L’Agcom ha ritenuto fondato l’esposto del Csail-Indignati Lucani ed ha condannato la direzione di Basilicatanet. La memoria difensiva del direttore Giovanni Rivelli non è stata ritenuta valida accogliendo le motivazioni del Csail: par condicio non rispettata e parzialità del notiziario istituzionale della Regione.
Ricordiamo l’ennesimo caso di notiziario Basilicatanet piegato agli interessi politici: in data 18 gennaio con il titolo “Elezioni: Bersani, importante impegno elettorale De Filippo” è stata pubblicata (ore 12.06) una notizia sfacciatamente elettorale che viola il regolamento di par condicio adottato dallo stesso direttore responsabile e reso noto sullo stesso sito web. Dall’entrata in vigore della par condicio non è stata pubblicata su Basilicatanet alcuna nota elettorale ad eccezione dell’elogio di Bersani a De Filippo con il messaggio di propaganda a favore del Pd.
Il CSAIL-Indignati Lucani si è rivolto all’Agcom (Autorità Garante per le Comunicazioni) perché sanzionasse la responsabilità dell’evidente violazione.
E l’Agcom – dichiara Filippo Massaro, presidente Csail-Indignati – ci ha dato ragione: l’escamotage utilizzato nel pubblicare la notizia, vale a dire citando la fonte della stessa (Ansa), non esclude la responsabilità del direttore responsabile che, come prevede con chiarezza la legge sulla stampa, risponde sempre e comunque delle notizie pubblicate, pur citandone la fonte.
Scrive Agcom: “L’attività di informazione della P.A. in esame si è sostanziata nel fare proprio un comunicazione di agenzia terza con valutazione di un leader nazionale a favore del candidato (all’epoca potenziale) De Filippo”.
Questa volta attendiamo un commento del Presidente De Filippo che ha sempre sostenuto la “piena autonomia giornalistica” scaricando di fatto il direttore che lui ha nominato e non assumendosi alcuna responsabilità diretta e tanto meno politica (come dovrebbe da editore) per quanto accade da troppo tempo sul web istituzionale della Regione. Vorrà dire che dopo il provvedimento di sanzione dell’Agcom chiederemo alla Corte dei Conti che sia il direttore a pagare in proprio.
beh! non ho tempo per commentare ma inveire sul povero direttore di Basilicanet è da maramaldi