Pio Abiusi per conto dell’Associazione Ambiente e legalità in una nota ripercorre le tappe della discarica di La Martella. Di seguito la nota integrale.
Il 29 Gennaio per ben sette ore il Consiglio Comunale di Matera, riunito in seduta consiliare aperta, ha discusso di “Valorizzazione della Piattaforma di Trattamento dei Rifiuti de La Martella”.
Dopo ampio e sterile dibattito in cui gli unici apporti decisi e determinati sono stati quelli della Associazione di Volontariato “Amici del Borgo” e del Comitato di quartiere “Quaroni del Borgo La Martella” è emerso che l’idea di realizzare un impianto a biometano nell’area della Piattaforma non era neppure venuta in sogno a nessuno ma vi era stato un semplice richiamo estemporaneo nello aggiornamento della pianificazione regionale per la gestione dei rifiuti.
Chiusa la vicenda si è chiusa anche la seduta del Consiglio Comunale con l’approvazione di un ordine del giorno in cui vengono impegnati la Giunta comunale e il sindaco a valorizzare in modo sostenibile e produttivo l’impianto di La Martella. E’ una raccomandazione inutile perchè i nostri sono già impegnati da oltre un anno a pestare l’acqua nel mortaio. Ad un risultato i nostri sono pervenuti ed hanno affermato che il sito non sarà mai più una discarica di rifiuti solidi urbani e su questo sono stati supportati da quanto assicurato da Legambiente nazionale e regionale che hanno dichiarato il sito dell’ EX discarica di La Martella bonificato e riqualificato.
Certo il Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata, lo Studio dell’ing. Boeri quale supporto tecnico agli uffici regionali, il Commissario di nomina regionale, Invitalia e l’ATI che si è aggiudicata l’appalto hanno bonificato il sito sulla scorta dell’A.I.A. scaturita da Dgr. 134 del 14/2/19 ed i 43.500. mc disponibili nel settore V non verranno riempiti più con rifiuti anche se regolarmente trattati ma con gustosi cioccolatini.
Vogliamo solo ricordare, velocemente, quanto segnalammo alla Commissione Europea in merito alla gestione della discarica di La Martella e che comportò il deferimento alla Corte di Giustizia Europea in data 17 Agosto 2017 unitamente ad altre 22 discariche ubicate in Basilicata. A fronte della Procedura di infrazione 2011/2215 – Causa 498/17 – “Discariche preesistenti” -vi fu la sentenza di condanna della CGUE ex Art. 258 TFUE il 21 marzo 2019 e la successiva messa in mora ex art.260 TFUE il 6 Aprile 2022 .In quella prima segnalazione riportammo quanto l’allora Capitano Luigi Vaglio, un valentissimo ufficiale dell’Arma che ebbe a valorizzare l’attività del NOE, ebbe a dichiarare il 13 Marzo 2012 quando fu audito dalla commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti in visita in Basilicata
« Abbiamo fatto un’attività che aveva come oggetto la gestione dei rifiuti solidi urbani nella città di Matera. Devo dire, per precisione, che quell’attività è stata condotta insieme al nucleo investigativo del comando provinciale di Matera: noi abbiamo seguito per lo più l’aspetto ambientale, mentre loro si sono occupati degli appalti e degli affidamenti dei lavori. Con quest’indagine noi abbiamo riscontrato delle irregolarità anche abbastanza consistenti, dal punto di vista ambientale, che ci hanno portato poi a dover sequestrare la discarica comunale della città di Matera, per impedire che il reato fosse portato a ulteriori conseguenze, dato che vi venivano smaltiti degli rifiuti solidi urbani in volumetrie eccedenti le quantità autorizzate. Naturalmente questo comportava non solo una violazione dal punto di vista autorizzativo, ma anche il fatto che, non essendo la discarica stata pensata e adeguata a sopportare quelle volumetrie residue, esse si ergevano ormai in altezza, anche portando un po’ fuori controllo la produzione di percolato……. » si trattava di 53 mila metri cubi sovrabbancati che giacevano non autorizzati sul terzo e quarto settore della discarica. ARPAB e Provincia di Matera nel corso delle loro attività di controllo ebbero ad evidenziare sin dal 2011 come i rifiuti confluissero in discarica quasi “tal quale”, l’impianto di biogas non fosse collegato ai vari settori e la rete piezometrica non fosse adeguata. L’adeguamento della rete piezometrica richiese tre anni e quanto nel 2014 fu completata, dopo la caratterizzazione fu richiesta da Arpa l’analisi di rischio che si concluse positivamente solo il 14/11/2017 con rigide prescrizioni di monitoraggio che sono ancora in essere. il 3 Marzo 2016 il Direttore della Unità Operativa Igiene,Epidemiologica e Sanità Pubblica dell’ASM chiese al Sindaco di Matera che venisse emessa una ordinanza contingibile ed urgente, ai fini della tutela della salute pubblica. L’urgenza era talmente sentita dal Sindaco di Matera che solo il 13/9/16 emise la sollecitata ordinanza, a distanza di oltre 6 Mesi. Il giorno precedente l’emissione dell’ordinanza gli era pervenuta una nota a firma del Direttore Generale del Dipartimento Ambiente ed Energia della Regione Basilicata che gli intimava di dare corso a quanto sollecitato dall’organismo sanitario pena l’esercizio dei poteri sostitutivi e successiva informazione alle Autorità Giudiziarie preposte. Una parentesi è doverosa farla: quella ordinanza del 2016 è ancora in essere, dimenticata in qualche cassetto del palazzo comunale, non mancheremo di riprendere la vicenda a breve.
Per il rinnovo dell’A.I.A. scaduta dal 10/12/2011, il Comune presentò documentazione per ben 4 volte ( 2011=progetto definitivo di chiusura e messa in sicurezza dei bacini 1,2,3,e 4 della discarica; 2014= procedura di VIA-AIA progetto di modifica sostanziale della piattaforma integrata dei rifiuti urbani non pericolosi sita in località “La Martella”; 2015= invio documentazione integrativa a quella presentata nel 2014; 2016=Ulteriore integrazione ed in questa sono descritti importanti aspetti “positivi “…. tali da far lievitare i costi. ) ogni volta il programmato costo dell’intervento per chiudere la discarica, salvo i nuovi 150 mila mc di rifiuti da trattare, aumentarono in maniera esponenziale passando da 1,8 Meuro a quasi 17 Meuro. Come abbiamo già detto si dovette attendere il 14 Febbraio 2019 per ottenere la sospirata A.I.A. Ritornammo ad interessare la Commissione Europea il 2 Ottobre 2017 quando a riscontro delle contestazioni elevate nei confronti dell’Italia il 17 Agosto 2017 l’allora MATTM -ministero dell’ambiente- chiese alla Regione Basilicata di controdedurre per le 23 discariche in contestazione. La Regione argomentò per 22 mentre per la Martella non fu in grado di farlo perchè non era stata lei a segnalare la mancata ottemperanza alla direttiva europea 1999/31/CE ma eravamo stati noi . Per la discarica di La Martella fu chiamato a controdedurre il Comune di Matera che lo fece l’11/9/17 e si dichiarò estraneo alla procedura di infrazione ed anzi in barba a quanto pubblicamente noto affermò che in data 16/9/2016 quale: Ulteriore integrazione all’A.I.A.-aveva presentato il progetto che prevedeva l’incremento volumetrico dei settori III,IV e V per 150.000 mc. Il sovrabbanco sarebbe rimasto dove era, si sarebbe fatta una riprofilatura da 30 mila mc. e si sarebbe riempito il buco in essere al V settore per 67 mila mc e che poi a conteggi fatti dalla squadra dell’ing. Boeri risultò essere di 79.500 mc. Quei 150 mila mc di incremento volumetrico richiesti si sarebbero accresciuti,quindi, di altri 13.500 mc. Siccome nessuno ritenne di contestare quanto affermato dal Comune di Matera interessammo la commissione europea il 2 Ottobre 2017 e la risposta la si ottenne già il 17 Novembre 2017 . il Dr. Ion Codescu della Direzione Generale Ambiente della Commissione Europea oltre a ringraziarci affermò che la documentazione fotografica allegata non lasciava dubbi circa la mancata osservanza delle prescrizioni ed unite alle altre argomentazioni sarebbe stata tenuta in dovuta considerazione nella trattazione del ricorso pendente presso la Corte di Giustizia e così è stato tanto è che l’Italia è stata condannata anche per la discarica di La Martella.
Inquadrata brevemente la situazione che riguarda il passato affrontiamo il futuro. La situazione è al completo stallo anche se le linee sono tracciate per sommi capi nella famosa DGR. che concesse l’A.I.A. È chiaro che se nessuno che ha competenza si applica si perde solo tempo a fare chiacchiere! Avvalendosi di professionisti accreditati come fece la Regione nel 2019 si potrà tracciare la gestione futura della intera piattaforma, lo si faccia velocemente perchè già molto tempo è passato. Un’altra pennellata è opportuno darla anche se l’abbiamo tirata lunga. Il 31/10/17 la giunta comunale di Matera nominò consulente per l’iter autorizzativo relativo all’AIA ed alla VIA l’Ing. Boeri che già il 15 Dicembre consegnò la relazione conclusiva con le linee guida che poi sarebbero state recepite nell’AIA. L’ing. Boeri continuò le sue interlocuzioni con la Regione e si pervenne all’incontro tecnico del 3 Maggio 2018 dove furono stabilite le linee operative che sarebbero poi state recepite nella predetta AIA. A questo punto “gli interessi” della città di Matera non risultarono essere convergenti, ricordiamoci della proposta ancora in essere di farsi autorizzare la volumetria di 150 mila mc, di non interrare i rifiuti sovrabbancati, di un programma di intervento da 17 Meuro, Le vie si divisero ed il 5 giugno 2018 l’ing. Boeri si allontanò dal Comune di Matera sbattendo la porta. La Regione si avvalse in prima persona della collaborazione del professionista e quelle linee tracciate furono recepite nell’AIA ed oggi la bonifica è una realtà; nel frattempo la città venne estromessa per conclamata incapacità ed il 2/10/2018 venne nominato il Commissario ad Acta. Oggi l’attività del Commissario è conclusa, egli ci restituisce le chiavi della piattaforma ,lungo i bordi delle strade di servizio sono stati piantati anche i fiori, scherzo! Alla città il compito di farla ben funzionare anche con quanto è già emerso in parte. Se il Comune di Matera manderà in malora la struttura per manifesta incapacità sarà danno erariale.