Paolo Grieco è uno dei cinque candidati a sindaco per le primarie Matera Open City in programma domenica 6 aprile dalle ore 8 alle ore 22 nella sala Pasolini del Centro Commerciale Il Circo in via Sallustio a Matera. Di seguito le sue riflessioni sulle potenzialità della città dei Sassi.
Quando penso a Matera, penso alla bellezza. Quella che incanta il mondo, ma anche quella più nascosta, più silenziosa. La bellezza che abita negli sguardi della sua gente, nelle rughe che raccontano storie, nelle mani che hanno conosciuto la fatica. Penso ai Sassi, che non sono solo pietre, ma identità scolpita. Penso ai vicoli, che non sono solo strade, ma racconti vivi di dignità e resistenza. E poi penso alle periferie. Quelle fisiche, dove i lampioni si accendono tardi e i servizi arrivano mai. Ma anche quelle umane, dove la politica ha smesso di guardare, voltando lo sguardo altrove. Penso ai giovani. A quelli che sognano forte, che vorrebbero restare, costruire, restituire… ma spesso sono costretti ad andarsene. Non perché manchi la voglia, ma perché mancano le possibilità Penso agli anziani. A chi ha piegato la schiena nei campi, a chi ha costruito case e speranze, a chi ha creduto in una Matera migliore per i propri figli e ora si chiede se tutto quel sudore sia servito davvero a tutti… o solo ad alcuni. Matera ci ha insegnato che la storia non è un destino, ma un’opera collettiva. Che anche la vergogna può trasformarsi in orgoglio. Lo abbiamo già fatto. Abbiamo mostrato al mondo che dalla polvere si può rinascere. Che una città può diventare un faro. Ma allora perché fermarsi adesso? Perché tornare indietro? Perché accontentarsi di una crescita che ha premiato pochi e dimenticato molti? Perché accettare che il centro brilli, mentre le periferie restano al buio? Il futuro non si eredita. Si costruisce. Si conquista. Si sceglie. E ora Matera è chiamata a scegliere se restare una cartolina da ammirare o diventare davvero una comunità viva, giusta, solidale. Non basta guardarla. Bisogna abitarla con responsabilità. La politica deve tornare a essere ciò che è sempre stata nella sua forma più nobile: un servizio. Non un trampolino per ambizioni personali, ma una cura collettiva. Matera ha tutto per diventare un modello di sviluppo umano, equo, inclusivo. Basta volerlo. Io sono qui per questo. Perché nessuno sia più lasciato indietro. Perché la speranza non sia un’eccezione, o un lusso per pochi, ma un diritto per tutti. Perché Matera non è solo patrimonio dell’umanità. È, prima di tutto, un patrimonio di umanità. E va custodito con amore, visione e coraggio.