Il materano Pierluigi Diso in una nota fa il punto sulla situazione politica in Basilicata in vista delle prossime elezioni regionali. Di seguito la nota integrale.
Il sistema Basilicata può cambiare con una rivoluzione quotidiana. La gente chiede una sanità migliore, soprattutto a Matera, una nuova politica sociale per bambini e anziani, solo così ci si potrà dedicare al lavoro e vivere bene in questa regione che di suo ha tante ricchezze, forse le serve qualche infrastruttura in più e una nuova politica industriale di sviluppo approfittando anche della ZES. Dalla Basilicata può partire il risveglio del Mezzogiorno, che non può continuare nella sua recessione, evidenziando limiti differenziali della sua struttura economica e delle politiche attuate in passato. Non voglio tornare sul divario Nord-Sud né attribuire anticipatamente colpe su un’autonomia differenziate che è ancora nell’etere. Vorrei solo provare a provocare un’analisi sulla sulle cause della situazione odierna e trarne alcuni insegnamenti fondamentali per le strategie del futuro…..ormai prossimo. Una nuova visione delle politiche del Mezzogiorno è basata su una piena assunzione di responsabilità da parte dello Stato e forse il Ministro Fitto si sta impegnando in tal senso: da alcuni giorni vige una ZES unica in tutto il meridione, isole comprese. Basta però parlare di questione meridionale, concentriamo le menti pensanti sui fattori di sviluppo, impresa e lavoro e la politica accompagni tale future e necessarie strategie. E’ necessario mantenere una rotta costante e una spinta più forte nella prossima esperienza di governo regionale. Serve aria nuova, idee nuove, gente nuova: bisogna rifare la Regione Basilicata, dimostrare di saper vincere, con l’esperienza di chi vorrà essere coinvolto, per migliorare la classe dirigente. Non ci si può affidare ancora a chi negli ultimi venti anni ha mostrato di non cogliere le speranze che i lucani esprimevano. Né si può cambiare questa regione cambiando un assessore o il governo regionale; né si vince per prendersi la rivincita. A primavera ci sarà la grande occasione per il centrodestra e il nuovo centrosinistra allargato, anche se ancora oggi non si conoscono programmi e prospettive, ma si spera sulla trasparenza delle scelte. La politica, per il bene comune, è una cosa seria, è un gioco solo perché è destinato a finire. Leader di partito e dirigenti regionali sono lì da molti anni ormai e alle correnti (gli “spifferi” come io li ho sempre chiamati) va chiusa la porta in faccia. Perché se si ama la Basilicata, non bisogna farla fallire. Ecco che si alzano cori contro i soliti noti, i tromboni e i trombati che sono ancora lì e vogliono continuare ancora a governare i sistemi, anche da uno strapuntino se non possono accomodarsi in poltrona. Se si vuole vincere bisogna scrivere un’altra storia, bisogna spalancare le porte alla gente nuova e giocare la partita, non solo per vincerla. Ci vuole gente pensante e capace, cioè quei soggetti che spesso sono temuti da chi governa il sistema, per la paura di essere scavalcati “da chi sa leggere e scrivere”. Certo, serve un leader e magari il controllo di un partito o di una coalizione attorno ad un nuovo progetto politico e non si può pensare di entrare in gioco dalla finestra, perché ti è stato negato l’accesso dalla porta. Il derby dei personalismi deve avere una fine, perché, da una parte e dall’altra, basta girarsi …perchè le Idi di Marzo sono alle porte. Non tutti possono salire sul carro che nessuno vuole spingere, ma ognuno può dare il suo valido contributo se prevarrà il noi al posto l’io. Amministrare una regione, la nostra poi, è cosa diversa dal guidare un movimento politico, anche se nato nel tempio. Scrivo mentre guardo una partita di calcio e vedo l’attaccante che vuole vincere la classifica dei cannonieri e cerca di segnare anche da posizione impossibile, se invece vuole far vincere la sua squadra può passare la palla al compagno libero davanti al portiere.