Domenico Gallipoli in una nota affronta alcuni temi di politica nazionale e regionale. Di seguito la nota integrale.
Gallipoli: “La Basilicata ha bisogno di una robusta cura a base di fosforo”. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
E’ risaputo che il fosforo è ottimo nella cura contro la perdita di memoria; sarebbe bello se avesse effetto non solo su quella individuale ma anche su quella collettiva. Le cronache attuali fanno tornare alla …. memoria gli avvenimenti che videro protagonisti molti personaggi della seconda metà del 1800 (siamo alla vigilia dell’Unità d’Italia) che, resisi conto che la Storia stava cambiando, abbandonarono al loro destino i Borboni e passarono dalla parte dei nuovi arrivati. A questi furboni double face, che avevano il potere prima e fidarono di conservarlo dopo, si attribuisce il nome di gattopardi. Si cambia per non cambiare, si cambia saltando sul carro del probabile vincitore allo scopo di conservare il potere o di conquistarlo se si è stati ai margini di esso. Poco importa se il Padre Padrone d’Italia (sempre in campagna elettorale, sempre in giro, amante di selphie, dal linguaggio spesso volgare,… ma al Ministero non ci sta quasi mai?) discende da una cultura che si è espressa in un passato non molto lontano in termini ben poco affettuosi (meglio dire rispettosi) nei confronti di noi meridionali. Una piccola antologia delle frasi rivolte a noi “sudici”, cioè del sud, dalla Legadella prima ora (la madre che ha partorito quella attuale, che ne conserva il DNA)
:“fora dalle balle i meridionali”; “terroni scansafatiche e parassiti mantenuti dal nord”;
“senti che puzza scappano anche i cani, stanno arrivando i napoletani. O colerosi, terremotati, con il sapone non vi siete mai lavati”; “noi siamo accanto alla gente per difendere il Nord dagli sprechi della terronia”;
“non vogliamo professori meridionali, bisogna bloccare l’esodo di migliaia di docenti precari che partono dal Sud e arrivano al Nord e poi a decine si dichiarano ammalati”; “non è giusto, siamo invasi! Ovunque ti giri sei sommerso da ‘sti qui che vogliono comandare loro, mi fanno venire la nausea”; ”l’Italia finisce in “Padania”, il resto è “continente nero”.
Nel nord si sente parlare di insegnanti che dovrebbero conoscere il dialetto dei posti in cui svolgere il lavoro, di graduatorie regionali (riservate, cioè a gente del posto) da cui attingere impiegati ed insegnanti. Siamo al “donne e buoi dei paesi tuoi” in salsa leghista.
Siamo serbatoio di voti per chi intende staccare economicamente il nord sviluppato dal sud svantaggiato; l’autonomia vagheggiata dalla Lega significa questo: io nord mantengo per me quella parte di tasse che dovrei versare al governo centrale e che dovrebbe servire ad aiutare voi meridionali spreconi e lavativi; insomma il ricco dovrebbe trattenere per sé tutta la ricchezza e il povero … si arrangi. Ci stiamo dando la zappa sui piedi!Mi si consenta, direbbe il Cav, esprimere qualche riflessione su quota 100. Se tutti quelli che hanno i requisiti per uscire dal lavoro lo facessero, che succederebbe, per esempio, nella sanità? Già ora ci sono problemi di attesa per gli esami diagnostici e per le visite specialistiche; si sono fatti i conti per essere certi che il vuoto lasciato dai futuri pensionativerrebbe occupato poi totalmente da nuovi assunti nel campo della sanità, della scuola, degli uffici pubblici? Sorge il dubbio che si sia agito per pura propaganda elettorale, senza calcolare gli effetti di questa legge.
P.S. Nell’ambiente universitario qualche studente, piuttosto furbetto e poco disposto ad impegnarsi seriamente nello studio, scopiazza una vecchia tesi di laurea di un altro studente aggiungendovi qualcosa di suo e presenta la tesi di laurea (frutto di un copia incolla) come suo originale lavoro. Che figura barbina nel momento in cui la magagna viene scoperta! Anche in politica capita che qualcuno dalle nostre parti si comporti allo stesso modo. Costa fatica impegnarsi nello studio propedeutico alla stesura di programmi, è più facile e redditizio distribuire a piene mani promesse che hanno il torto di non fare i conti con la realtà; invece di puntare tutto sugli investimenti (strade, ferrovie, scuole, difesa del territorio, eccetera) che creano lavoro e reddito, si programma di dare soldi per cercare un lavoro che non c’é. Oppure il lavoro si trova in isole sperdute su cui i disoccupati dovrebbero arrivare trasportati da novelli Cristoforo Colombo “navigator”? La fantasia di certo non manca a noi discendenti da poeti, santi e …”navigator”.