“Dopo che il Consorzio per lo sviluppo industriale della provincia di Potenza è stato sommerso dai debiti, Braia e Pittella vogliono affossare anche quello di Matera, con un progetto di fusione dal quale il nostro territorio avrebbe tutto da perdere. E’ bene che i cittadini materani sappiano che cosa è il Consorzio di Potenza: debiti pregressi che arrivano ad 80 milioni di euro tra mutui non onorati, mancati pagamenti a fornitori e gestioni finanziarie opache. Un Consorzio che si è distinto per gli sperperi e per la cattiva gestione, con costi fissi gonfiati, personale in eccesso, investimenti in infrastrutture inutilizzate, contratti opachi e accordi con società private fallite: lo hanno attestato la Corte dei Conti e lo stesso Consiglio regionale Basilicata”. A dirlo Luca Prisco, imprenditore di 49 anni, candidato a sindaco di Matera per le elezioni comunali 2025 con le liste “Democrazia Materana”, “Volt” e “Matera visione comune”. “Braia e Pittella dovrebbero conoscere sin troppo bene le cause e le responsabilità, che sono tutte della politica: quella potentina e quella delle connivenze materane. Sarebbe bene ricordarsi dell’indagine ‘Industria opaca’ della Procura di Potenza del 2019 che ha svelato il sistema clientelare con l’assegnazione di fondi a imprese “vicine” a certi partiti, senza verifiche di sostenibilità. Anche il piano di rientro del disastro del Consorzio industriale della provincia di Potenza è un fallimento, con ritardi nei pagamenti alle piccole e medie imprese locali: sono state oltre 200 le segnalazioni alla Camera di Commercio: anzi, ad Unioncamere, dal momento che anche lì c’è stata l’unificazione che ne ha cancellato la presenza nella nostra città. Esemplare il disastro compiuto nella zona industriale di Lauria, dove sono stati dirottanti enormi finanziamenti ed investimenti con i seguenti risultati: meno del 30 per cento degli spazi utilizzati; terreni contaminati; capannoni realizzati senza studi di mercato ed oggi rimasti vuoti; polo agroalimentare mai decollato; assegnazione di lotti a imprese amiche (si veda l’indagine della Procura di Lagonegro); multe dell’Unione europea per le mancate bonifiche. I rischi per Matera, qualora dovessimo seguire la strampalata idea di Braia e Pittella, sarebbero enormi, praticamente delle certezze. Tutto questo – conclude Prisco – sarebbe già sufficiente a stare lontani (lontanissimi!) da una ipotesi del genere. Per questo motivo e per tanti altri che racconteremo si indice il “Mo basta day’ per il 27 aprile a Matera”.