“C’è un modello di buona movida tra le giovani generazioni lucane che resiste e che associato a misure di maggiore vigilanza all’interno e all’esterno delle discoteche o dei luoghi di divertimento sia da parte dei titolari ed organizzatori che delle forze dell’ordine può garantire giovani e famiglie”. E’ il commento di Fabio Dapoto che insieme ad un gruppo di Giovani di Italia Unica ha fatto un giro in queste festività tra spettacoli ed attrazioni musicali per una “verifica sul campo” dopo le tragiche vicende delle discoteche di Rimini e nel Salento.
“Proprio le feste sono l’occasione – afferma – per fare informazione, senza toni retorici, facendo capire ai giovani il pericolo di sostanze stupefacenti che la maggior parte delle volte sono tagliate con sostanze tossiche che mettono a rischio la vita. L’ informazione e’ fondamentale per combattere il fenomeno. Nei giorni di Ferragosto, gli incontri dei gestori di discoteche e locali di musica, esponenti di comitati feste e sagre e soprattutto i giovani frequentatori abituali o occasionali – dice Dapoto – sono stati utili per avere un quadro più chiaro su cosa può fare la politica senza ricorrere a proposte strampalate o comunque all’insegna del proibizionismo. C’è bisogno, innanzitutto di campagne informative, con iniziative che coinvolgano i Ministeri alla Salute e alla Pubblica Istruzione (non affidando ogni compito agli Interni) tra i giovanissimi sugli effetti di droghe ed alcool, per vincere la “cultura dello sballo facile” e per affermare che è vero che c’è la MalaMovida, da contrastare in tutti i modi, ma ci può e ci deve essere soprattutto una BuonaMovida. La MalaMovida di fatto catalizza patologie sociali che nascono anche per ragioni che gli sono indipendenti, di tipo sociale e/o culturale; tra queste centrale è un rapporto malsano con il consumo di alcolici, che coinvolge in modo intenso anche gli adolescenti e i giovani. Va considerato che nell’attuale contesto gli adolescenti sono un universo particolarmente problematico e difficile da governare, perché di fatto poco conosciuto, ancora nell’ombra della tutela familiare eppure dirompente in tante espressioni di soggettivismo deregolato. Alcuni dei dati relativi al loro rapporto con l’alcol e con alcuni comportamenti trasgressivi e dell’eccesso sono da allarme sociale e – dice Dapoto – richiedono un soprassalto di responsabilità collettiva e coordinata, che partendo dalle famiglie e dalle scuole arrivi a coinvolgere i presidi territoriali che intercettano gli adolescenti nell’esercizio di alcune attività che sono concretamente propedeutiche al dispiegarsi di scelte orientate alle culture dell’eccesso e dello sballo. Con la riapertura delle scuole c’è molto da fare a cominciare da lì”. E poi per i Giovani di Italia Unica gli arresti a Ferragosto in una discoteca di Rimini di tre persone sorprese a spacciare stupefacenti di ogni tipo con il sequestro complessivamente di quasi un etto di droga suddivisa in oltre 200 dosi dimostra che se si rafforzano le operazioni di controllo dentro e fuori i locali i risultati si raggiungono. Vanno indicate infine come “best practice” l’iniziativa del Comune di Firenze con un piano in dieci mosse per l’uso responsabile degli alcolici e la lotta allo «sballo» definito tra il sindaco , i gestori delle principali discoteche fiorentine e i rappresentanti delle categorie economiche e quella dei titolari di discoteche della Versilia che proprio per Ferragosto hanno deciso misure più rigorose di selezione all’ingresso. Chi lavora in questo settore sa bene che la questione dell’uso di droghe in discoteca non è di facile controllo, sia perché rimane irrinunciabile il rispetto della privacy e perché le sostanze stupefacenti vengono introdotte in modalità varie e spesso invisibili. Ma, l’attenzione verso questo problema deve rimanere alta pur nelle oggettive difficoltà di arginarlo del tutto e controlli più severi possono almeno limitarlo.