La prima e la terza Commissione del Consiglio regionale, riunite in seduta congiunta, hanno espresso parere favorevole all’unanimità dei presenti, con due distinte votazioni, sul “Regolamento di gestione e dismissione dei beni della riforma fondiaria” adottato dalla Giunta regionale. Favorevoli al provvedimento i consiglieri dei Gruppi Pd, Psi, Ri, Pp e Mollica. Il consigliere Romaniello (Gm), pur apprezzando il lavoro svolto dall’Alsia, non ha partecipato al voto evidenziando che se la Giunta avesse operato in maniera più celere la Commissione avrebbe potuto svolgere pienamente la sua funzione, effettuando i necessari approfondimenti su una materia così complessa e chiedendo eventualmente anchealcune modifiche del Regolamento. A suo parere, il dato politico che emerge da questa vicenda è che gli enti regionali sono ancora una volta piegati ai voleri della politica. Anche Perrino e Leggieri (M5s), condividendo l’opinione di Romaniello, non hanno partecipato al voto. Il consigliere Galante (Ri) ha evidenziato invece che il Regolamento risolve una serie di lacune, quindi al netto degli approfondimenti più congrui richiesti da Romaniello e pur con una conoscenza non approfondita si può esprimere un parere positivo per dare uno strumento utile alle imprese agricole.
Così come previsto dall’articolo 40 della legge regionale n. 19/2017 (Collegato alle legge di stabilità regionale 2017), il Regolamento stabilisce “criteri e modalità di gestione e dismissioni delle singole tipologie immobiliari, nonché criteri parametrici per la determinazione dei prezzi di vendita” e definisce “criteri per l’individuazione dei soggetti destinatari degli immobili e i requisiti occorrenti per il riconoscimento dei diritti di prelazione”, come hanno ricordato l’amministratore unico dell’Agenzia lucana di sviluppo e innovazione in agricoltura Domenico Romaniello e Vincenzo Capece, dirigente dell’Ufficio dell’Alsia che si occupa della gestione dei beni della riforma fondiaria.
“Non è stato facile – ha detto Romaniello – costruire un Regolamento che tendesse ad esemplificar e ricondurre in un unico testo regolamentare una serie di casistiche che nel corso degli anni erano sfuggite. Le azioni più importanti riguardano la necessità di porsi rispetto al cittadino in un rapporto di chiarezza e di rispetto delle regole, perché l’azione di riforma per troppi anni ha prodotto una serie di promiscuità. Il patrimonio dell’Alsia comprende circa 7 mila ettari di terreni e circa 600 fabbricati, con problemi di stabilità e sicurezza, ed è quindi necessario agevolare la dismissione”.
“Parte del Regolamento – ha aggiunto Capece – copre il vuoto normativo che l’articolo 40 della legge regionale n. 19/2017 ha creato abrogando articoli essenziali della normativa precedente. Con il Regolamento si sopperisce inoltre ad una forte carenza della legge precedente che non permetteva la gestione del patrimonio, ma solo la vendita, che però molte famiglie di agricoltori non sono nelle condizioni di effettuare. Si trattava inoltre di introdurre una forma di maggiore equità. La legge regionale 47/2000a chi possedeva un podere da prima del 1976 permetteva l’acquisto con un costo pari ad un terzo del prezzo di esproprio effettuato negli anni 50, cioè 10 o 15 centesimi. Se invece il possesso era successivo il prezzo era determinato dagli uffici regionali ed era molto superiore. Con il Regolamento si interviene inoltre sui tempi delle procedure: attualmente occorrono in media 415 giorni per la lavorazione di una pratica, mentre introducendo le perizie di carattere parametrico contiamo di poterle concludere in 30 giorni”.
Romaniello e Capece hanno inoltre risposto ai quesiti posti dal presidente Lacorazza e dai consiglieri Romaniello, Galante e Perrino.
Alla riunione congiunta della prima e della terza Commissione, oltre ai presidenti Piero Lacorazza e Vincenzo Robortella (Pd), hanno partecipato i consiglieri Romaniello e Pace (Gm), Giuzio e Spada (Pd), Galante (Ri), Bochicchio (Psi), Soranno (Pp), Leggieri e Perrino (M5s), Mollica e Benedetto.