Eipli, Cgil Potenza e Fp Cgil: Traghettare tutti i lavoratori nella nuova società valorizzando esperienza e sacrifici e risanare gli invasi. Di seguito la nota integrale.
Numerose volte abbiamo rivendicato le condizioni dei lavoratori dell’EIPLI, mettendo in evidenza, in particolare, la condizione di precarietà dei circa 40 lavoratori, assunti con contratto a tempo determinato, le cui proroghe, da noi fortemente volute, consentono oggi la stabilizzazione. Abbiamo rivendicato le condizioni di lavoro di tutti i circa 150 lavoratori che spesso prevedevano turni stressanti, luoghi vetusti e difficili da raggiungere. Abbiamo messo in evidenza le difficili condizioni di lavoro in cui gli stessi operano e chiesto la messa in sicurezza.
L’EIPLI è l’ente che, pur essendo in liquidazione dal 2011, ha continuato a garantire le attività sugli invasi di Puglia e Basilicata con poche risorse umane e nessuna progettualità. A farne le spese sono sempre stati i lavoratori che non hanno mai effettuato procedure di progressioni di carriera nè tantomeno percepito i premi di produttività.
Ci siamo spesi presso il ministero vigilante, più volte, affinché si trovasse una soluzione alle condizioni non più accettabili dei lavoratori, sia a tempo determinato che indeterminato. Con il dl 44 del 22 aprile scorso è stata prevista la stabilizzazione dei circa 40 lavoratori a tempo determinato che hanno già raggiunto i requisiti previsti dalla norma. Un risultato notevole, frutto delle nostre battaglie, fortemente voluto dalla nostra organizzazione, che finalmente mette fine a lunghi anni di precarietà e di incertezze.
A breve nascerà la nuova società a cui saranno trasferite le risorse umane e strumentali dell’ente soppresso. Adesso la sfida più importante per noi sarà quella di traghettare tutti i lavoratori dell’EIPLI nella nuova costituenda società, facendo in modo che siano rivalutate esperienza e sacrifici profusi dagli stessi per anni e mai valorizzati.
L’acqua è un bene comune, primario e necessario alla vita di tutti noi, delle nostre aziende e dei nostri campi oggi viene dispersa per 50% perché gli invasi sono fatiscenti e non possono contenere la massima capienza. In Basilicata siamo costretti, nostro malgrado, a disperdere l’acqua delle sette importanti dighe che abbiamo perché gli impianti, ormai fatiscenti e bisognosi di importanti interventi, non consentono la piena portata.
Neanche le risorse del Pnrr, previste per le infrastrutture al fine di ridurre i tassi non più sopportabili di perdita di questo bene prezioso, che al sud si aggirano intorno al 50% fra acqua captata alla sorgente e acqua distribuita all’utenza finale, hanno modificato lo status quo. Di fatto gli impianti, quando superano il limite fissato dagli addetti alle ispezioni dell’ufficio Dighe del ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile, vengono svuotati e l’acqua dispersa.
Si intraveda al più presto una soluzione che dia tranquillità ai cittadini e al personale che da anni si sacrifica perché l’acqua possa arrivare nelle nostre case, nei nostri campi e nelle aree industriali e agricole nostre e pugliesi. Si chiede l’utilizzo al meglio dei fondi del Pnrr per rendere un servizio migliore al mondo agricolo e industriale.