Salerno, Larocca, Lagrotta, Giordano M., Marino.