Marino Trizio, presidente di Città Plurale Matera: “Riusciremo ad avere un’amministrazione al servizio della città?”.
Di seguito la nota integrale.
A seguito delle dimissioni del sindaco Bennardi, avvenuta non a seguito di una sfiducia motivata in ambito politico e all’interno del Consiglio comunale, ma attraverso un’azione notarile, in cui 17 consiglieri comunali rimettevano l’incarico, determinando così lo scioglimento del Consiglio Comunale. Un comportamento poco edificante, che, comunque, ha posto fine all’ennesima amministrazione deludente e fallimentare.
Di conseguenza è partita ufficialmente la campagna elettorale, con innumerevoli incontri pubblici, periferie escluse, per convincere della bontà dei programmi e della scelta del candidato al ruolo di sindaco. Altra, chiamiamola novità, è la proliferazione di formazioni politiche, associazioni e progetti di varia natura, con nuove sigle e strategie, in cui si nascondono vecchi personaggi, che evidenziano una sostanziale frammentazione della politica, un individualismo esasperato, conseguenza del fatto che non esistono più i partiti o se ne scorge solo l’ombra. Si presentano manifesti e programmi di grandi intenzioni per la città, e ci si dimentica di ricostruire e riflettere sulla storia, dagli anni 80′ e 90 in poi, fondamentale per capire gli errori commessi, e quale strada intraprendere per poter costruire un nuovo futuro culturale, sociale e politico per la comunità materana. Se ciò non avviene, o lo si dimentica volutamente, qualunque visione è destinata al fallimento. Sui programmi elettorali in elaborazione, di varia ispirazione, ricchi di buone intenzioni, è inutile dare giudizi o parlarne. E’ la prassi delle campagne elettorali, poi alla prova dei fatti e per esperienza, raggiunto l’obiettivo, tutto viene disatteso e dimenticato. Ciò che conterà saranno i fatti appena si prenderà possesso del sesto piano del Comune. Alcuni nomi, per la candidatura a sindaco, che non rappresentano niente di nuovo, sono già chiari e il centrodestra, con una frattura evidente, ha indicato il suo candidato, designato da Fratelli d’Italia, che ha provocato non pochi malumori, distacchi e percorsi personali. E’ la logica di spartizione tra i partiti di una coalizione, considerato che il Presidente della Regione è di Forza Italia e per il comune di Potenza il candidato era stato indicato dalla Lega. Conseguenza, nell’ottica del centro destra, che non ha mai fatto ricorso alle primarie, che la candidatura per Matera fosse richiesta da FdI.
In questo grande fermento, della sinistra o meglio di una politica di sinistra o di centro sinistra o progressista, che dir si voglia, non si ha traccia. Il PD è nella confusione totale, sempre più staccato dalla realtà, sempre più chiuso, come la sua ex sede in piazza degli Olmi. Il prevalere di giochi di potere sotterranei eppure così visibili nel cosiddetto gruppo dirigente, generano uno spettacolo poco edificante e una confusione in tutto il CS.
Una oligarchia di potere arrogante, che si sentiva intoccabile, che sembrava arrivata al capolinea, ci dicono che questa classe politica, che ha governato da trent’anni questa nostra martoriata città, che pur avendo conseguito titoli importanti quali Patrimonio Unesco nel 1993 e Città Europea della Cultura 2019, non riesce a comprendere che è stata severamente punita da un elettorato esausto, esasperato, nauseato, stanco di lotte intestine e clandestine, dei giochi di potere sotterranei, di mezze frasi dovute alla stampa e sorrisi di fratellanza esibiti a destra e a manca, da un residuo, sempre meno convinto obbligo di decenza. Il susseguirsi di sconfitte (politiche, regionali e comunali) non sono state sufficienti a cambiare registro e uomini, e si è riproposta la stessa nomenclatura. Una nomenclatura che male nasconde lotte fatte di colpi bassi e bassissimi, una guerra che mai si cura di ricostruire un partito cosiddetto democratico, che ripetiamo, è ormai un involucro vuoto, che possa occuparsi del bene comune, dell’interesse pubblico, della città e della Regione, delle persone che ci vivono. Una politica dimentica di essere al servizio del territorio e dei suoi cittadini, convinta che i cittadini siano al suo servizio: serbatoio di voti da usare alla bisogna come merce inerte. Gli oligarchi ancora una volta hanno giocato la loro partita a scacchi, fieri di escogitare ogni giorno nuovi trucchi, inedite strategie di offensiva reciproca, fino al punto di continuare a farsi male, pratica che del resto nel centrosinistra continua ad essere una consuetudine.
Di conseguenza, accade, che 100 giovani della città di Matera nel febbraio scorso, lanciano una petizione online per chiedere le primarie aperte al Centrosinistra per costruire il programma e scegliere il candidato sindaco. Per mancanza di risposte, cosa grave, alla suddetta richiesta, il loro portavoce Luca Colucci, ha comunicato la decisione dei Giovani per Matera di tenere il 6 aprile le Primarie aperte (Matera Open City) a tutte le forze e ai cittadini e alle cittadine che vorranno impegnarsi per il futuro di Matera. Domenica 30 marzo sono stati presentati i candidati alle primarie: Roberto Cifarelli, consigliere regionale del Pd (con tutte le contraddizioni che lo hanno contraddistinto negli ultimi mesi) che partecipa alle primarie a titolo personale, Nicola Casino della lista Matera 2030 ex capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale (in contrasto con il CD), Cinzia Scarciolla (approdata a +Europa), Adriana Violetto (ora Azione) ex consigliere comunale eletta rispettivamente in una civica e poi Forza Italia e Paolo Grieco presidente dell’Associazione Amici del Borgo. Un sostegno alle primarie è venuto, inoltre, dal segretario cittadino del Pd di Matera Luigi Gravela, che insieme ad altri, non riconoscono quanto deciso dalla Direzione cittadina del 27 marzo, da lui presieduta, che ha contestato la scelta di Cifarelli. Siamo di fronte a qualcosa che sembra incomprensibile, ma certamente, in essa, si nascondono giochi e manovre che ai cittadini e alle cittadine di Matera non sono chiari.
Nel rispetto di ogni iniziativa, di scelte personali o collettive, dei buoni propositi, i 100 Giovani per Matera, prima di lanciare le primarie, avrebbero dovuto doverosamente chiarire in quale ambito politico ricollocavano la loro iniziativa, considerato che l’appello originario era rivolto al solo centro sinistra o progressisti come loro si ritenevano. Altro aspetto, molto strano, dopo tutto questo impegno politico di idee e di coinvolgimento di tanti giovani, è constatare che dalle loro fila non viene nessuna proposta di candidatura alle primarie. Oppure, domandiamo, sosterranno uno dei cinque candidati? Quale? Non crediamo che ciò sarà chiarito, per cui quel “tutti insieme, appassionatamente” non crediamo possa generare visioni, programmi e scelte condivise nel tempo, considerato le diverse provenienze dei candidati. Alla fine i 100 giovani si sono dati solo un ruolo da notai, che delusione. Parafrasando la famosa poesia “La spigolatrice di Sapri”, non vorremmo poi raccontare ai posteri: “Eran 100 eran giovani e forti e sono morti”. Ormai questa nostra città sta diventando la Capitale del paradosso, della confusione, del disordine politico, cancellando qualsiasi differenza e chiarezza nelle posizioni politiche. Il narcisismo impera e il potere è l’unico obiettivo da raggiungere, una nuova medaglia da aggiungere alla propria carriera politica. Altro che amore e preoccupazione per la città.
Bisogna prendere atto che non c’è nulla di nuovo sotto il cielo di Matera, e le nuvole si addensano sempre più. Di tutto ciò che è successo in questa città nessuno ne ha la responsabilità e tutti si presentano come i salvatori della patria. Certamente rivedremo candidati vecchie nomenclature, ritorni improponibili, persone che sono a vita in consiglio comunale, senza dare spazio a un profondo ricambio, a nuove personalità e competenze. Se ciò accadrà, diciamo con estrema chiarezza che è stata consumata la pazienza dei cittadini materani. Dicano tutti chiaramente, se ne hanno il coraggio, quali sono i reali e veri obiettivi che intendono attuare una volta al governo della città, cosa intendono fare su lavoro, sanità e cultura, quale idea di pianificazione intendono attuare, in modo che i cittadini materani possano scegliere (o non scegliere) in maniera più consapevole. La Città ha capito, è delusa, è stanca, soprattutto i giovani, e non sopporterà più di essere presa in giro dall’ennesimo governo cittadino che non risolve i problemi nell’interesse del Bene Comune.
Per uscire da questo buco nero occorre che la prossima amministrazione:
· si imponga agli interessi particolari e disordinati delle lobby dell’edilizia, degli interessi privati, di progettisti senza scrupoli e della rendita fondiaria;
· faccia dell’arresto del consumo di suolo l’obiettivo prioritario per fermare l’ulteriore espansione;
· metta mano seriamente alla ristrutturazione e riorganizzazione radicale degli uffici comunali;
· metta in atto metodi e azioni di governo nell’interesse dell’intera comunità, con atti trasparenti e con strumenti concreti di partecipazione, dove affrontare i temi del lavoro, della sanità, della cultura, della pianificazione e dei problemi sociali (dipendenza da droga, alcool e giochi).
La città ha bisogno di essere ascoltata, di essere coinvolta, perché ogni scelta di governance incide fortemente sulla vita dei cittadini, sull’ambiente, sul paesaggio, sulla tutela dei beni collettivi, sul suo futuro. Le scelte politiche di una amministrazione devono essere guidate dalla stella polare dell’interesse pubblico a cui dovrebbero essere sempre subordinati gli interessi privati e particolari e improntate alla totale trasparenza, rendendo i cittadini consapevoli e partecipi delle decisioni che si stanno prendendo. Invece, come accade nella realtà, come accaduto sino ad oggi, la scarsità di informazioni e la mancanza di luoghi e strumenti di partecipazione, impediscono ai cittadini di conoscere, di avanzare proposte e di controllare la portata delle scelte politiche locali, che restano accessibili solo agli addetti ai lavori e agli inconfessabili legami politici.
Non ci resta che pregare, per chi crede.