Dimensionamento scolastico, Andrea Giordano, Segretario Circolo PD di Avigliano: “Il triste regalo della giunta Bardi ad Avigliano”. Di seguito la nota integrale.
Le vacanze natalizie hanno portato un regalo per nulla gradito al nostro amato comune, grazie alla notizia, arrivata come un fulmine a ciel sereno, della chiusura di tre dirigenze scolastiche, una delle quali proprio ad Avigliano.
Una decisione questa inaccettabile, e che va nella direzione di impoverire il territorio lucano ed oggi in particolare quello aviglianese. Territorio già martoriato da una crisi sociale e produttiva le cui evidenze sono chiare non solo grazie ai dati che vengono quotidianamente pubblicati, ma che si tocca con mano parlando con i nostri conterranei.
Innanzi tutto non può essere accettato che i criteri per stabilire la grandezza numerica di una presidenza siano gli stessi per una regione densamente popolata così come per la Basilicata, una regione prevalentemente montana e affetta da un continuo spopolamento. Spopolamento che andrebbe contrastato, difendendo con le unghie e con i denti ogni continua forma di spoliazione istituzionale che viene perpetrata nelle nostre comunità. Il governo regionale dovrebbe porsi a difesa di ogni presidio territoriale che permette di essere comunità, anche e soprattutto in un momento in cui dal governo Meloni vengono imposti tagli lineari, decontestualizzati dalle realtà in cui vengono applicati.
Per giunta sembrerebbe che il Ministero abbia basato il calcolo del numero delle dirigenze su una platea di studenti la cui numerosità non è in linea rispetto ai dati in possesso dalla stessa Regione. Motivazioni queste che dovrebbero portare i nostri amministratori, di qualsiasi ordine e grado, a porsi a difesa di questi continui smembramenti. Basterebbe guardare cosa succede in Campania, dove la regione si è posta a difesa dei propri territori, ricorrendo al Tar ed ottenendo dallo stesso una sentenza favorevole a riguardo. Ed invece ci si è ridotti ad applicare delle ingiuste regole imposte dall’alto.
Andando poi nel merito di questi accorpamenti, ci chiediamo per quale motivo la scelta sia caduta proprio sulle due dirigenze aviglianesi. Quali interlocuzioni ha avviato la regione con le istituzioni locali e quali sono state le motivazioni che hanno portato a questa scelta. Abbiamo visto Bardi ed i suoi consiglieri regionali percorrere le strade di Avigliano in campagna elettorale; adesso, ad elezioni avvenute, sembra si siano dimenticati di ritornarci per esercitare l’arte della politica, quella dell’ascolto e del confronto con i cittadini. Non ci risulta infatti ci sia stata alcuna discussione prima di arrivare a questa decisione. È chiaro che una presidenza rappresenta l’anima di una direzione scolastica; ci chiediamo quindi come potrà esser vicina alle esigenze degli studenti se dovrà gestire plessi distanti decine di chilometri tra loro, in un areale vasto, per giunta rientrante in un territorio montano… Un paradosso in termini.
Risulta quindi evidente come questa sia una scelta scellerata, che non dimostra visione e che non dà la giusta importanza all’azione sociale che la scuola porta avanti.
Apprezziamo il ravvedimento del Sindaco di Avigliano, sostenitore di questa Giunta regionale, che deve essersi ricreduto rispetto alla campagna elettorale di pochi mesi fa, quando insieme a gran parte della sua attuale maggioranza si è chiaramente speso proprio per la rielezione del Presidente Bardi.
È necessario oggi mettere in campo tutte le azioni necessarie per scongiurare l’ennesima chiusura, la cancellazione dell’ennesimo presidio di civiltà nel nostro comune. Si annulli quindi la delibera di giunta, così da proseguire in deroga con le stesse dirigenze dello scorso anno per poi avviare un serio confronto tra le parti sociali per favorire una riorganizzazione della scuola, che metta al centro gli studenti e tuteli la qualità dei servizi offerti. Solo con l’ascolto e la sinergia dei territori si potrà arrivare ad un vero piano di rilancio del settore scolastico regionale, che non applichi soltanto regole imposte dal governo centrale, ma che plasmi nei territori una strategia chiara che concorra nel difficile ma non impossibile obiettivo di uscire dallo spopolamento e dall’aridità economica di cui siamo afflitti. Occorre guidare la nostra regione in questa tempesta, non lasciarla affondare in mare.