Leonardo Pinto, Presidente Onorario ANSB (Associazione Nuova Sanità e Benessere): “Ancora fumata nera per le candidature dei presidenti. I lucani non gradiscono imposizioni dall’alto. Di seguito la nota integrale.
Il viaggio della Speranza a Roma si è rivelato inutile; infatti, al di là delle interpretazioni ad usum Delphini dei supporters di Chiorazzo, non vi é stata l’incoronazione da parte di Schlein e Conte dell’Angelo Chiorazzo a candidato presidente.
Dunque, il pellegrinaggio organizzato da Speranza per la pomposa presentazione a Roma del suo libro, “Perché guariremo….” (non proprio novità di successo), sebbene non si fosse accorto da ministro delle disastrose condizioni della sanità pubblica lucana, non é riuscito ad ottenere l’agognata benedizione. È probabile che le suppliche non siano apparse i convincenti. Ma può anche essere sia emerso il sospetto che Speranza abbia chiamato Chiorazzo, imprenditore cooperatore della sanità privata, per “sistemare” la moribonda sanità pubblica lucana. Ipotesi inaccettabile per il M5S.
Andreotti, amico e maestro di Chiorazzo, era solito dire: a pensare male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina. In questo caso pare che si azzecchi.
Dunque, emerge evidente un modo di fare politica distaccato dai reali problemi ed esigenze impellenti dei Lucani: si chiede a Roma di imporre candidature, così anche il centrodestra, ritenendo i Lucani veri sudditicon il solo il “diritto” di obbedire.
La candidatura di Chiorazzo, come ho già ho avuto modo di scrivere, non è affare privato di PD e M5S, ma questione di interesse pubblico considerato che la cooperativa Auxilium, di cui Chiorazzo è il deus ex machina, “negli ultimi 20 anni …… ha incassato ben 140 milioni di appalti dalla regione ……..Non solo. Grazie a vecchie proroghe e nuove aggiudicazioni, la sua ”Auxilium” continuerà a beneficiarne fino al 2028, vale a dire durante tutto il mandato che conta di ottenere a primavera 2024….” come riferito recentemente da Il Fatto Quotidiano. Perché si tace su tale questione?
Come se non bastasse, ora arrivano anche i sermoni ampollosi e verbosi di Vincenzo Viti il quale, dimentico dei suoi trascorsi di parlamentare, consigliere regionale, assessore, cioè di tutto, sceso da Marte si scandalizza della situazione esistente sul pianeta terra e pretende di dettare l’agenda per risolvere i guasti della Basilicata ai quali ha concorso politicamente. La sua soluzione: primarie con il candidato Chiorazzo, improponibile per evidente conflitto di interessi sul quale tace anche lui.
E’ certo che il teatro della candidatura Chiorazzo non può andare oltre; e questo dipende soprattutto dai pentastellati che, per dignità politica, non possono subire imposizioni di candidature peraltro incompatibili, nel merito, con il loro credo politico, se ancora lo hanno.
Chiunque al posto di Chiorazzo, di fronte alla non condivisione di forze politiche che lo dovrebbero sostenere, oltre ad aspre critiche ed opposizioni della società civile, si sarebbe fatto da parte. Invece, lui no. Questo legittima a pensare come Andreotti, ma i Lucani non sono proprio fessi.
Sconcerta il silenzio del centrodestra, salvo timide esternazioni, sulla improponibilità della candidatura di Chiorazzo per evidente conflitto di interessi.
Parafrasando Dante è il proprio caso di dire: ahi serva Lucania, di dolore ostello,nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincia, ma bordello! Mutatis mutandis appare veramente appropriata, la celebre invettiva dantesca per descrivere le condizioni politiche della Lucania. Che la società civile, finalmente,sta dando segnali di vitalità per sottrarla dalle mani di politici cinici e spregiudicati.