Per le elezioni europee ha votato complessivamente in Italia il 49,69% degli aventi diritto, in Basilicata il 42,82% rispetto al al 47,3% del 2019 (39,10% nel Materano, 44,47 nel Potentino): i dati sono definitivi.
In Basilicata Fratelli d’Italia cresce ancora e si conferma il primo partito, ottenendo il suo miglior risultato nella storia politica lucana. Seguono PD con il 23,1% e il M5S con il 12,7%, in crescita rispetto al 13,8% e al 7,6% delle Regionali del 21 e 22 aprile scorso, vinte nettamente dal riconfermato governatore Vito Bardi.
I pentastellati, però, perdono quasi dieci punti rispetto alle Politiche 2022, quando, in Basilicata, raggiunsero il 22,5%.
Significativo anche il risultato lucano di Azione, che spinto dal candidato Marcello Pittella, ha raggiunto il 9,2%, ma l’ex presidente della Regione e attuale consigliere regionale non sarà eletto in Europarlamento per il mancato superamento della soglia del 4% a livello nazionale. Nessun lucano andrà quindi all’Europarlamento.
Rispetto alle Regionali di aprile, perdono voti Forza Italia (dal 13 all’8,9%) e la Lega (dal 7,8 al 5,4%),
Con 24.699 voti, in Basilicata, Giorgia Meloni è la più votata alle elezioni Europee che hanno confermato Fratelli d’Italia (25,5%) primo partito in regione.
Al secondo posto, a quota 22.807 presenze, Antonio Decaro del Partito democratico (23,1%), al terzo il lucano Marcello Pittella (Azione, in Basilicata al 9,2%) che nella sua regione ottiene 16.204 voti, poco meno della metà dei circa 33 mila dell’intera circoscrizione meridionale.
Tra i leder nazionali in lista per le Europee, in Basilicata, 7.304 preferenze per Antonio Tajani con Forza Italia a quota 8,9%. La Lega ha chiuso invece al 5,4% con 4.083 voti per Roberto Vannacci.
Pasquale Tridico (4.038) è stato il più votato per il Movimento 5 Stelle (12,7%).
Tra i lucani, nessuno dei quali eletto all’Europarlamento, alle Europee si registrano 5.640 voti per Antonio Rubino (Stati Uniti d’Europa al 5,5%) e 10.265 per Nicola Benedetto (Fratelli d’Italia).
Per quanto riguarda il dato nazionale dell’affluenza alle elezioni europee meno di un italiano su 2 è andato a votare. Ad eccezione del 2004, quando il dato definitivo fu del 71,7% e del 1999 con il 69,8%, l’affluenza per le europee ha visto un costante e progressivo vistoso calo. Nel 2014 votò, alla chiusura dei seggi, il 57,22% degli aventi diritto mentre nel 2019, quando si votò solo di domenica, alle urne andò il 54,5%.
Evocato da tutti gli schieramenti politici nel corso della campagna elettorale, lo spettro di un vistoso calo di votanti alle urne si è palesato fin dal primissimo dato delle 23 di sabato. Un trend confermato anche nella seconda giornata di voto e alla chiusura dei seggi, con dati arrivati con grande lentezza. Un nuovo record negativo di affluenza, dopo il 54,5% del 2019.
Sono dunque sempre meno gli italiani che vanno a votare per il rinnovo del Parlamento Europeo, mentre sembra “reggere” ancora l’elettorato chiamato ad esprimere la preferenza per le amministrative, sia per l’elezione di sindaci – si è votato in quasi 3.700 comuni di cui 7 capoluoghi di regione – sia per l’elezione del presidente e del consiglio regionale, in questo caso del Piemonte, come già nel 2019. Proprio in Piemonte si è avuta un’affluenza del 56,37% (era stata 63,22) mentre alle comunali ha votato il 62,72% (67,90%).
Ad eccezione del 2004, quando il dato definitivo fu del 73% e superò il 70,8% del 1999, l’affluenza per le europee ha visto un costante e progressivo vistoso calo. Nel 2014 votò, alla chiusura dei seggi, il 57,22% degli aventi diritto mentre nel 2019, quando si votò solo di domenica, alle urne andò il 54,5%. In quella circostanza si andò alle urne anche per le regionali in Piemonte e in 3.800 comuni. Analizzando il dato nelle circoscrizioni, le regioni più virtuose sono l’Umbria e l’Emilia Romagna, mentre il fanalino di coda è la Sardegna.
Complessivamente la circoscrizione con il maggior numero di persone che si sono recate alle urne è quella Nord Occidentale, che comprende Liguria, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta che supera ampiamente il 50% dei votanti; questa soglia viene superata anche dalla circoscrizione Nord Orientale e da quella Centrale mentre la maglia nera spetta alla circoscrizione Meridionale e Insulare (Sicilia e Sardegna) che non raggiungono il 50% dei votanti.
Il voto per il nuovo parlamento di Strasburgo ha viaggiato in parallelo, per circa 17 milioni di italiani, con quello per le amministrative. L’affluenza in questo caso è stata più alta, segno che il voto per il territorio resta primario rispetto a quello europeo. Non sono poi mancati casi particolari, come quello di Cerreto di Spoleto dove già alle 12 di domenica aveva già votato oltre il 51% degli aventi diritto.
Per quanto riguarda le elezioni comunali in Basilicata il centrodestra – secondo l’exit pool del Consorzio Opinio Italia per la Rai – è avanti per le Comunali di Potenza, dove però bisognerà aspettare lo scrutinio (al via alle ore 14) per sapere se il leghista Francesco Fanelli (dato tra il 47,5 e il 51,5%) sarà riuscito a ottenere la vittoria già al primo turno. In caso contrario, al ballottaggio del 23 e 24 giugno se la dovrebbe vedere con Vincenzo Telesca, candidato del centrosinistra, ma senza il simbolo del Pd (21-25%). Più indietro Pierluigi Smaldone (Potenza Ritorna con il M5S) con una forbice tra il 14 e il 18% e Francesco Giuzio (Basilicata possibile) tra l’8 e il 12%. Nei 52 Comuni lucani chiamati al voto anche per le Amministrative – solo per Potenza è previsto il doppio turno – ha votato il 60,9 degli aventi diritto rispetto al 62,7% delle precedenti consultazioni. Superato il quorum in cinque piccoli Comuni, dove c’era solo un candidato sindaco, quindi risultato elettorale già chiuso ad Anzi, Banzi, Barile, Guardia Perticara e Gorgoglione.
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