Cinzia Scarciolla (Candidata consigliera Matera 3.0): “Matera non può essere un feudo di Potenza”. Di seguito la nota integrale
Sul dibattito avviato nella città di Matera per la presenza di candidati della provincia di Potenza nelle liste civiche e nei partiti in campo per le elezioni comunali del 20 e 21 settembre riportiamo di seguito le riflessioni della candidata consigliera della lista Matera 3.0 Cinzia Scarciolla. Di seguito la nota integrale.
Sulla presenza nelle liste elettorali di candidati provenienti dalla Provincia di Potenza si è aperto in città un dibattito che alcuni giudicano sterile perché fondato sul campanilismo. Quello del campanilismo infatti, è un tema minore: lungi da me giudicare l’adeguatezza dei candidati consiglieri al Comune di Matera per nascita!
In realtà il tema si pone per l’opportunità di queste candidature se le stesse sono incarnate da persone che ricoprono o hanno ricoperto incarichi politici in altri Comuni o che sono espressione di realtà lavorative di comuni della Provincia di Potenza o di Potenza e quindi, di fatto, lontani dalle problematiche della città di Matera e naturalmente più vicini a quelle della provincia di Potenza.
Qualcuno dovrà spiegarne il senso, soprattutto alla luce della nota disparità di trattamento ricevuta da Potenza a livello regionale nonché di palesi e sfrontate sottrazioni di risorse economiche a danno di Matera per effetto della “potenza” del capoluogo.
Il tema della disparità di trattamento ha fondamento nella differenza nel numero della popolazione delle due provincie della Basilicata, differenza che mette la provincia di Matera in perenne minoranza. Ciononostante ci si attenderebbe dal capoluogo equilibrio ed equità nella attuazione delle politiche, almeno in relazione a quelle che incarnano maggiormente la vocazione di Matera, per esempio quella turistica.
Quell’equilibrio auspicabile non solo non si è visto ma ora si sta addirittura tentando di aggiungere alla differenza numerica, formale, una differenza sostanziale determinando, attraverso la qualità degli eletti, un orientamento nel dibattito politico che mini così l’autonomia decisionale del Consiglio comunale.
Come possiamo pensare che questa circostanza sia ininfluente? Chi ha consentito o favorito queste dinamiche? Con quali obiettivi? Domande che reclamano una risposta soprattutto se pensiamo che neanche gli stessi eletti “materani” sono riusciti a tutelare gli interessi della città, piegandosi spesso al referente politico regionale piuttosto che opporsi con gli strumenti della politica alle numerose decisioni subite. Ricordiamo soltanto la più recente: Matera 2019 diventata Matera- Basilicata2019, ma anche il famoso scippo del capodanno Rai; per non parlare delle infrastrutture negate (chi non ricorda la frase “a Matera la ferrovia non l’avrete mai!”) o della attualissima questione dell’ospedale di Matera!
Un po’ troppo, non credete?
I partiti locali hanno più volte piegato disinvolti la testa rinunciando a opporre ragioni e valutazioni che pur provenivano dal basso tradendo il proprio elettorato e quella tanto invocata amicizia ostentata al momento della richiesta del voto! Ahhh gli amici!!!
A quelli che “ non si può mai cambiare”, a quelli che “è sempre stato così” vorrei dire che è giunto il momento di mettere mano a questa questione ormai matura ed improcrastinabile, presupposto del rilancio di Matera e di ogni programma elettorale.
È necessario aprire un serio dibattito sulle alternative possibili per il riequilibrio di questa regione, proponendo soluzioni, che pur esistono, per una maggiore autonomia.
Intanto però, occorre eleggere un sindaco che abbia le mani libere, che non sia sottoposto ai dickat del proprio referente regionale e che difenda quell’autonomia che altre forze politiche hanno già dimostrato di mettere da parte per ragioni che ciascuno di loro dovrebbe spiegare agli elettori, cui soltanto dovrebbero rendere conto.
Set 11