In vista delle prossime elezioni regionali riceviamo e pubblichiamo la nota inviata dal bernaldese Pinuccio Rinaldi. Di seguito la nota integrale.
Le elezioni per eleggere il nuovo governatore regionale sono alle porte e quello che l’intero sistema politico sta offrendo agli elettori è sconfortante e lontano dalle corrette pratiche che questa regione meriterebbe.
In via teorica sarebbe necessario che chiunque pensa di candidarsi alla guida della regione, abbia piena contezza e conoscenza dei problemi che affliggono la regione, e che di questi abbia la capacità di scegliere quelli che sono da ritenersi prioritari (poiché non è possibile risolverli tutti) e che incrociano le aspettative degli elettori. Devono anche avere contezza e conoscenza delle risorse materiali ed immateriali disponibili, oltre alla conoscenza della macchina amministrativa con la quale far viaggiare i progetti previsti nel programma. Programma nel quale devono essere indicati i problemi da risolvere, come risolverli, con quali risorse, e attraverso quali uomini ed in quali date.
Purtroppo tutto questo, come già detto è nella teoria, mentre nella pratica quello che avviene è l’esatta negazione della citata correlazione. Oggi assistiamo a vecchie e deleterie liturgie che si preoccupano esclusivamente di trovare un personaggio che meglio risponde alle logiche che sono lontane da quelle teoriche, ma che sono molto prossime agli interessi declinati in ogni forma.
Questo perdurante modo di procedere non ha mai dato risultati positivi negli anni e non ha mai visto nessuna distinzione di colore politico, tutti hanno attuato lo stesso schema negativo.
Questa negatività di risultato viene puntualmente certificato dai dati ISTAT in molti indicatori che sono gli stessi che poi pongono la Basilicata in posizioni indegne rispetto alle sue ricchezze naturali. La dimostrata incapacità della nostra classe politica, viene anche certificata dai dati della Comunità Europea sulla capacità di spesa. La Basilicata pure in presenza di risorse economiche disponibili non è capace di penderli correttamente. Ora con le prossime votazioni regionali si chiederà all’elettore di esprimere il proprio voto rispetto all’offerta politica, di questi aspiranti governatori, che come abbiamo visto sarà certamente non studiata e programmata. Gli elettori a questa offerta politica risponderanno con l’astensione perché la riterranno lontana dalle proprie aspettative. La traduzione del voto in astensione altro non è che un messaggio di lontananza dalla politica così concepita, ed essa è sempre in maggiore crescita negli anni. Tutto questo però pare non essere considerato dagli aspiranti governatori.
Oggi tutta la politica continua a parlare solo delle persone e mai dei programmi, e con essa i media. Questi ultimi che per funzione ne devono dare conto si adeguano, senza spingerla con analisi e commenti a cambiare paradigma nella costruzione della governance, mettendo al primo posto i programmi e dopo gli uomini con cui realizzarli.