E’ morto a Varese Giuseppe Zamberletti. Il padre della protezione civile, 85 anni, da tempo malato, era ricoverato in ospedale. Angel Borrelli, capo della Protezione civile, lo ricorda come “un amico, un maestro, una guida”.
“Oggi perdiamo uno straordinario conoscitore della fragilità del nostro paese – ha aggiunto – un uomo che per primo intuì la necessità di distinguere la fase del soccorso in emergenza da quella fondamentale della previsione e della prevenzione dei rischi naturali”. Zamberletti è stato parlamentare della Democrazia Cristiana fin dal 1968 e si è sempre occupato di temi riguardanti la sicurezza dei cittadini. Nel 1972 ha ricoperto l’incarico di Sottosegretario all’Interno nei governi presieduti da Aldo Moro e da Giulio Andreotti, con la delega per la Pubblica sicurezza, l’antincendio e protezione civile.
In occasione del terremoto del 1976 in Friuli, Zamberletti fu nominato Commissario Straordinario per assicurare il coordinamento dei soccorsi. Nel 1980, a seguito del terremoto abbattutosi sulla Campania e la Basilicata, la sua esperienza di Commissario Straordinario si ripete. L’esperienza maturata lo porta al convincimento che le calamità, sia naturali che legate all’attività dell’uomo, non possono essere fronteggiate soltanto con una attività di mero soccorso, ma possono essere previste, prevenute e mitigate nei loro effetti mediante l’operatività stabile di una struttura creata ad hoc. Così nel 1981 verrà incaricato dal presidente della Repubblica, Sandro Pertini, di predisporre, quale alto commissario, gli strumenti organizzativi della nuova protezione civile, e nel 1982, nominato Ministro per il coordinamento della protezione civile, diventa Capo del Dipartimento appena creato. “È il giorno – ricorda la Protezione civile – in cui, in Italia, si volta pagina nella gestione delle calamità sul territorio nazionale.
Un percorso che terminerà con la legge 225 del 1992 che rappresenterà il traguardo di un progetto iniziato dieci anni prima”. Zamberletti sarà Ministro organizzatore e coordinatore del nascente sistema nazionale di protezione civile per il 1982 e poi ancora dal 1984 al 1987 in gran parte sotto la Presidenza di Bettino Craxi. Dopo la fine dell’esperienza ministeriale, Zamberletti non si è più allontanato da quel mondo che lui stesso aveva creato: la passione, l’impegno per la protezione civile non lo faranno mai desistere dall’interessarsi della materia, tanto che nel 2007 viene nominato Presidente della Commissione Grandi rischi, incarico alla cui scadenza, proseguirà ancora, nella carica di Presidente emerito, che ha mantenuto sino alla fine.
La “felice e lungimirante intuizione dell’on. Zamberletti riguardo all’importanza del ruolo ricoperto dalla scienza nel campo della previsione e prevenzione dei rischi connessi con eventi naturali e antropici, al servizio di una società moderna e consapevole” è stato ricordato da Gabriele Scarascia Mugnozza, presidente della commissione Grandi rischi. Zamberletti, secondo Scarascia Mugnozza, “fu il primo politico a comprendere la necessità di un supporto tecnico-scientifico permanente nei confronti degli organi di governo chiamati ad assumere decisioni assai delicate su tali aspetti di grande impatto sociale ed economico”.
La scomparsa di Zamberletti, Vincenzo Viti (Consigliere Svimez): “Un lutto per tutti”
“Chiunque abbia conosciuto e frequentato Giuseppe Zamberletti come a me è accaduto in occasione del terremoto dell’80 e in successive dammatiche emergenze non potrebbe non sentirne la scomparsa come un lutto da condividere. Con Zamberletti muore l’inventore,lo sperimentatore,il coordinatore del moderno sistema italiano di Protezione Civile. Una personalità che ha saputo coniugare la straordinaria umanità con la efficienza e il rigore. Un uomo del Nord con i carismi della cultura istituzionale e la sensibilità dell’operatore sociale. Un esempio ineguagliabile che scompare lasciando tracce che si attende vengano ripercorse con identica qualità e dignità”