Confcommercio Matera invia alle forze politiche del territorio candidate alle prossime elezioni del 25 settembre 2022 dei documenti di confronto per rappresentare le esigenze e le aspettative dei settori economici rappresentati.
In un contesto difficilissimo caratterizzato da una pandemia ancora non conclusa e dal ritorno di un teatro di guerra in Europa, nel tempo delle sfide epocali della transizione energetica e della transizione digitale, il mondo imprenditoriale rappresentato da Confcommercio vuole promuovere un confronto con i candidati del nostro territorio alle prossime elezioni politiche, sulle risposte necessarie per contrastare la crisi e per rafforzare – attraverso buone riforme e buoni investimenti, a partire dal PNRR – la produttività complessiva del nostro territorio e del sistema Paese, la sua crescita, la sua occupazione, la sua coesione.
I documenti sono stati predisposti per un confronto con le forze politiche in vista delle prossime elezioni del 25 settembre 2022, per rappresentare esigenze ed aspettative dei settori economici del commercio e dei pubblici esercizi, del turismo e della cultura, dei trasporti e della logistica, dei servizi alle persone ed alle imprese, ossia di quel terziario di mercato in cui operano imprese, lavoratori autonomi e professionisti, che concorrono in maniera determinante alla formazione del PIL e dell’occupazione del nostro Paese.
Di seguito una sintesi del documento inviato.
Europa e collocazione internazionale dell’Italia
L’Italia deve essere protagonista del processo di superamento delle fragilità strategiche europee, in un quadro di compattezza atlantica e di riaffermazione delle ragioni della libertà, della democrazia e del diritto internazionale, violate dall’invasione russa dell’Ucraina.
Servono regole che rendano più efficace e trasparente il processo decisionale europeo, nuovi e strutturali strumenti di sostegno degli investimenti europei, una riforma compiuta del Patto di stabilità e crescita, snodo cruciale anche in considerazione dell’ammissibilità degli interventi del c.d. “scudo anti-spread” (BCE- TPI, Transmission Protection Instrument).
Legalità e sicurezza
Rafforzamento delle politiche di contrasto della criminalità e presidio del territorio, con una sempre più stretta collaborazione tra Istituzioni e Associazioni imprenditoriali.
Realizzazione di campagne di informazione e sensibilizzazione sulla cultura della legalità. Valorizzazione del Fondo per la prevenzione del fenomeno dell’usura attraverso l’estensione, in via normativa, della garanzia dello Stato a prima richiesta e l’introduzione di forme di flessibilità per i finanziamenti bancari assistiti dalla sua garanzia.
Contrasto alla contraffazione ed all’abusivismo commerciale.
PNRR, Mezzogiorno e politica di coesione
Tutelare la continuità della governance e delle strutture operative del PNRR per raggiungere gli obiettivi nei tempi stabiliti.
Applicare la riserva di almeno il 40% delle risorse PNRR al Mezzogiorno › Rafforzare la capacity building delle amministrazioni locali, indispensabile in ottica PNRR e politica di coesione › Velocizzare la spesa del Fondo per lo sviluppo e la coesione attraverso maggiori sostegni agli investimenti delle imprese.
Accelerare l’adozione della riforma degli incentivi alle imprese (prevista dal PNRR).
Riforma dell’IRPEF
Ridurre le aliquote e gli scaglioni di reddito.
Semplificare gli adempimenti.
Introdurre una no tax area senza disparità di trattamento tra redditi da lavoro o da pensione.
Confermare il principio di progressività anche attraverso un uso accorto delle detrazioni e delle deduzioni d’imposta.
Flat tax
Mantenere il regime forfettario di tassazione (flat tax) in favore dei piccoli imprenditori e dei lavoratori autonomi con ridotto volume di ricavi o compensi.
Prevedere un equo periodo transitorio a tassazione ridotta in caso di incremento di fatturato oltre il limite previsto, per un graduale approdo al regime ordinario di tassazione.
Riscossione
Mettere in campo procedure di rateizzazione di lungo periodo dei debiti fiscali iscritti a ruolo.
Attuare la riforma della giustizia e del processo tributario
Rendere operativa il più rapidamente possibile la riforma recentemente approvata anche in relazione agli obiettivi previsti dal PNRR.
Tassazione del reddito di impresa e patrimonializzazione
Prevedere strumenti che favoriscano il reinvestimento degli utili nella propria azienda e, quindi, incentivino la patrimonializzazione e la crescita dimensionale tanto delle imprese più piccole (ditte individuali e società di persone), quanto delle società di capitali.
Riforma dell’IRES
Avvicinare l’utile di esercizio al reddito imponibile (ridurre, quindi, il cosiddetto “doppio binario”).
Revisionare la disciplina degli ammortamenti e quella dei costi parzialmente o totalmente indeducibili.
IRAP
Continuare nel processo di graduale abrogazione dell’imposta regionale.
IVA
Contrastare l’impatto dell’inflazione anche attraverso una riduzione delle aliquote IVA sui beni di largo e generale consumo.
Qualsiasi intervento di razionalizzazione della struttura dell’IVA (numero e livello delle aliquote) non deve tradursi, in alcun modo, in un complessivo incremento della tassazione indiretta su beni e servizi.
Tax compliance
Rafforzare la tax compliance nei rapporti tra Fisco e contribuente.
Incentivare i meccanismi di premialità per i contribuenti virtuosi (ISA).
Ridurre i termini di controllo e di accertamento.
Accelerare i rimborsi fiscali.
Riforma del catasto
La riforma del catasto deve essere finalizzata esclusivamente a ridurre l’abusivismo edilizio. Qualsiasi ulteriore intervento che comporti un incremento della tassazione immobiliare, già molto elevata, non è accettabile.
Semplificazione fiscale
Riordinare le norme tributarie, eliminando quelle inutili e superflue, e sistematizzare le altre disposizioni in un unico “Codice Tributario”, stabilizzando le disposizioni.
Applicare nel concreto l’irretroattività delle disposizioni tributarie e costituzionalizzare lo “Statuto dei diritti del contribuente”.
Altri interventi
Interventi “emergenziali” in materia di ammortamenti e capitale sociale. Interventi in materia di mitigazione per crisi dell’imposizione locale sugli immobili strumentali delle imprese.
Contrattazione e salario minimo
Avviare uno straordinario impegno comune per rilanciare, attraverso investimenti pubblici e privati, la produttività del sistema Paese. Un Patto che veda la stretta collaborazione di istituzioni, rappresentanze datoriali e lavoratori.
Rispondere alla questione del salario minimo attraverso la valorizzazione “erga omnes” dei trattamenti economici e degli istituti del welfare contrattuale previsti dai contratti collettivi stipulati da chi realmente rappresenta il mondo del lavoro ed il mondo delle imprese.
Contrastare il dumping contrattuale, che danneggia i lavoratori e distorce la concorrenza tra imprese.
Porre l’INPS in condizione di assicurare una verifica effettiva del rispetto dei minimi retributivi e contributivi previsti dai CCNL comparativamente più rappresentativi (art. 1 legge n. 389/1989).
Introdurre misure di riduzione del cuneo fiscale e contributivo sul costo del lavoro, rivedendo forme improprie di solidarietà tra settori economici (es. contributo malattia) e prevedendo la detassazione degli aumenti contrattuali.
Parificare il trattamento fiscale delle prestazioni del welfare bilaterale contrattuale a quelle erogate direttamente dalle imprese.
Recuperare una piena agibilità dei contratti a termine e delle prestazioni occasionali attraverso una buona flessibilità governata e contrattata dei rapporti di lavoro.
Ammortizzatori sociali
Proseguire il confronto sulla sostenibilità contributiva per le imprese del terziario degli ammortizzatori sociali riformati, con applicazione del principio di bonus-malus sulla contribuzione ordinaria
Condizionare ad una proattiva ricerca di occupazione la fruizione di indennità economiche di sostegno al reddito (per disoccupazione o attivazione di ammortizzatori sociali).
Rafforzare le misure volte alla riqualificazione professionale dei lavoratori (upskilling e reskilling), come previsto dal PNRR, anche per tenere conto della doppia transizione ecologica e digitale in atto (c.d. mercato del lavoro “transizionale”).
Politiche attive e reddito di cittadinanza
Colmare il mismatch tra domanda e offerta di lavoro, profondamente avvertito nell’area del terziario di mercato.
Rilanciare la messa a regime dei Centri per l’impiego anche attraverso una maggior sinergia con le agenzie del lavoro private (APL).
Promuovere la cultura del lavoro – incluso quello autonomo e imprenditoriale – e dei suoi valori, anche attraverso i percorsi di orientamento.
Integrare maggiormente le politiche attive del lavoro con quelle per i giovani, per le donne e per la famiglia, funzionalmente alla creazione di servizi per l’infanzia e all’offerta di maggiori e migliori opportunità di conciliazione tra genitorialità e attività lavorativa.
Riformare il reddito di cittadinanza, con più netta distinzione fra interventi di contrasto alla povertà e interventi finalizzati all’occupabilità, rafforzandone le condizionalità.
Formazione
Semplificare l’utilizzo dell’apprendistato e rivalutare il ruolo dei tirocini.
Valorizzare il ruolo dei Fondi Interprofessionali con la piena restituzione delle risorse derivanti dallo 0,30%.
Attuare gli interventi necessari per il decollo operativo della riforma degli ITS, assicurando una presenza adeguata di specializzazioni nelle tecnologie applicate al terziario.
Un welfare per lo sviluppo
La spesa italiana per prestazioni sociali rappresenta oggi oltre il 54% dell’intera spesa pubblica. Più del 50% dell’impegno di spesa sociale è assorbito dalla spesa per pensioni.
La vera sfida è tener conto dell’evoluzione demografica favorendo l’invecchiamento attivo (ad esempio, attraverso il mentoring, il reverse mentoring e il lavoro autonomo).
È necessario:
assicurare un saldo ancoraggio del nostro sistema previdenziale ai principi cardine del regime contributivo; eliminare le disparità di trattamento in materia previdenziale tra lavoratori dipendenti ed autonomi; valorizzare le possibilità di cumulo dei diversi periodi e l’incentivazione della contribuzione volontaria; favorire una maggiore diffusione della previdenza complementare (II pilastro) e della sanità integrativa sia tra i lavoratori dipendenti che tra gli autonomi, anche grazie al potenziamento delle relative misure compensative per le imprese; potenziare il ruolo del welfare complementare come investitore istituzionale nell’economia reale.
Energia: gli aspetti fiscali
Sterilizzare gli oneri generali di sistema nelle forniture di energia nelle more di una riforma di tutti gli aspetti fiscali e parafiscali.
Prorogare, rafforzare e rendere più inclusivi i crediti d’imposta per non “energivori” e non “gasivori”.
Mantenere l’aliquota Iva al 5% per il metano.
Stabilizzare i meccanismi agevolativi in materia di riqualificazione energetica ed edilizia, semplificando le norme, migliorando il meccanismo della cessione del credito e garantendo i controlli.
Energia: le infrastrutture
Rafforzare le infrastrutture di importazione del gas e la produzione nazionale.
Accelerare la produzione da fonti rinnovabili e promuovere fiscalmente l’autoconsumo e le comunità energetiche.
Ammodernare e rafforzare elettrodotti, asset energetici strategici, sistemi di accumulo dell’energia elettrica.
Energia: le scelte europee
Sostenere l’introduzione di un tetto temporaneo al prezzo di import del gas.
Promuovere l’Energy Recovery Fund.
Rivedere le regole e i meccanismi di formazione del prezzo all’ingrosso dell’elettricità › Partecipare ai progetti europei sul nucleare di nuova generazione.
Ambiente: le emergenze (non solo) climatiche
Fronteggiare l’emergenza idrica, attraverso la manutenzione e la riprogettazione delle infrastrutture irrigue del Paese.
Garantire la messa in sicurezza dei territori, mitigare i rischi idrogeologici, salvaguardare le aree verdi e la biodiversità, ridurre l’inquinamento delle acque e del terreno
Ambiente: le politiche
Rendere più efficienti ed efficaci i controlli sul rispetto delle norme anche in ottica di prevenzione dei disastri ambientali, perseguendo, inoltre, la sburocratizzazione degli adempimenti.
Favorire la riduzione dei volumi di rifiuti da discarica, incentivando la raccolta differenziata, il riuso e il recupero di materia e di energia.
Ambiente: da rifiuti e scarti a ricchezza
Affrontare il deficit impiantistico della filiera del recupero e del riciclo dei rifiuti, anche attraverso il ricorso all’esercizio del potere sostitutivo dello Stato.
Incentivare la nascita di nuove filiere del recupero e del riciclo dei rifiuti, valorizzando gli scarti del loro trattamento.
Priorità per lo sviluppo del settore
Definire politiche specifiche in favore dell’accessibilità sostenibile, che valorizzino le diverse infrastrutture, le diverse modalità di trasporto e le diverse alimentazioni disponibili, nel rispetto del principio di neutralità tecnologica: attuando il programma infrastrutture previsto dal DEF; riformando il Codice dei contratti pubblici per favorire la realizzazione delle opere pubbliche; rivedendo l’abbandono dell’endotermico; sostenendo la realizzazione dei PUMS – Piani Urbani di Mobilità Sostenibile.
Sostenere il trasporto marittimo e l’economia del mare: preservando il Registro Internazionale delle navi; semplificando il Codice della Navigazione; rivedendo alcune proposte del pacchetto Fit for 55, penalizzanti la filiera; assicurando la resilienza dei porti e delle infrastrutture ai cambiamenti climatici; promuovendo la cyber-sicurezza.
Promuovere il trasporto combinato e la competitività del trasporto stradale attraverso: la garanzia della permeabilità dei valichi alpini, a partire dal Brennero; la conferma delle risorse pubbliche a sostegno del settore; il contrasto di alcune penalizzanti proposte del pacchetto europeo Fit for 55, come il superamento del gasolio commerciale; interventi contro la cronica carenza di conducenti; l’attuazione del protocollo MIMS con le rappresentanze del settore; l’incremento delle soglie di esenzione fiscale per le indennità di trasferta dei conducenti; l’introduzione di una disciplina funzionale e non penalizzante per i trasporti eccezionali.
Ridurre strutturalmente il carico fiscale sul settore dei trasporti e della mobilità.
Incentivare la trasformazione digitale
Stabilizzare e potenziare accortamente i crediti d’imposta previsti dal Piano Transizione 4.0 per beni materiali, immateriali e formazione.
Rifinanziare il Voucher digitalizzazione PMI.
Sostenere programmi di finanziamento ai Digital Innovation Hub previsti dal Piano Transizione 4.0 .
Digitalizzazione: le competenze
Prevedere investimenti della “Strategia Nazionale per le Competenze Digitali” per le competenze digitali nelle PMI Digitalizzazione: le infrastrutture materiali e immateriali.
Potenziare gli investimenti 5G con partner europei e atlantici per fare dell’Italia un laboratorio di utilizzo e sperimentazione di una delle tecnologie più importanti del prossimo futuro a livello strategico e geopolitico.
Rafforzare partnership europee con investimenti pluriennali per tecnologie dominanti come big data, intelligenza artificiale, calcolo ad alte prestazioni e quantum computing.
Favorire lo sviluppo e la crescita di ecosistemi di start-up in un contesto ambientale innovation friendly, basato su open data, merito e valutazioni indipendenti.
L’accesso al credito
Superare rigidità regolamentari per un corretto bilanciamento tra stabilità finanziaria, finanziamento dell’economia reale e obblighi di compliance delle MPMI.
Favorire l’afflusso di risorse da parte degli investitori istituzionali ed i nuovi canali digitali di finanziamento.
Perseguire il rafforzamento patrimoniale delle imprese attraverso incentivazioni, sia fiscali che finanziarie.
Sistemi di garanzia
Potenziare il Fondo di Garanzia PMI e le sinergie con i Confidi.
Confermare il ruolo di garante di SACE S.p.A. nei confronti delle imprese più strutturate.
Estendere la durata dei finanziamenti contratti durante la pandemia, anche favorendo operazioni di rinegoziazione.
Strumenti elettronici di pagamento
Abbattere strutturalmente i costi di accettazione degli strumenti elettronici di pagamento per imprese e professionisti.
Aree urbane, commercio e servizi di prossimità
Valorizzazione del ruolo del terziario di mercato nei processi di rigenerazione urbana e promozione di distretti economici locali attraverso il partenariato pubblico-privato. Per il perseguimento dei processi di rigenerazione urbana, risultano di particolare rilievo scelte improntate al ricorso ai piani di marketing urbano.
Commercio e servizi di prossimità come contrasto al degrado e all’isolamento dei quartieri periferici.
Integrazione tra disciplina urbanistica e commerciale, garantendo il modello italiano di pluralismo distributivo.
Governo unitario dei temi urbani, prevedendo un Organismo statale di riferimento.
I temi del commercio
Locazioni commerciali: cedolare secca con beneficio condiviso tra locatore e conduttore e leva fiscale per incentivare l’utilizzo di immobili sfitti.
Riforma concessioni di posteggio per esercizio di commercio su aree pubbliche.
Equilibrata applicazione della nuova disciplina in materia di pratiche commerciali sleali.
Costruzione di una filiera alimentare sostenibile senza sovraccarichi di oneri ed adempimenti a carico delle imprese.
Commercio elettronico: equità fiscale (web tax) e supporto all’offerta on line del commercio tradizionale.
Riforma “strutturale” dei buoni pasto per salvaguardarne il valore nominale lungo tutta la filiera. Riforma degli appalti pubblici per garantire certezza e sostenibilità economica nella esecuzione dei contratti.
Rilancio, con supporto dedicato, della filiera moda in un’ottica di contestuale perseguimento di sostenibilità ambientale e sostenibilità economica e sociale.
Agenda Turismo
Completare il percorso verso una governance efficace del settore, prevedendo un assetto di competenze concorrenti tra Stato e Regioni.
Definire, su base nazionale, quali sono le attività ed imprese turistiche rifacendosi ai criteri adottati da ISTAT nel Conto satellite e negli indici di turisticità.
Riconoscere la centralità delle politiche turistiche per lo sviluppo del Paese, a partire dalla realizzazione di investimenti e riforme anche trasversali previsti nel PNRR e presidiando dossier europei vitali per il settore.
Misure potenziate e strutturali per la riqualificazione, per tutte le attività che maggiormente e più direttamente generano PIL turistico, e contrasto all’abusivismo.
Coinvolgere attivamente operatori, Regioni e Autorità competenti nell’esercizio della delega sulle concessioni demaniali turistiche, tutelando i diritti acquisiti degli attuali concessionari.
Agenda Cultura
Riordino dei benefici fiscali per le attività culturali.
Istituzione di un regime di detraibilità delle spese per beni e servizi culturali e aumento della percentuale di detrazione relativa all’Art bonus.
Riduzione al 4% dell’aliquota IVA sui biglietti di ingresso.
Agevolazioni per le librerie, tra cui una detrazione fiscale per gli acquisti di libri per la formazione (di ogni ordine e grado).
Ampliamento dell’esenzione IRES sugli spettacoli dal vivo.
Maggiore chiarezza nella relazione con il Terzo Settore e nella definizione di impresa culturale e creativa.
Cancellazione degli operatori dello spettacolo dal vivo dall’elenco ISTAT delle PA.
Adozione dei decreti attuativi della delega in materia di spettacolo e incremento costante del Fondo unico per lo spettacolo (FUS ordinario).
Agenda professioni
ISCRO strutturale, con una platea di beneficiari più ampia e senza aumentare l’aliquota di contribuzione aggiuntiva.
Interventi specifici per promuovere la transizione 4.0 dei professionisti autonomi e favorire l’acquisto di servizi di consulenza e formazione per la competitività e la ripresa.
Un fisco per la crescita e l’aggregazione dei professionisti.
Maggiori incentivi per la sanità integrativa per i professionisti iscritti alla Gestione separata INPS, sostegno alla genitorialità e un welfare per la conciliazione vita-lavoro.
Applicazione dell’equo compenso anche ai professionisti non ordinistici nei confronti della PA.
Agenda Giovani
Consolidamento delle misure di incentivo dell’imprenditoria giovanile e di promozione della cultura di impresa fra i giovani.
Incremento dell’integrazione di studio e lavoro e potenziamento delle attività di orientamento dei giovani.
Sviluppo di un sistema di tirocini curriculari ed extracurriculari che sia sostenibile per le PMI e centrato sulle esigenze del lavoratore e delle imprese.
Agenda imprenditoria femminile
Promozione della cultura di impresa fra le donne. Rafforzamento degli incentivi alle imprese femminili già esistenti, per renderle più strutturate e competitive.
Consolidamento delle misure volte al superamento del divario di genere, anche finanziando la certificazione di parità di genere per renderla accessibile alle PMI.
Previsione di interventi specifici per la conciliazione vita-lavoro delle donne imprenditrici.
Ridefinizione di impresa femminile, con una soglia a > 50% per il requisito di “prevalente partecipazione femminile”.