Le elezioni regionali sono state dimidiate dal Generale Assenteismo. Comunque, grazie a una sovrabbondante mietitura di suffragi, l’ex-presidente Vito Bardi si reinsedia nel Palazzo del Governo a Potenza. Ha perduto seccamente Piero Marrese, capro espiatorio di una parte svenata da errori grossolani. Quando saranno precisati anche i numeri degli aspiranti minori e scelti gli assessori, la Basilicata attenderà una buona amministrazione. Ognuno faccia il suo dovere, soprattutto noi lucani anonimi.
Necessità di de-coincidere
«Sono così, non ci posso far nulla». «A quell’età che vuoi che cambi?». «Una testa quadra non può divenire tonda». Ecco valutazioni correnti di sé e degli altri che abbiamo il dovere di rigettare. Cristiani, crediamo nella possibilità di mutare in meglio, fino alla fine. Ci opponiamo non solo allo “status quo” pietrificato delle istituzioni, ma anche a quello delle persone. Non dobbiamo adattarci a nessun condizionamento. Solo l’”adaequatio” alla voce del Vangelo ci sta a cuore. La diversione, lo scarto, la de-coincidenza, per dirla con il filosofo francese François Jullien, sono vita, attenzione agli altri, poesia, creatività, bellezza, anche se in un angolo di insignificanza. Se poi dal cielo viene la Grazia…
Integri e giusti alle Termopili
Lungo dialogo, la vigilia delle elezioni, con uno storico volontario di Matera, ex-militare, voce tonante. Nella riflessione introduciamo la poesia del greco Costantino Kavafis (1863-1920) intitolata “Termopili” che l’amico mi prega di divulgare. «Onore a quanti nella loro vita/si fecero custodi delle Termopili,/senza mai venir meno a quel dovere./Integri e giusti nelle loro azioni,/ma sempre con pena e compassione;/generosi se ricchi, e generosi/sia pur con poco se indigenti,/soccorrevoli quanto possono;/pronunciando sempre la verità,/ma senza detestare i mentitori./E sono degni di più grande onore/se prevedono (e molti lo prevedono)/che all’ultimo comparirà un Efialte/e comunque i Persiani passeranno». Bellissima, laicamente tesa ma senza speranza, la poesia. Storicamente, tuttavia, la resistenza alle Termopili non fu vana. Alle spalle le forze greche ebbero il tempo di compattarsi e concertarsi. Sotto il comando dell’ateniese Milziade, a Maratona, sconfissero e misero in rotta l’immensa armata degli invasori.
Sui testi della Risurrezione
Un evento è l’irruzione di un fatto che costituisce una cesura fra prima e dopo, soprattutto fra vecchio e nuovo. L’evento più evento, l’ultraevento, è che Gesù è stato risuscitato. Nelle brevi omelie di ogni giorno e nei colloqui, consiglio di ritornare sui testi di Marco, Matteo, Luca, Giovanni e pure di Paolo (cfr 1 Cor 15) riguardanti la Risurrezione e le cosiddette apparizioni. Non si può capire la Risurrezione senza tener conto della tomba vuota con i teli funerari posati e il sudario in disparte. Utile stabilire, per quel che è possibile, la sequenza delle apparizioni, quante “ad personam” e quante a gruppi, la loro qualità, di riconoscimento o di missione, secondo la distinzione di Gianfranco Ravasi. Vivo, Gesù si fece vedere con il corpo, in «carne e ossa» (Lc 24,39), ascoltò, parlò, camminò, si espose al tatto altrui, esibì le mani e il costato trafitti nella crocifissione, mangiò. Al contempo, con simile corpo, entrò in un ambiente a porte chiuse, improvvisamente si rese presente e scomparve. Insomma si mostrò ai testimoni con un corpo materiale e, insieme spirituale, per dirla con Paolo. Il riconoscimento del Risorto in ogni apparizione non fu mai immediato. Marco scrive che, Gesù, si fece vedere con il corpo «in altra forma» (en heterā morphé), non riconoscibile di primo acchito. Pure gli altri evangelisti riferiscono ciò, ma senza scriverlo esplicitamente.
Droni per la pace
Leggo un’intervista concessa da Lech Walesa, il sindacalista che, organizzando un memorabile sciopero nei cantieri navali di Danzica, mise in ginocchio il regime comunista del suo Paese. Il vecchio leone, premio Nobel per la pace, ottuagenario, riflette sul pericolo incuneato nella geopolitica da Putin e dal popolo russo trascinato in una guerra che ne divora i figli e lo impoverisce. I Russi devono comprendere che non abbiamo nulla contro di loro, e che devono scrollarsi di dosso il sistema politico che li opprime e, finalmente, approdare alla sconosciuta vita democratica. «È il sistema politico che li fa diventare banditi», sarà una lotta lunga, osserva Lech Walesa, che propone, fra altro, di far sapere alle città russe con volantini lanciati da droni quanti sono i loro morti in guerra. Fu il pur guerrafondaio Gabriele D’Annunzio a praticare per primo e, con un clamoroso successo, un inoffensivo bombardamento dall’alto. Andò male, invece, ad alcuni imitatori. Senza mettere a repentaglio la vita di nessuno, droni di pace oggi sarebbero davvero necessari.
Basilio Gavazzeni
ma Walesa è polacco? lo sa che non molti anni fa presidente e mezzo governo polacco sono stati assassinati con un finto incidente aereo? anche in quel caso hastatoputin?