Gianni Pittella, senatore e vice Presidente dei Senatori PD in una nota commenta il discorso del presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi al Senato, che precede il voto di fiducia previsto questa sera alle ore 23.
’53 minuti in cui le parole di Draghi sono la summa più alta della nostra tradizionale politica europea ed estera riletta in chiave moderna.
Unione Europea, Patto Atlantico, bilateralismo rafforzato con Germania e Francia, ruolo chiave nel Mediterraneo e nei Balcani, multilateralismo efficace affidato alle Nazioni Unite.
Draghi riafferma una verità per noi democratici occidentali scritta nella pietra: l’Italia ha un destino ineluttabile nel suo dna di valori, nella sua posizione geografica, nella lealtà dei suoi rapporti di amicizia e solidarietà.
Senza dubbi, senza tentennamenti, senza incertezze, abbiamo un orizzonte internazionale in cui i pilastri sono Stati Uniti, Unione Europea e Organizzazione delle Nazioni Unite ma in cui la specificità dell’Italia sarà quella di mediare tra l’asse franco tedesco e i paesi del Mediterraneo verso cui abbiamo una naturale sensibilità comune e comunione di interessi anche sui temi migratori e ambientali.
Noi democratici ne siamo assertori convinti: senza l’Italia non c’e’ l’Europa. Ma, fuori dall’Europa c’e’ meno Italia. Non c’e’ sovranita’ nella solitudine’.
L’intervento di Mario Draghi al Senato prima del voto per la fiducia
La lotta alla pandemia è una “trincea dove combattiamo tutti insieme, il virus è nemico di tutti”. Comincia così il discorso del presidente del Consiglio Mario Draghi nell’aula del Senato, chiamata oggi a votare la fiducia al nuovo governo. Il premier parla per oltre 50 minuti, fa appello alla “responsabilità nazionale” e invoca lo “spirito repubblicano”, invitando i partiti a mettere da parte la rivalità in nome della battaglia comune contro il Covid. “Questo è il terzo governo della legislatura. Non c’è nulla che faccia pensare che possa far bene senza il sostegno convinto di questo Parlamento”. E conclude: “Oggi l’unità non è un opzione ma un dovere, guidato da ciò che son certo ci unisce tutti: l’amore per l’Italia”. Parole accolte da un lungo applauso e dal sostegno dei leader della maggioranza. “Ha dato una visione”, commenta a caldo Matteo Renzi da Iv. E il dem Nicola Zingaretti su Twitter scrive: “L’Italia è in buone mani”. Plausi anche da Matteo Salvini: “Da Draghi ottimo punto di partenza, la Lega c’è”.
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Il discorso in sintesi
“ll primo pensiero che vorrei condividere -esordisce Draghi – riguarda la nostra responsabilità nazionale, il principale dovere a cui siamo chiamati tutti e io per primo”. Ringrazia il suo predecessore, Giuseppe Conte (e a questo passaggio la destra rumoreggia con un “buu” di disapprovazione) e assicura che il suo esecutivo non è una risposta al fallimento della politica. “Si è detto e scritto che questo governo è stato reso necessario dal fallimento della politica. Mi sia consentito di non essere d’accordo. Nessuno fa un passo indietro rispetto alla propria identità ma semmai, in un nuovo e del tutto inconsueto perimetro di collaborazione, ne fa uno avanti nel rispondere alle necessità del Paese, nell’avvicinarsi ai problemi quotidiani delle famiglie e delle imprese che ben sanno quando è il momento di lavorare insieme, senza pregiudizi e rivalità”. Per il presidente del Consiglio ora ci sarà una ricostruzione come avvenne nel Dopoguerra: “Il nostro impegno è per il rientro alla normalità dalla crisi economica”. Ma stabilisce alcuni paletti: “L’euro è irreversibile” questo governo nasce “nel solco dell’Ue e dell’Alleanza atlantica”. Poi aggiunge: “Senza l’Italia non c’è Europa ma fuori dall’Europa c’è meno Italia: dobbiamo essere più orgogliosi del contributo italiano alla crescita e allo sviluppo dell’Unione europea”.
Descrive lo stato del Paese dopo un anno di pandemia, commettendo un piccolo lapsus sui ricoverati in terapia intensiva (dice 2 milioni invece di 2mila). “È calata di 2 anni l’aspettativa di vita. I nuovi poveri nel 2020 sono passati da 31 a 45%. La disoccupazione finora è stata selettiva su autonomi, giovani, donne”. Tra le priorità per ripartire in primo luogo i vaccini: “La nostra prima sfida è ottenere il vaccino e distribuirlo rapidamente”. Poi la scuola: “Occorre rivedere il disegno del percorso scolastico annuale. Il ritorno a scuola deve avvenire in sicurezza”. Quanto all’ambiente, Draghi cita Papa Francesco e insiste sul dovere di “lasciare un buon pianeta, non solo buona moneta. Ogni spreco oggi è un torto alle future generazioni”. In tema di lavoro “bisogna proteggere tutti i lavoratori ma non tutte le attività devono ricevere pari sostegno”. Chiede una vera parità di genere, insiste sulla riduzione del gap salariale fra uomini e donne e sull’incremento dei servizi di welfare. Quanto alle riforme urgenti richieste dal Recovery plan, la cui governance sarà incardinata al Mef, Draghi cita quella sugli investimenti pubblici, quella sul fisco e la lotta all’evasione, la riforma della pubblica amministrazione e della giustizia civile per aumentarne l’efficienza. Terminato il discorso partono gli applausi dell’aula. Draghi ha il microfono ancora aperto e si sente la domanda rivolta a Giancarlo Giorgetti al suo fianco: “Mi dite voi quando posso sedermi?”.