Dimensionamento scolastico, Mario Nicola Di Dio, docente di scuola media superiore: “Il comportamento remissivo della giunta Bardi”. Di seguito la nota integrale.
Il dimensionamento della rete scolastica è lo strumento attraverso il quale gli Enti Locali propongono, con cadenza annuale, l’istituzione, l’aggregazione, la fusione e la soppressione di scuole al fine di avere istituzioni scolastiche con una popolazione definita dal legislatore come ottimale. Il dimensionamento scolastico va attuato entro il 30 novembre di ogni anno, data entro cui gli Enti locali devono comunicare l’entità della rete degli istituti. La Legge di Bilancio prevede un taglio calcolato di sedi e organico che avranno effetto principalmente a partire dall’anno scolastico successivo a questo, ovvero il 2024/2025.Il dimensionamento della rete scolastica lucana è stato realizzato altrove, non in Basilicata ed è stato redatto sulla base di criteri meramente ragionieristici che non tengono conto, minimamente, delle condizioni orografiche, demografiche e socio-economiche del nostro territorio.Da parte della Giunta Bardi, e nello specifico dal suo assessore al ramo, si è sempre minimizzato la portata dei nuovi parametri del dimensionamento scolastico sul territorio della nostra regione. Si sono, in tutte le occasioni, distinti con affermazioni del tipo: “ si tratta di un semplice riassetto delle sole dirigenze scolastiche che nulla avranno a che fare con le scuole”.Un comportamento pilatesco e remissivo che denota scarsa conoscenza del mondo della scuola, che rinuncia a qualsiasi azione di contrasto nei confronti di una misura (calata da Roma) e che avrà, però, effetti pesantissimi sulle scuole del Mezzogiorno ed in particolare sulla scuola lucana, la quale, percentualmente ha avuto il taglio piu’ alto di istituzioni scolastiche.Una misura che determinerà:
– Fratture profonde tra centro e periferia;
– Fratture tra istruzione tecnico-professionale e istruzione liceale;
– Enormi squilibri e disfunzionalità nell’assetto dimensionale delle scuole;
– Marginalizzazione tra le zone interne e a minore densità demografica con le scuole delle città piu’ popolate;
– Creerà istituti ingestibili e ingovernabili con scuole con un numero elevato di Comuni e di plessi;
– Forte contrazione dell’organico del personale ATA, già attualmente insufficiente a garantire il servizio scolastico;
– Una misura non equa posta in una manovra economica inadeguata e senza visione futura.
La Regione Basilicata avrebbe dovuto sollevare il conflitto di attribuzione rispetto ad una legge che ha calpestato, anche, le prerogative regionali in materia di organizzazione scolastica. Al contrario la Giunta Bardi, ha deciso di sacrificare gli interessi dei cittadini lucani in nome della contiguità politica col governo Meloni, con quale non ha nemmeno interloquito, ma ha subito passivamente l’organizzazione scolastica fatta a “tavolino”, su altri tavoli.Comportamento rinunciatario e di totale sudditanza politica al governo romano.A questo punto non ci resta che denunciare la disarticolazione della nostra rete scolastica regionale e le responsabilità del governo Meloni che ha introdotto misure restrittive per la scuola e le responsabilità della Giunta Bardi che non ha voluto fare nulla per contrastare ed evitare le ricadute negative su un territorio fragile come quello della Basilicata, accettando supinamente quelle scelte sciagurate. Spero solamente che saranno chiamati a rendere conto.